In coda all’Acropolis Rally sono arrivate una serie di novità sia per il breve termine del WRC che per il futuro prossimo. Nel primo caso, parliamo del calendario 2021, rimasto orfano dell’ultimo appuntamento stagionale, vale a dire il Rally del Giappone previsto inizialmente per l’11-14 novembre.
Torna l’ACI Rally Monza
Circolava la voce ad un passo dall’ufficialità della sostituzione della tappa nipponica con l’ACI Rally Monza, evento di riserva già testato con successo come sostituto dell’Ypres Rally nella scorsa stagione, dove anche in quel caso chiuse il campionato. Ora il WRC Promoter ha confermato che l’appuntamento italiano anche nel 2021 terminerà il Mondiale, nelle date che vi avevamo già anticipato del 19-21 novembre.
Il calendario 2021 quindi torna ad avere dodici gare. Soddisfazione ovviamente da ACI Sport, organizzatore del Rally di Monza, e dal presidente dell’Automobile Club d’Italia Angelo Sticchi Damiani, che ha commentato: «La conferma dell’ACI Rally Monza all’interno del Campionato Mondiale Rally dimostra da un lato il sodalizio tra Automobile Club d’Italia, FIA e WRC Promoter che si basa su un rapporto reciproco di fiducia e rispetto, e dall’altro il valore del format di questo rally che è stato molto apprezzato lo scorso anno. Ancora una volta l’Automobile Club d’Italia si è messa a disposizione fornendo una location unica che sarà la cornice straordinaria del finale di stagione del WRC 2021, in modo che si possa completare il calendario di questa serie mondiale in un momento ancora piuttosto duro. Il Tempio della Velocità di Monza accoglierà nuovamente le vetture del WRC sperando che gli appassionati possano essere la ciliegina sulla torta di questo straordinario evento».
Porte aperte per l’ACI Rally Monza 2021?
Rispetto allo scorso anno, dove ancora non avevamo i vaccini e i green pass, si punta ad avere del pubblico, soprattutto nell’Autodromo, mentre sarà dura avere spettatori per le prove speciali, che dovrebbero svolgersi nella zona montuosa a nord della pista (nel 2020 si disputarono nel bergamasco). Jona Siebel, amministratore delegato di WRC Promoter, ha sottolineato lo spettacolo offerto dall’ACI Rally Monza nella sua prima edizione, aggiungiamo noi foriera di colpi di scena che fecero cadere i più diretti avversari di Sébastien Ogier sino all’incoronazione di quest’ultimo. «L’evento di quest’anno si terrà prima, ma il Tempio della Velocità assieme alle strade difficili ai piedi delle Alpi garantirà che l’azione sarà ugualmente mozzafiato. Siamo ovviamente estremamente amareggiati dalla cancellazione, per ragioni inevitabili, del FORUM8 Rally Japan dopo tanto duro lavoro. Allo stesso modo, siamo grati per l’impegno di ACI nell’intervenire nuovamente con breve preavviso per fornire un finale adeguato alla stagione WRC. […] Rimaniamo totalmente impegnati – conclude Siebel – a tornare in Giappone nel 2022 allorché siamo sicuri che le condizioni lo permetteranno».
Yves Matton, a capo del settore Rally in FIA, ha quindi spiegato: «L’ACI Rally Monza è stato introdotto in una fase molto avanzata la scorsa stagione, eppure gli organizzatori sono riusciti a offrire un evento forte e innovativo attorno all’iconico circuito. Il presidente Angelo Sticchi Damiani e il suo team dell’ACI hanno dimostrato di avere tutte le carte in regola per organizzare un evento WRC di altissimo livello ed è una notizia molto positiva poter contare sul loro impegno e professionalità anche quest’anno per ospitare la finale di campionato».
Slitta almeno per i prossimi tre anni l’ibrido nelle Rally2
Sempre Matton ha in questi giorni affrontato una questione che riguarda il futuro del WRC e in particolare di una classe di vetture, la Rally2, che si pensava potesse seguire il destino delle “superiori” Rally1, ovvero aprirsi all’ibrido come faranno queste ultime – almeno nel Mondiale – dal 2022. Tuttavia questa tecnologia non verrà introdotta per le ex R5 per i prossimi tre anni, almeno, sulla scorta delle indicazioni dei costruttori.
Salta quindi il piano concernente le Rally2 ibride al debutto nel WRC 2023, come riporta DirtFish. Matton ha spiegato il perché di questo slittamento: i vari costruttori in prima linea con queste vetture (pensiamo a Skoda, a Hyundai, Ford, Citroen…) ritengono per ora sufficiente l’introdurre un carburante di tipo sostenibile e da fonti rinnovabili. «All’inizio, un costruttore ha spinto molto per avere un sistema ibrido a bassa tensione. Un anno fa la storia era diversa e i costruttori erano interessati, ma ora la situazione è cambiata», ha rivelato il dirigente FIA, che ha ritenuto difficile la prospettiva dell’implementazione della nuova (nuova si fa per dire ovviamente) tecnologia nel breve termine.
Una conferma di questa tendenza è stata riportata, sempre da DirtFish, da una fonte interna ed anonima dei costruttori, secondo cui il costo dell’ibrido «è troppo alto in questo momento», considerata la congiuntura economica mondiale tra pandemia e crisi dei semiconduttori. Un sistema a bassa tensione poteva essere una alternativa a costi sostenibili, ma «sarebbe servito del tempo per renderla affidabile. Queste cose non sono ciò di cui abbiamo bisogno nelle categorie Rally2, almeno attualmente». In tempi non sospetti Andrea Adamo, team principal di Hyundai Motorsport, aveva già espresso delle riserve sull’introduzione dell’ibrido nelle vetture Rally2.
Crediti Immagine di Copertina: Hyundai Motorsport