Oliver Solberg prosegue il suo cammino nel campionato WRC andando ad affrontare per la prima volta il Rally del Messico, che per il giovane pilota figlio d’arte sarà un battesimo del fuoco in un evento con caratteristiche uniche nel calendario mondiale.
Oliver Solberg torna alla guida della Volkswagen Polo R5
Il pilota appena maggiorenne andrà così a disputare il suo terzo evento stagionale iridato, dopo il debutto al Rallye di Monte Carlo culminato con un dignitosissimo 25esimo posto assoluto ed essere entrato nella top 20 del Rally Svezia, con tanto di quinto posto nel WRC3: Solberg nell’appuntamento scandinavo avrebbe potuto raggiungere un podio, cosa che avrebbe segnato la sua giovane carriera, ma per via di una foratura lenta proprio nell’ultima prova speciale l’impresa è andata a farsi benedire.
Al Monte Carlo il norvegese ha corso con la Volkswagen Polo GTI R5, mentre nell’appuntamento successivo è partito il programma come pilota nell’orbita di Skoda Motorsport, motivo per cui in Svezia ha gareggiato a bordo di una Fabia Rally 2, vettura che alternerà quest’anno con la Polo. Ed infatti il suo debutto in Messico sarà a bordo dell’auto tedesca, sempre con al suo fianco il navigatore Aaron Johnston. Per prepararsi alla gara al via questa settimana (qui i dettagli), Solberg ha svolto una giornata di test proprio in Messico, ma ovviamente non ha potuto sottrarsi ai consigli del padre, già al via in molte occasioni della gara centroamericana (l’ultima nel 2012), dove ha ottenuto alcuni podi e la vittoria nel 2005.
Solberg e i consigli del padre per il Rally Messico
«Mio padre mi ha parlato di uno stile di guida leggermente diverso: in Messico, l’auto può perdere fino al 25% della sua potenza perché guidiamo a oltre 2000 metri d’altitudine», spiega Solberg nelle dichiarazioni riportate dal sito Rallye Sport, soffermandosi sulle difficoltà uniche del terzo appuntamento del WRC. «Quindi – prosegue – devi essere molto più preciso in curva: se riscontri problemi in una di queste, non puoi essere sicuro di poter ripartire. Come a Monte Carlo all’inizio della stagione, il Messico è unico considerata la sfida che rappresenta. In effetti, sul Monte, abbiamo neve, ghiaccio e il fondo cambia costantemente durante la gara. Ma in Messico abbiamo strade ad alta quota che influenzano davvero la potenza del motore e abbiamo anche prove speciali piene di pietre e pericoli».
Solberg in Messico per acquisire esperienza
L’alta quota che si raggiunge in alcune PS del Messico fa sì che la pressione dell’aria cali, diventando più rarefatta ed influenzando i processi di combustione dei motori termici. Cala quindi la potenza, giacché questi processi hanno bisogno dell’ossigeno per innescarsi. Inoltre parliamo pur sempre di un evento su sterrato, con tutte le difficoltà che ne conseguono, sebbene proprio su questo fondo Solberg ha impressionato vincendo a soli 17 anni il Rally Liepāja valido per l’ERC, e proprio a bordo di una Polo GTI R5.
«Un’altra questione importante in Messico – prosegue la sua disamina il giovane pilota – è la strada che può via via cambiare. Alcune prove speciali possono essere piuttosto difficili. Dobbiamo stare attenti alle enormi rocce. Andremo in Messico per acquisire esperienza e gareggiare lungo le tre giornate. È la mia massima priorità. È un evento così diverso per me, non ho mai affrontato nulla di simile prima. Io e il mio copilota dobbiamo redigere delle buone note e concentrarci totalmente su di esse durante la gara».
Crediti Immagine di Copertina: Oliver Solberg, Pagina Ufficiale Facebook