WRC – Bertelli: “Motori e corse sono una droga”

Intervista esclusiva al pilota italiano al suo debutto nella top class

WRC – Bertelli: “Motori e corse sono una droga”

A Montecarlo ha debuttato nel WRC dopo due stagioni passate nel WRC2 dove tra l’altro nel 2014 si è distinto con un successo e la terza piazza generale. Lorenzo Bertelli, classe ’88 e speranza del traverso del Bel Paese, complice un episodio sfortunato ha concluso la corsa lontano dei primi, ma per il futuro promette battaglia.

Allora, com’è stata questa prima esperienza in mezzo ai grandi?
Sono partito tranquillo, senza velleità di fare classifica e con l’unico obiettivo di portare la macchina al traguardo, poi però durante lo shakedown ho visto che piloti esperti non stavano facendo meglio di me e questo mi ha incoraggiato. Credo che sarei potuto entrare nella top ten se nella decima speciale non avessi buttato via tutto mettendo una ruota in un canale di scolo. Purtroppo la neve ci ha tirato giù e non essendoci pubblico è stato complicato uscirne. Peccato perché domenica i tempi sono tornati ad essere buoni, un risultato che voglio considerare come beneaugurante per il prosieguo.

Hai intrapreso quest’avventura con un tuo team tutto italiano e al momento di scegliere le gomme hai optato per Pirelli. E’ un puro fatto di nazionalismo?

No, non c’era quel genere d’intenzione, comunque aver ottenuto la sponsorizzazione del brand milanese è positivo. Sono tra i migliori produttori di pneumatici e inoltre rispetto a quanto accadeva con Michelin con loro si può dialogare.

La livrea verde militare della tua Fiesta è senz’altro la più riconoscibile e particolare del gruppo. Da persona vicina alla moda essendo figlio di Miuccia Prada, quanto ritieni che conti lo stile in uno sport così grezzo?
Più che il look credo sia importante portare delle novità dato che in confronto ad altri settori del motorsport questo si rinnova poco.

E la laurea in filosofia serve per affrontare questo lavoro?
Non saprei dire quanto mi stia aiutando o quanto dipenda dal mio carattere. Mi piaceva la materia e dunque ho intrapreso quegli studi senza pensare a ciò che sarebbe stato dopo.

Tuo papà è il patron di Luna Rossa, come mai ha preso la strada motoristica anziché la vela?
Mi sono sempre interessate le gare, poi ne ho fatta una per gioco come fosse un corso di guida ma a causa di un danno al semiasse mi sono dovuto ritirare. A quel punto mi sono detto che dovevo ritentare. Volevo portarne a termine almeno una e da lì è diventata una specie di droga. E’ stato più un caso che una vera e propria scelta di vita ponderata.

Il rally in Italia non sta passando un gran momento in fatto di popolarità e credito. Pensi che con il tuo arrivo potrà cambiare qualcosa?

Lo spero perché vorrebbe dire che sto facendo bene. Personalmente ritengo di essere la dimostrazione che se si investe sui giovani si può portarli ad alto livello, tuttavia da qui a dire che riavremo un campione del mondo ce ne passa.

Dall’annuncio del salto di classe hai sentito un aumento d’interesse nei tuoi confronti?
Sì, anche la pressione è cresciuta ma è normale che sia così e lo accetto di buon grado.

Adesso che l’impegno è più consistente, hai modificato il tuo tipo di preparazione?
Fisicamente sono sempre stato allenato, direi più di altri colleghi, perché gioco a calcio, ad ogni modo ritengo sia maggiormente una questione psicofisica e di organizzazione nel dettaglio della gara, quindi parecchio lavoro di scrivania e analisi dei video.

E cosa dici del tuo nuovo navigatore Giovanni Bernacchini chiamato a sostituire il partente Mitia Dotta?
Sono molto soddisfatto. Ha grandissima esperienza e ciò mi dà fiducia. Quando mi sono trovato a dover cercare qualcuno non ho potuto che pensare a lui.

In quale round del calendario vorresti ottenere un buon risultato e quale ti dà più emozione?
Amo molto la Svezia per la neve, mentre mi piacerebbe fare bene in Sardegna.

Invece se dovessi dare un consiglio al pubblico quale prova suggeriresti di andare a vedere?

Probabilmente la Finlandia.

Terra o asfalto?

Terra tutta la vita.

Infine cosa ci possiamo aspettare da te quest’anno?
Non lo so neanch’io. Posso solo garantire che ce la metterò tutta per progredire nel corso del campionato, poi vedremo. Di certo non sarà facile né scontato vincere o distinguermi in mezzo ai più forti.

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