Stephane Peterhansel è senz’altro l’interprete ideale per una visione d’insieme del progetto Peugeot 2008 DKR. Queste le sue riflessioni durante il giorno di riposo.
Come giudichi la corsa finora?
C’è chi ci ha dava per out dopo tre giorni e invece siamo ancora qui, abbiamo raccolto qualche buon risultato e registrato valori di affidabilità e di competitività notevoli salvo che per lo sfortunato ritiro di una delle macchine
Si potrebbe dire che la strada ha restituito amplificati i risultati dei test pre-evento?
Decisamente, ma fatto ancora più importante ha fornito risultati totalmente nuovi su certi elementi che non avevamo avuto la possibilità di provare, mi riferisco, per esempio, al comportamento in altitudine o nelle due tappe boliviane e rese ancor più dure a causa delle atipiche e durissime condizioni climatiche.
Ci sono state anche brutte sorprese o difficoltà particolari?
Sì, ma niente di veramente grave. Il forte caldo nell’abitacolo e i setting del motore in condizioni di alta quota. Abbiamo infatti rilevato una certa fatica a riprendere dopo una fase di rilascio e questo significa che dobbiamo lavorare sulle mappature di gestione.
La Marathon, due giorni senza la possibilità di usufruire dell’assistenza dei meccanici, era lo spauracchio dell’edizione 2015. Lo è stata davvero?
Non ne facevo una dai primi anni 2000 quando il raid era ancora in Africa. A mio parere rispecchia lo spirito della corsa e nel passato ha contribuito alla creazione dell’aurea leggendaria. In questo caso è stata particolarmente dura perché all’andata siamo piombati in una situazione di meteo invernale e al ritorno abbiamo afforntato il deserto di sale di Uyuni. L’auto si è comportata benissimo e l’unico intervento fatto è stata la sostituzione gomme e una bella pulizia dei radiatori, quindi non è poi stata così paurosa, anzi si è rivelata divertente.
Quali sono gli obiettivi per la seconda e conclusiva parte della Dakar 2015? Pensi alla classifica?
Sono legati essenzialmente allo sviluppo della vettura. Non nascondo che, in cuor mio, un pensiero al podio finale ce l’avevo. Se non avessi commesso l’errore della terza tappa e perso tutto quel tempo per riparare il braccetto dello sterzo rotto forse sarebbe stato possibile. Ad oggi vedere il traguardo sarebbe già positivo per chilometri accumulati e dati raccolti.