Sappiamo che tra il WRC Promoter e i team sussista una diversità di vedute sul numero di gare delle prossime stagioni del WRC, a partire dal 2021: il primo punta nell’immediato a riuscire a stilare dodici round, mentre i secondi, alla luce anche del mutato contesto economico globale, mirano a contenere questa cifra, o male che vada non andare oltre. E questo nonostante il Promoter speri più avanti di realizzare un calendario con ben sedici eventi.
Andrea Adamo: “Più di dodici round non sono sostenibili”
Una prospettiva di ampie vedute inattuabile nel momento attuale e nell’immediato futuro, anche perché archiviato questo complesso 2020 bisognerà pensare ad una stagione 2021 quanto più sostenibile possibile. Per ora sono stati svelati nove round (salvo modifiche spinte dalla pandemia), con il Direttore Rally della FIA Yves Matton che sino ad oggi è rimasto vago sul numero preciso finale, pur riconoscendo che sia necessario contenere i costi come chiedono i team. Andrea Adamo, team principal di Hyundai Motorsport, di recente ai nostri microfoni si è espresso così sul prossimo campionato: «Più che volontà, parliamo di una necessità indispensabile. È una questione di collaborazione tra FIA e WRC Promoter. Al massimo devono esserci undici-dodici gare». Un punto di vista su cui converge anche il direttore tecnico di Toyota Gazoo Racing, ovvero Tom Fowler, che a DirtFish ha spiegato: «In un anno normale per noi, la nostra opinione è che più di dodici rally non sono realmente necessari. Un rally al mese è già una grande impresa e il Promoter spinge per avere ancora più eventi, ma non credo che ci sia davvero una comprensione di cosa significhi in termini di squadra».
Tom Fowler: “Andare oltre le dodici gare non è fattibile, il WRC Promoter non può non saperlo”
Parole nette, circostanziate ulteriormente dal rappresentante Toyota con il fatto che con dodici gare si possono utilizzare al meglio le risorse di una squadra, che comprende lo staff di meccanici, ingegneri e quant’altro da utilizzare non solo per gli appuntamenti competitivi ma anche per i test e così via. «Ma non appena hai più di una gara al mese – prosegue Fowler – ti trovi in una situazione in cui, anche dal punto di vista legale ed etico, non puoi chiedere alle persone di fare quella quantità di lavoro. Perciò devi iniziare a considerare l’organizzazione di turni per il personale e pure saltare gli eventi non appena vai oltre ciò che è umanamente possibile per un team organizzato su un unico turno. La cosa aumenta semplicemente i costi e aumenta enormemente l’investimento richiesto in risorse e attrezzature. Il promotore ha le informazioni per esserne a conoscenza, sa che aspetto ha un’auto da rally quando la gara finisce. Devono capire che non ci limitiamo a pulirla e spedirla indietro per averne un’altra. Bisogna capire che quello che stiamo correndo non è la Formula 1 in termini di dimensioni dei team, dei budget disponibili e anche quello che effettivamente accade alle vetture».
Richard Millener: “Non vogliamo fare più di una gara al mese”
E se questo è il punto di vista di una corazzata come Toyota Gazoo Racing, figuriamoci per un team semiufficiale come M-Sport che ultimamente ha subito più di tutti il peso della crisi innescata dal Covid, oltre a fare i conti con un calendario 2020 che in autunno metterà in croce la loro capacità logistica. Spiega il team principal Richard Millener, sempre su DirtFish: «Siamo in procinto di andare a fare un rally ogni due settimane [al riavvio di questa stagione, ndr] e abbiamo appena perso persone da M-Sport», riferendosi ai sofferti recenti licenziamenti di una sessantina di lavoratori. «Non vorremmo andare oltre un round al mese l’anno prossimo. Fare di più diventerà più difficile e questi prossimi mesi saranno un duro lavoro. Se abbiamo dodici eventi, significa uno al mese, ma chissà cosa succederà a gennaio, febbraio e marzo?», e qui invece si riallaccia alla situazione del coronavirus, nel caso di nuove ondate nei periodi più freddi. «Penso che facciamo bene ad ottenere dodici eventi l’anno prossimo. Se guardiamo all’Australia, non sanno quando apriranno di nuovo i loro confini e il Sud America sta attraversando di nuovo tempi davvero difficili», chiosa Millener. Non a caso nel 2021 si darà priorità agli appuntamenti in Europa: l’apertura sempre più globale del WRC per ora può aspettare.