Qualche settimana fa il team principal di Hyundai Motorsport era stato tra i primi a parlare di un problema economico che avrebbe interessato il mondo del WRC e e squadre coinvolte, alle prese con gli effetti della pandemia del coronavirus che ha messo in ginocchio il pianeta ed il mondo dello sport.
I team del WRC e le perdite del settore automobilistico
Meno eventi, meno visibilità per gli sponsor, meno introiti: ma non è un problema che riguarda solo i team, visto che come sottolinea Adamo, Hyundai, Toyota Gazoo Racing ed M-Sport, i tre protagonisti del Mondiale Rally, sono «in qualche modo collegati ad un costruttore automobilistico». Il mercato automotive soffre ugualmente, con crolli verticali, quindi per l’immediato futuro alcune cose dovranno cambiare anche nel WRC: i costruttori infatti dovranno rientrare dalle perdite, rivedendo le varie voci di spesa tra cui quelle relative alle partecipazioni nei campionati sportivi.
Non è soltanto una questione che si esaurisce nella stagione in corso, in cui si lavora per salvare il salvabile almeno dall’autunno (cara grazia se il WRC ripartisse in agosto dal Rally di Finlandia), cosa per la quale la FIA è attualmente impegnata, ma parliamo di effetti che si ripercuoteranno anche nel 2021, come è convinto Adamo. «Dobbiamo vedere cosa ci diranno riguardo questa stagione, ma dobbiamo pensare già adesso al prossimo anno perché il budget e il denaro disponibili saranno diversi», spiega il team principal di Hyundai al portale DirtFish. «Come affronteremo il 2021, quali azioni dovremo decidere ora di mettere in atto già per il prossimo anno: penso questo sia il quadro, che sarà più complicato di quanto possiamo attualmente immaginare».
Andrea Adamo: “Passata l’emergenza sanitaria faremo i conti con quella economica”
Tra il pessimismo ed il pragmatismo, Adamo crede che dopo i primi tre appuntamenti del WRC regolarmente svolti quest’anno possa sussistere il rischio di non vedere altre gare per il 2020. «Dobbiamo affrontare la realtà, e la realtà al momento non è chiara. Non sappiamo se i Paesi apriranno i loro confini o meno, e penso di poter permettermi di dire che non possiamo scartare la contropartita economica che potremmo avere. Perché ora, ovviamente e giustamente, tutti sono concentrati sulla situazione del coronavirus, sulla salute e sulla gestione del COVID-19, ma purtroppo – non voglio essere troppo pessimista – presto il lato emotivo e sanitario passerà e ci ritroveremo ad affrontare la realtà».