WRC | Acropolis Rally, vince Neuville ed è trionfo Hyundai con uno storico podio

Ma non è tutto rose e fiori

Un Acropolis Rally pieno di colpi di scena: Hyundai conquista una storica tripletta sul podio, ma scoppia la grana Tanak e sugli ordini di scuderia; M-Sport festeggia giusto un altro grande risultato di Loubet, mentre Toyota registra il suo primo disastro stagionale. E nel WRC2 si riapre tutto
WRC | Acropolis Rally, vince Neuville ed è trionfo Hyundai con uno storico podio

Thierry Neuville finalmente ce l’ha fatta, portandosi a casa la sua prima vittoria in un 2022 che per lui è stato avaro di soddisfazioni, controbilanciate da qualche frustrazione di troppo. Ma ecco arrivare il trionfo all’Acropolis Rally, decimo appuntamento di questa stagione del WRC: la gara sugli sterrati greci, inoltre, certifica la rinascita di Hyundai Motorsport, visto che il team è riuscito nell’impresa storica di occupare tutti i piazzamenti del podio.

Trionfo storico per Hyundai Motorsport

È la prima volta che la scuderia di Alzenau conquista la tripletta al vertice di una gara del campionato del mondo di rally, occupando in questo caso il secondo posto con Ott Tanak ed il terzo con Dani Sordo (che in tutti e tre gli eventi che ha svolto sino ad ora in questo 2022 è sempre andato a podio). Neuville invece si porta a casa la sua prima gara dal Rally di Spagna dello scorso ottobre, ed è il suo primo successo con una vettura Rally1: «Finora è stata una stagione difficile ed ottenere la vittoria dopo un weekend molto complesso in Belgio [l’Ypres Rally dello scorso agosto, dove si era anche dovuto ritirare, ndr] è un sollievo. La cosa più importante è che abbiamo messo a segno 1-2-3 per la squadra, dopo tutti questi anni finalmente ce l’abbiamo fatta ed è un momento storico per il marchio e il team. Tutti hanno lavorato sodo per questo ed è una bella ricompensa», ha commentato a caldo il belga.

Ma esplode il caso degli ordini di scuderia

Tuttavia il trionfo Hyundai è stato adombrato dalle discussioni sugli ordini di scuderia. Tanak, infatti, avrebbe potuto approfittare delle difficoltà vissute nell’Acropolis dall’attuale leader del WRC 2022 Kalle Rovanpera, e riaprire così ulteriormente la corsa verso il titolo visto che è praticamente l’unico rivale rimasto al finlandese di Toyota Gazoo Racing per la contesa nella classifica Piloti. Neuville era partito con il piede giusto nella spettacolare PS1 di giovedì sera ambientata nello Stadio Olimpico di Atene (iniziativa lodata da tutti, equipaggi ed addetti ai lavori, e che ha registrato grande successo di pubblico). 

Il venerdì è stato all’insegna di M-Sport, con Sébastien Loeb e Pierre-Louis Loubet ai primi posti, ma Neuville comunque era in zona quarto posto disputando una buona giornata di gara. Tanak alle sue spalle, piegato però da un problema all’unità ibrida della sua i20 N Rally1. Sabato la svolta: cadono gli M-Sport, con Loeb alle prese con un problema tecnico all’alternatore della propria Ford Puma Rally1 (deciderà quindi di ritirarsi) e Loubet che perde posizioni a causa di una foratura. Inizia così la scalata degli Hyundai, con Neuville che balza al primo posto e riesce a controllare con intelligenza la corsa. Subito dietro di lui Tanak, e qui è partito il dibattito: la squadra doveva dire al belga di rallentare e cedere il posto all’estone, giacché il primo non ha più ambizioni di titolo a differenza del secondo? Alla fine, come abbiamo visto, nessuna cortesia tra piloti: Neuville aveva fatto capire bene, ai microfoni di DirtFish, di non avere intenzione alcuna di abdicare (e tutto sommato ne aveva ben donde, visti i rospi che ha dovuto ingoiare quest’anno prima di arrivare alla tanto agognata vittoria), e neppure Sordo, perché nella giornata di venerdì, lui che veleggiava in zona top 5, non ha dato spazio a Tanak, scivolato dietro l’iberico (lo spagnolo dirà a DirtFish di non aver letto il messaggio sul cellulare della squadra in cui gli si diceva di scambiarsi di posto con il compagno di squadra, in modo tale che il giorno dopo quest’ultimo avrebbe giovato di una migliore posizione di partenza, e poi ha comunque specificato che no, non avrebbe ceduto il passo in ogni caso). Notare che Sordo ha poi commentato: «Se Ott è arrabbiato con me, forse un giorno gli passerà. Altrimenti, non è un problema».

Alla fine il presidente di Hyundai in persona, Sean Kim, dopo la terzultima prova speciale ha chiamato la squadra, dicendo di lasciare le posizioni invariate. E questo nonostante una vittoria di Tanak avrebbe comportato sette punti in più e un margine ancora più stretto su Rovanpera. L’estone, forse per reagire a ciò, alla fine si consolerà anche con il miglior tempo nella Power Stage finale, che vuol dire 5 punti extra. Avremo tempo di approfondire queste mosse da parte di Hyundai, che curiosamente ha sacrificato la possibilità di accorciare le distanze per il titolo piloti con una decisione arrivata nientemeno dall’alto (con il precedente team principal Andrea Adamo forse avremmo vissuto un’altra storia). Sembra inoltre che il clima si sia fatto plumbeo attorno a Tanak, che pare sia sempre più mal sopportato in Hyundai (e il diretto interessato, di cui si vocifera un approdo in un altro team il prossimo anno, forse forse dovrebbe farsi qualche domanda in merito).

M-Sport, gioie e dolori

Ma torniamo all’Acropolis. Dietro al podio troviamo al quarto posto un ottimo Pierre-Louis Loubet, che ha lanciato un’Opa sulla sua promozione a tempo pieno in M-Sport dopo una prestazione in cui ha ottenuto le sue prime due vittorie in altrettante prove speciali del WRC ed essere giunto per la prima volta in testa nel venerdì di gloria della squadra britannica. Poi è toccato a Loeb, nonostante l’errore in un tornante che ha dato poi il successo al compagno di squadra Loubet, il quale sabato ha dovuto fare i conti con l’improvvida foratura che lo ha fatto scendere al settimo posto. Ma alla fine per la seconda volta quest’anno dopo il Rally Italia Sardegna di giugno il giovane francese ha ottenuto uno splendido quarto posto. Tornando a Loeb, per la terza volta nell’attuale stagione in quattro appuntamenti affrontati ha dovuto fronteggiare problemi tecnici alla Puma. Stessi guai per Gus Greensmith, la cui Ford lo ha tradito per un problema al motore sabato, forzandolo al ritiro. Chiuderà 29esimo, consolandosi con i due punti extra ottenuti nella Power Stage con il quarto miglior tempo. Infine, Craig Breen ha patito ancora una volta la sfortuna per via di una foratura nella giornata di venerdì, mentre lottava tra i primi 5. Assestato il colpo, l’irlandese ha poi reagito conquistando il quinto posto finale.

Toyota, solo dolori

Per Toyota Gazoo Racing l’Acropolis è stato un mezzo disastro. L’unico a salvarsi è stato Takamoto Katsuta, sesto, ma per il resto sono stati solo dolori: Rovanpera forse per la prima volta quest’anno ha sofferto il fatto di dover aprire le strade per primo il venerdì, chiudendo nono; il sabato è andato a sbattere contro un albero, per poi terminare la sua gara 15esimo consolandosi con i 4 punti bonus della Power Stage. «Uno dei peggiori weekend della mia carriera», l’ha definito il pilota, ancora in testa nel WRC ma con un vantaggio ridottosi su Tanak da 72 punti a 53 (76 quelli che invece deve recuperare Neuville, terzo in classifica; in quella dei Costruttori Hyundai si avvicina a meno 63 lunghezze da Toyota, ed in precedenza erano 88).

Male anche Esapekka Lappi, che lottava per il podio prima che un problema al carburante della sua GR Yaris Rally1 alla fine di sabato ne pregiudicasse le ambizioni; catastrofe anche per Elfyn Evans, costretto al ritiro nella giornata di domenica per una perdita di potenza al motore in un tratto di trasferimento.

Lindholm vince nel WRC2, per Mikkelsen si mette male

La top ten assoluta si chiude così con i protagonisti del WRC2, la cui vittoria è andata ad Emil Lindholm, sulla Skoda Fabia Rally2 Evo di Toksport. Il finlandese vince anche nel WRC2 Junior e balza al comando, approfittando del pauroso incidente di Chris Ingram, volato giù da una scarpata con la propria Fabia il sabato (equipaggio fortunatamente illeso). Tornando al WRC2, ricordiamo il mezzo flop di Andreas Mikkelsen, autore di un errore clamoroso nella PS1 (scontro contro le barriere dopo un salto), per poi chiudere solo settimo di categoria. Per bissare il titolo dello scorso anno si fa dura, visto che nel suo saldo ci sono già i due ritiri in Portogallo e Sardegna, e per ottenere il trionfo servono i sei migliori risultati su sette gare, quota totale a cui il norvegese è già arrivato: uno dei suoi diretti e più pericolosi rivali per il titolo, Kajetan Kajetanowicz, invece no, e potrebbe partecipare agli ultimi tre appuntamenti della stagione, a differenza di Mikkelsen.

Acropolis Rally 2022, classifica finale

 

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