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WRC | Citroen si ritira dal Mondiale Rally. Le motivazioni e le prime reazioni dai piloti

Non era una semplice indiscrezione, ma un fatto ormai acclarato e che oggi è diventato ufficiale: Citroen lascia il WRC. E non dalla stagione 2022, come inizialmente si era detto, ma da subito.

Citroen lascia il WRC: la motivazione ufficiale

Una scelta drastica dall’effetto immediato, dettata – si legge nel comunicato ufficiale diramato oggi – dalla decisione di Sébastien Ogier di accasarsi in un altro team – ovvero Toyota Gazoo Racing – dal prossimo anno, nonostante abbia firmato un biennale che lo avrebbe legato ai colori della casa francese sino al 2020. «Mancanza di un pilota di primo livello», sentenzia sempre il comunicato: come dire, senza il sei volte campione del mondo o qualcun’altro capace di lottare per il titolo nel WRC non ha senso continuare, con tutto il rispetto per l’altro pilota rimasto, Esapekka Lappi.

Resta in piedi il programma dei clienti privati con la Citroen C3 R5, mentre la casa francese potrà dal prossimo anno concentrarsi sui nuovi modelli elettrici e sulla transizione tecnologica verso le zero emissioni. Se questo possa aprire uno spiraglio per il Mondiale Rally 2022, che si aprirà all’ibrido, è ancora presto per dirlo.

Come si è arrivati alla decisione di lasciare il WRC

Queste le parole dell’amministratrice delegata di Citroen Linda Jackson: «La nostra decisione di ritirarci dal programma WRC intrapresa già alla fine del 2019 fa seguito alla scelta di Sébastien Ogier di lasciare Citroën Racing. Ovviamente non volevamo questa situazione ma non potevamo immaginare la stagione 2020 senza Sébastien». Giusto questa estate la Jackson confermava l’impegno di Citroen nel Mondiale almeno sino al prossimo anno: poi la situazione è evidentemente precipitata nel penultimo appuntamento del Rally di Catalunya, dove Ogier ha perso definitivamente la possibilità di lottare per il settimo iride in carriera e i malumori riguardo alle prestazioni della vettura erano saliti oltre il livello di guardia.

Forse è stato quello il momento che ha spinto il francese ad avvicinarsi a Toyota, chissà: sta di fatto che un 2019 nel WRC partito con grandi ambizioni e speranze (con tanto di livrea celebrante il centenario della casa automobilistica) e poi finito con zero titoli, sia tra i piloti che tra i costruttori (terzo posto dietro Hyundai Motorsport e, appunto, Toyota Gazoo Racing), ha minato le certezze di PSA nel proseguire con il Mondiale Rally. Il direttore della divisione Motorsport del Gruppo, Jean Marc Finot, sottolinea comunque l’impegno con gli altri marchi in altre competizioni: è il caso del ritorno di Peugeot nel WEC dal 2022, come recentemente annunciato, e delle risorse impegnate per DS nella Formula E. Dal canto suo, il prossimo Mondiale WRC avrà solo tre costruttori ufficiali, di cui uno impegnato con una struttura privata: Hyundai, Toyota e, appunto, Ford con M-Sport.

La reazione di Lappi

Se per ora Ogier tace, anche per ovvi motivi relativi al cambio di casacca, Lappi affida ai suoi social tutta la sua amarezza per non poter avere avuto una seconda chance con Citroen dopo una annata molto in chiaroscuro. «Non vi mentirò, questa per me è una notizia pessima. Mi spiace per il team ed i fan. Ma non posso farci nulla». Ed assicura di aver iniziato a lavorare per trovare un’altra sistemazione per il prossimo anno (M-Sport?), sebbene il tempo stringa. «Ma ho una ottima squadra a darmi man forte», sentenzia.

«Vorrei ringraziare Citroën Racing team per la loro passione e impegno», conclude la Jackson, tornando al comunicato. «Una parte del DNA di Citroen è intimamente legata al rally e siamo orgogliosi di essere uno dei marchi più titolati nella storia della WRC con 102 vittorie e 8 titoli costruttori». Altri tempi, per ora andati.

Luca Santoro:
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