WRC | Il campionato allarga le frontiere puntando a Medio Oriente ed USA

Forse già dal prossimo anno

In attesa che prossimamente venga ufficializzato il calendario del WRC 2023, continuano a circolare indiscrezioni sugli appuntamenti che vedremo il prossimo anno. Le ipotesi Medio Oriente ed USA
WRC | Il campionato allarga le frontiere puntando a Medio Oriente ed USA

In attesa che prossimamente venga ufficializzato il calendario del WRC 2023, continuano a circolare indiscrezioni sugli appuntamenti che potremmo vedere il prossimo anno. Il Mondiale Rally potrebbe accogliere 14 gare, secondo Autosport otto in territorio europeo e sei fuori da questi confini, ma lo stesso sito riporta una potenziale destinazione nella rosa di questi ultimi.

Il Medio Oriente torna nel WRC? L’ipotesi Arabia Saudita

Pare infatti che possa esserci già dalla prossima stagione una tappa in Medio Oriente, forse con l’arrembante Arabia Saudita che negli ultimi anni sta puntando sullo sport per contribuire ad uscire dal cono d’ombra e smontare alcuni pregiudizi (alcuni fondati, altri meno) nei confronti di un regno saudita incamminato verso una vera o presunta modernizzazione civile e sociale. Non a caso parliamo del luogo che già ospita la Dakar dal 2020, oltre all’appuntamento di apertura dell’Extreme E sin dalla nascita della serie nel 2021. Il WRC potrebbe essere l’ulteriore tassello verso l’accoglimento del motorsport mondiale, almeno se parliamo del fronte su strada e fuori strada visto che in Arabia Saudita si corre da due anni anche il GP di Gedda per la Formula 1. Dopo il massimo mondiale su pista, manca quello rallistico quindi.

“Al WRC manca una gara nel deserto”

Da notare inoltre che di recente è stato introdotto nel regno saudita anche il Rally Jameel, prima competizione del genere interamente dedicata ad equipaggi femminili. La strada insomma è segnata, anche per dare la possibilità ai protagonisti del WRC di correre anche nel deserto come ha spiegato il responsabile degli eventi del Mondiale Rally per il WRC Promoter Simon Larkin, che ha delineato il piano allo studio: «Se guardiamo al calendario in questo momento siamo coperti su neve [grazie al Rally di Svezia, ndr], abbiamo l’Africa, abbiamo il rally dell’Acropoli in Grecia e fin qui si tratta degli appuntamenti che volevamo riportare nel WRC. Adesso stiamo riflettendo sull’inserire un evento in Medio Oriente e in particolare nel deserto, cosa che ancora ci manca. La nostra ambizione è di realizzare la cosa nel Campionato del mondo di rally anche il prossimo anno, e stiamo lavorando per raggiungere questo obiettivo. Ci piacerebbe realizzare un calendario in cui gareggiamo in tutti i continenti tranne l’Antartide. Questo è ciò di cui ha bisogno il motorsport internazionale ed era quello che avevamo in programma per il 2020. Vogliamo un ritorno alla normalità assoluta già dal prossimo anno», sono le parole chiarissime di Larkin riportate da Autosport.

Il Medio Oriente è apparso nel WRC l’ultima volta nel 2011: allora si correva il Rally Giordania, già apparso nelle stagioni del 2008 e del 2010. Attualmente è sicura l’Africa con il Safari Rally Kenya forte di un accordo con FIA e WRC Promoter sino al 2026, mentre per il prossimo anno si parla anche di un ritorno del Sudamerica con in pole il Rally del Messico. Se consideriamo il fatto che potrebbero essere sei le gare fuori dall’Europa, oltre ad Africa, potenziale Medio Oriente e tappa sudamericana potremmo rivedere la Nuova Zelanda e il Giappone, tornate nel calendario in questa stagione dopo le vicissitudini legate alla pandemia che ne hanno tardato la rentrée. 

L’opzione Stati Uniti

Il sesto round potrebbe essere un altro evento in America Latina, come il Rally Argentina che pure scalpita per inserirsi di nuovo nel WRC, o anche nell’emisfero nord con gli Stati Uniti. Quest’ultima è un’altra opzione che circola da tempo, la cui potenziale candidatura è stata confermata dallo stesso Larkin: «Gli Stati Uniti rimangono il nostro obiettivo principale per un evento in futuro, senza dubbio. Stiamo ancora lavorando in tal senso per quest’anno. Nel quarto trimestre del 2022 ci aspettiamo infatti di tenere una specie di evento dimostrativo negli USA, un roadshow o una gara di prova. Gli Stati Uniti attraggono ogni singolo portatore d’interesse del campionato [ed anche Ford, in competizione grazie al team M-Sport, sarebbe molto interessato a questa opportunità per ovvi motivi, ndr]. Sappiamo che c’è una grande base di fan dai numeri del loro coinvolgimento su tutte le nostre piattaforme. Non ci sono molti altri Paesi dove abbiamo ambasciatori in attività come Travis Pastrana e Ken Block che già partecipano a questo sport. […] Dobbiamo solo trovare la soluzione giusta per una città ospitante».

L’ultima volta che il WRC si tenne negli Stati Uniti risale al 1988, con l’Olympus Rally sulle strade di Tacoma, nello Stato di Washington: quell’edizione da oltre 500 km cronometrati e 38 prove speciali fu vinta da Miki Biasion e Tiziano Siviero su Lancia Delta Integrale.

Motorionline.com è stato selezionato dal nuovo servizio di Google News,
se vuoi essere sempre aggiornato sulle nostre notizie
Seguici qui
Leggi altri articoli in Primo Piano

Commenti chiusi

Articoli correlati