Christian Fittipaldi, Johnny Herbert, Christian Klien e Mika Salo. Confronto impari, ma indubbiamente stimolante per Mauro Cesari, che quest’anno ha avuto come compagni di squadra ben quattro ex F1. Per il pilota spoletino, al quinto anno nella SUPERSTARS, la sfida è servita.
Nuova squadra e vettura (la Maserati Quattroporte dello Swiss Team) ed un continuo alternarsi di protagonisti di primo piano delle quattro ruote al proprio fianco, sull’altra “supercar” del Tridente. Migliore piazzamento: il sesto posto del Mugello. Ma dal finale di stagione Cesari si aspetta tanto. Il driver umbro si confida e spiega perché il 2012 è da considerare un’annata positiva.
“Se il 2009 era stata la mia migliore stagione, avendo ottenuto il terzo posto nella Serie Internazionale con la BMW della Caal Racing, il biennio 2010-2011 per me è sicuramente da dimenticare, costellato da tanti ritiri – racconta Cesari -. Quest’anno sto vivendo viceversa un’esperienza unica. Avere come compagni di squadra nomi così importanti ha rappresentato un’ulteriore sfida. Il team è al “top” e la vettura è molto impegnativa da guidare, avendo come punto di forza un eccellente “handling”. La differenza non la fa il motore ma il pilota, che deve saperla portare al limite in ogni condizione. Per chi, come me, è a corto di test, vi assicuro che non è un’impresa facile”.
Cosa si attende Cesari dagli ultimi tre appuntamenti del campionato? “Il mio obiettivo è migliorarmi nella qualifica, che rappresenta un pò il mio punto debole. Il fatto di ottenere sistematicamente il giro più veloce in gara 2, è sintomatico che percorrendo più chilometri al volante riesco ad abbassare i tempi e ad avvicinarmi al livello dei professionisti. Adesso però mi diverto davvero e al Mugello, risultato a parte, ho potuto lottare con la Mercedes di Liuzzi e poi sono riuscito a tenere dietro l’Audi di Kristoffersson”.
Non per ultimo c’è quindi il confronto con i compagni di squadra: “Loro sono semplicemente “stratosferici”. Salgono in macchina e dopo due giri la portano al limite. Però sono stati tutti sempre disponibili: un’ottima scuola per imparare ad andare forte. Chi mi ha impressionato di più? Indubbiamente Salo, ma Herbert è fantastico anche a livello umano. Il compagno di squadra che definirei ideale!”.