X

WRC | Andrea Adamo preoccupato per il 2021: “Dobbiamo contenere i costi, il rally non è la Formula 1”

Il campionato WRC non stava proprio navigando in cattive acque, pur con soltanto tre costruttori impegnati nella massima competizione iridata e nel pieno di una fase di transizione verso la tecnologia ibrida a regime dal 2022. Negli ultimi anni il Mondiale ha vissuto una crescita importante sia dal punto di vista dello spettacolo offerto, che dal lato del suo valore commerciale, ma la tegola del coronavirus ha messo a nudo il re e spinto il campionato in un angolo: tante, troppe cancellazioni di appuntamenti, con solo tre gare disputate ed altre tre rimaste (più due soltanto rinviate, per ora), e sullo sfondo lo spettro della crisi economica che potrebbe complicare la presenza dei team nel WRC.

Adamo: “Il 2021 è in una situazione ancora più difficile del 2020”

Andrea Adamo, a capo di Hyundai Motorsport, è stato uno dei primi a far suonare l’allarme sulla sostenibilità della competizione, sia per questa stagione che per quella successiva. Le case costruttrici da cui derivano le squadre hanno affrontato e stanno affrontando in questo periodo una forte contrazione del mercato, sebbene l’automotive sia considerato un porto più sicuro dagli utenti rispetto ai mezzi pubblici. Ma sta di fatto che la crisi è generalizzata, investe un intero indotto, e potrebbe avere grosse conseguenze sugli impegni motorsportivi. In una intervista a World in Motorsport l’ingegnere piemontese è ritornato sulle incertezze che attendono Hyundai Motorsport e gli altri protagonisti del WRC, assieme a tutto il campionato, nell’immediato futuro.

«Se non reagiamo ora, o se non agiamo per niente, avremo un problema», spiega Adamo. «Lavoro con i miei colleghi per cercare di garantire il 2021, perché il 2020 è in pericolo, ma penso che il 2021 si trovi  in ​​una situazione ancora più pericolosa, perché non vedo come posso avere lo stesso budget che avevo a disposizione quest’anno. Quando chiediamo il budget per il 2021, se non disponiamo delle misure appropriate per ridurre i costi, il rischio è che qualcuno possa restare senza soldi. Quando chiedi alla commissione di darti dei soldi, ti viene chiesto “quanti soldi hai bisogno per vincere”, non “quanti soldi hai bisogno per rimanere nella competizione”. Se non sono in grado di darmi i soldi per vincere, me lo diranno semplicemente, noi non ti daremo i soldi».

“Non dobbiamo spendere somme ingenti per le auto del WRC”

Hyundai Motorsport per questa stagione cercherà di tamponare ovviando alla mancanza di appuntamenti WRC per tutta l’estate, salvo piani alternativi da parte di FIA e WRC Promoter. Ecco quindi che è stato stilato una specie di programma di emergenza per schierare i propri equipaggi negli eventi che si terranno in Europa, Italia compresa, e rimettere su strada le Hyundai i20 Coupé WRC e R5. Ma per il futuro bisogna correre già da ora ai ripari, sostiene Adamo. «Dobbiamo agire, perché se reagiamo ai problemi, sarà troppo tardi. Il problema molto chiaramente, che ho già cercato di spiegare alla gente della FIA e al promotore, è che questa cosa non è una malattia temporanea – è un grosso problema che avremo in futuro. Dobbiamo essere intelligenti e stabilire regole che non ci costringano a spendere una enorme quantità di denaro per realizzare queste auto. Se la cosa sarà conveniente, noi ci saremo; in caso contrario, i miei capi mi diranno cosa fare».

“Il rally non può essere come la Formula 1”

Recentemente Adamo ha lodato il percorso che sta portando alla definizione completa delle regole tecniche per il WRC 2022, spiegando che se la cosa fosse stata decisa esclusivamente dagli ingegneri – a costo di andare contro la sua categoria – i costi si sarebbero impennati (ma per Tommi Mäkinen di Toyota Gazoo Racing i risparmi non saranno invece assicurati). Tuttavia, per il team principal di Hyundai Motorsport bisogna comunque rivedere le normative affinché il WRC non diventi una specie di Formula 1, intraprendendo quindi un percorso «troppo specifico» e con una corsa al rialzo in termini tecnologici e quindi di costi, perdendo così di vista il fine principale al di là dell’aspetto sportivo:  garantire uno sbocco nel mercato delle auto di tutti i giorni, utilizzando il WRC come vetrina per le proprie vetture. «Se vuoi rendere il rally come la Formula 1, lo ucciderai. Abbiamo visto come in passato ci siano già stati tentativi e non è mai stato un grande successo. Non puoi trasformare il rally in Formula 1; non funzionerà mai».

 

 

Luca Santoro:
Articoli Correlati