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WRC | Citroen a caccia del sesto podio consecutivo al Rally del Cile

Dopo la spedizione non esaltante in Argentina, Citroen assieme alla carovana del WRC si sposta qualche chilometro ad ovest nel Continente, ovvero in Cile dove si corre il sesto rally del Mondiale 2019, il terzo su sterrato. Una incognita per tutti i team e gli equipaggi.

Gli equipaggi Citroen dopo il problematico Rally Argentina

La trilogia latinoamerica prosegue dopo Messico ed Argentina con il Paese che per la prima volta è sede di un appuntamento del WRC. In pratica sarà una novità per tutti, a partire dagli equipaggi titolari di Citroen Total WRT, Sébastien Ogier con Julien Ingrassia ed Esapekka Lappi con Janne Ferm. I primi sino ad oggi hanno conquistato cinque podi su cinque round disputati, con la vittoria al Rally di Monte Carlo e, soprattutto, sul fondo terra del Messico. Le prove corse su sterrato con la Citroen C3 WRC registrano un saldo per la coppia francese a prima vista positivo, con la vittoria messicana e il terzo posto in Argentina: tuttavia, in quest’ultimo caso solo la tenacia di Ogier – che si dimostra tale soprattutto nelle occasioni più disperate – e la bravura nell’approfittare della penalità dell’altrimenti terzo classificato Kris Meeke, hanno salvato un rally altrimenti flop per Citroen. Tra condizioni meteo inizialmente molto difficili e il caso della PS11, in cui l’incertezza ad un bivio è costato un danno al servosterzo della vettura, il pluricampione WRC non riesce ancora una volta a vincere in Argentina, ancora tabù per il transalpino. Per non parlare poi della disastrosa gara di Lappi, protagonista suo malgrado di un incidente spettacolare che lo costringe ad un ritiro nelle prime fasi di gara.

Ogier a caccia del podio ed il caso Lappi

In ogni caso il team di Pierre Budar ha concluso per la quinta volta consecutiva un rally del 2019 con un pilota tra i primi tre, e sarà interessante vedere se questa striscia positiva continuerà anche nel nuovissimo Cile, con le speranze riposte su una C3 WRC che si difende bene sullo sterrato (ma sono da affinare le prestazioni e l’affidabilità) e della posizione di partenza di Ogier, che scatterà secondo: ciò significa che la sua vettura potrà seguire la linea tracciata dal suo rivale, Thierry Neuville, che aprirà la strada per primo, e se piove (eventualità non remota, l’Argentina insegna: in questo emisfero tra l’Ocean Pacifico e il Rio Biobio la stagione è piuttosto umida e piovosa, con rovesci a tratti violenti) ci potrà essere un vantaggio ulteriore.

Ogier però avverte: le strade sono diverse da quelle della prova precedente, almeno basandosi sui video che ha visionato. Considerata la natura inedita del Rally del Cile, i team hanno poco materiale concreto su cui basarsi, perciò sarà fondamentale la fase delle ricognizioni a velocità controllata quando si prenderanno appunti sui tracciati: questo potrebbe rappresentare, in questo round più che mai, un potenziale vantaggio competitivo. Continua la sua disamina il pilota, lanciandosi anche in paragoni: «Le prove speciali sembrano essere abbastanza fluide e veloci, un po’ come quelle del Rally del Galles con tutte queste sezioni che attraversano la zona boschiva. Mi auguro di poter avere prestazioni leggermente migliori in Cile. C’è ancora uno strato significativo di ghiaia fine sulla superficie stradale, che può rendere la vita complicata per i primi partenti».

Esapekka Lappi invece è entrato in un momento di crisi. Il suo miglior risultato quest’anno, al debutto sulla C3 WRC, è stato il secondo posto in Svezia, poi null’altro. Due ritiri, una sola top ten finale, il settimo posto in classifica piloti: se continua con questo passo il finlandese rischia di rimanere una giovane speranza potenzialmente inespressa, una miccia dalle polveri bagnate. Vero è che deve accumulare ancora esperienza, sia in generale che con la vettura, però urge uno scatto in avanti per Lappi e Ferm. Se non altro, in Cile avranno il vantaggio di partire sullo stesso livello degli altri, e saranno anche aiutati dalla posizione di partenza al settimo posto, grazie alla quale potrebbero trovare strade già pulite dai detriti e dalle pietruzze, con tutto il vantaggio in termini di velocità.

«Dopo un inizio di stagione duro, sono determinato a rimettermi in corsa nel Cile per ottenere un risultato decente, e riacquistare fiducia al volante passo dopo passo», spiega Lappi. «Spero che il tempo sia clemente con noi il venerdì. Se resta asciutto, è probabile che le strade verranno pulite. Ciò ci consentirebbe di sfruttare al massimo l’ordine di partenza da una posizione ideale. Le prove sono davvero belle e interessanti. Le superfici stradali sembrano buone, o almeno lo sono state nel momento in cui sono state riprese nei video forniti dagli organizzatori del rally».

“Le ricognizioni saranno fondamentali”

Per prepararsi al meglio, comunque, Citroen ha indetto prima dell’Argentina una sessione di test della durata di quattro giorni in Portogallo, come vi avevamo raccontato a suo tempo. Da notare che nel WRC è vietato svolgere test fuori dall’Europa, e questo ha complicato i piani dei team che tra Argentina e Cile hanno avuto poco meno di due settimane di tempo. Non abbastanza e neppure fattibile per volare nel Vecchio Continente per le prove, perciò per il sesto round del Mondiale ci si baserà sui feedback dalla sessione portoghese e dallo shakedown, quanto mai fondamentale, di giovedì 9 maggio.

Chiusura affidata a Pierre Budar: «C’è sempre qualcosa di esaltante nel competere in un round per la prima volta. Pare che [il Rally Cile] si disputerà su alcune grandi strade, il che dovrebbe rendere la gara altamente imprevedibile, con gli equipaggi tutti sullo stesso piano per quanto riguarda l’esperienza. Le ricognizioni saranno fondamentali, così come la nostra capacità di adattare il nostro assetto di base. E poi c’è il clima, che potrebbe ben svolgere un ruolo chiave. Ma siamo determinati a fornire agli equipaggi la miglior C3 WRC possibile, così da poter conquistare il nostro sesto podio consecutivo dell’anno in Cile».

Crediti Immagine di Copertina: © Citroën Racing

Luca Santoro:
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