Kyle Larson è stato sospeso a tempo indeterminato da iRacing, dalla NASCAR e da Chip Ganassi Racing per aver detto la “N-word” in una gara online dello scorso 12 aprile. Il pilota statunitense ha perso anche McDonald’s e Credit One Bank, i suoi sponsor principali.
L’errore di Larson in una gara online
La storia sembra prendere note importanti di razzismo da parte di Larson, ma c’è da spiegare il contesto e ciò che è successo. Durante le prove libere della “Monza Madness” organizzata su iRacing e trasmessa in diretta su Twitch, il californiano avrebbe tentato di mettersi in contatto con il proprio spotter a causa di alcuni problemi di linea e, credendo di essere in un canale privato, ha cercato di richiamarlo con un: «Hey n…, can you hear me?». La frase è stata pronunciata non in maniera denigratoria o offensiva… Peccato che Larson fosse collegato invece al canale principale con tutti gli altri piloti, udibile anche dagli appassionati che stavano seguendo l’evento. Sconcertati e increduli tutti i suoi colleghi, tra cui Anthony Alfredo (pilota di Richard Childress Racing nella NASCAR Xfinity Series) che ha sottolineato a Larson che il suo microfono era aperto e Josef Newgarden che è rimasto ad occhi aperti nella sua live personale.
Le conseguenze del gesto
Rigide le reazioni di tutti: iRacing ha comunicato la sospensione a tempo indeterminato del pilota, così come da parte della NASCAR e di Chip Ganassi Racing, il suo team. Con ciò si aggiungono anche l’addio da parte di McDonald’s e Credit One Bank che hanno preso subito le distanze. Purtroppo, negli Stati Uniti d’America la “N-word” è considerata altamente razzista e molti sono i campionati che hanno adottato sospensioni e richiami, ma in altri contesti può essere considerata solo una battuta. Si attendono ulteriori sviluppi, anche se Larson può dire che la sua carriera è ormai compromessa nonostante le scuse ufficiali.