DA MONZA – In occasione del Monza Rally Show 2018 non è mancata la presenza di Pirelli, già presente da alcuni anni con l’intento di avvicinare gli appassionati ed il pubblico in generale non soltanto a conoscere i propri prodotti per il Motorsport, ma anche le vetture che nel corso della stagione hanno avuto successi di rilievo con gli pneumatici della “Grande P”. Alla kermesse era presente anche Mario Isola (Motorsport Racing Manager) , che abbiamo avuto il piacere di intervistare su diversi argomenti.
L’impegno di Pirelli verso i giovani talenti
La parte conclusiva della nostra intervista è stata dedicata ad un argomento che affrontammo proprio con Isola un anno fa, qui all’evento brianzolo: gli investimenti di Pirelli nel promuovere i giovani italiani promettenti nel Rally e portarli il più in alto possibile.
«Sono fortemente convinto che per aiutare un giovane, soprattutto nel mondo del Rally, che richiede tanta esperienza oltre alla velocità, bisogna avere un programma di almeno cinque anni» – ha esordito Mario Isola, proseguendo: «Il talento va fatto crescere, altrimenti si rischia di perderlo. Inoltre c’è da dire che il rally è uno sport costoso e non tutti possono permettersi una stagione in WRC2. Quello che stiamo pensando con ACI Sport è come programmare il futuro»
«Il primo punto riguarda identificare i giovani, in maniera obiettiva. Il secondo passo è metterli in competizione e la Categoria R2 ha la vettura più adatta ed ha il giusto compromesso tra costo e beneficio. Se tutti hanno la stessa vettura a risaltare sarà il pilota più talentuoso. Da lì si può pensare di procedere con l’R2 in un Campionato di livello superiore – Pirelli è impegnata nel Junior ERC e nel Junior WRC – e far crescere i giovani fuori dall’Italia. All’estero le Prove Speciali hanno caratteristiche e superfici diverse: in Svezia ad esempio bisogna guidare su neve. Nel nostro paese invece si corre tanto su asfalto e non è facile trovare un giusto compromesso»
«Quest’anno si ha avuto la continuazione di un programma che si sta evolvendo anche grazie ad idee nuove che sono arrivate dalla Federazione. Se le proposte sono serie ed a lungo termine il supporto di Pirelli non manca. Quello che possiamo dare “in più” è la presenza internazionale. Avevamo pensato anche ad uno scambio di esperienze: un pilota italiano va in Scandinavia ed un pilota scandinavo giunge in Italia. Questo affinché un giovane impari le caratteristiche di un altro paese, cosa che ha funzionato con Kalle Rovanpera ad esempio».
Il sogno italiano nel WRC
Isola ha poi proseguito nella disamina del programma giovani di Pirelli: «Ci sono tanti progetti che abbiamo in mente ed altri che sono partiti. Sarebbe bello strutturarli in modo da…», si è preso alcuni secondi di riflessione il Responsabile Motorsport Pirelli, prima di proseguire: «Il sogno sarebbe il seguente. Abbiamo tanti progetti nazionali, anche di supporto ai giovani. Se riuscissimo da ognuno di questi a tirare fuori i piloti più capaci da inserire in Campionati come il Junior ERC , e successivamente al Junior WRC, io credo che chi arrivi sin lì abbia già dimostrato di avere delle ottime capacità. Un altro anno in WRC2 sarebbe utile per comprendere le R5 e dimostrare il proprio talento anche qui»
«Se un giovane italiano ha fatto tutta questa strada io fatico a credere che non ci sia un Team ufficiale che gli offra un posto in squadra. Con le vittorie accumulate dal Campionato Italiano al WRC2 gli occhi addosso sarebbero inevitabili per chiunque, solo tanta sfortuna non permetterebbe il proseguo di carriera»
«Quando promuovemmo il programma “Star Driver” i piloti migliori furono Ott Tänak, Hayden Paddon e Craig Breen, che sono tutti attualmente nel WRC. Questo vuol dire che un programma serio e che segua questi ragazzi porta agli obiettivi prefissati. Ed allora perché non dovrebbe esserci un giovane italiano? Pirelli è sì una multinazionale, ma nasce e cresce in Italia ed è importante avere piloti nostrani nelle massime serie»
«Noi continueremo ad avere questo tipo di approccio, supportando questi programmi, sapendo che lo step più difficile è creare l’ideale crescita dei piloti. Non è facile perché bisogna mettere d’accordo varie Federazioni e incentivare il sistema, creando dei premi adeguati. Però questo è il sogno cui puntiamo», ha concluso Isola.