Dopo la lunga pausa invernale e i test pre-campionato, nel prossimo weekend squadre e piloti della GP2 Series scenderanno in pista sul circuito di Sakhir per la prima tappa del calendario 2014, in concomitanza con il terzo appuntamento stagionale del Campionato del Mondo di Formula 1. Lungo un percorso iniziato nel 2005 la serie, giunta quest’anno alla sua decima edizione, ha laureato molti dei piloti oggi protagonisti della maggiore Formula. A militare nella categoria Nico Rosberg, Lewis Hamilton, Nico Hulkenberg, Pastor Maldonado e Romain Grosjean solo per citarne alcuni. Nel 2014 la GP2 Series presenta un parco piloti rinnovato da dieci esordienti: tra i rookies anche Raffaele Marciello, giovane talento della Ferrari Driver Academy di Maranello, alla sua quinta stagione di gare nell’ambito del programma ‘accademico’. Ad attenderlo undici tappe, ognuna delle quali articolata in due gare, sempre in concomitanza con la Formula 1.
Raffaele, mancano ormai poche ore al tuo esordio nella GP2 Series. Il programma di preparazione è stato completato come era nelle aspettative?
«Abbiamo disputato delle prove pre-campionato che si sono rivelate molto utili. Ho avuto la possibilità di familiarizzare con la monoposto, gli pneumatici Pirelli e con tanti aspetti per me del tutto nuovi, come i pit-stop. Avevo molta fiducia nel team Racing Engineering, con cui correrò quest’anno, e nel lavoro di preparazione fatto a Maranello nei mesi invernali, ma è stato comunque un bel riscontro ritrovarci costantemente nella top-ten, sia nelle prove di Abu Dhabi che in quelle disputate in Bahrain. Pur sapendo che dovrò confrontarmi con piloti che vantano più esperienza nella categoria, in questo primo appuntamento stagionale aspiro a finire tra i primi cinque in entrambe le prove. E’ un obiettivo ambizioso, ma che vedo alla mia portata».
Tra le nuove problematiche che dovrai affrontare in questa stagione ci sarà la lunghezza delle gare.
«La prima corsa del weekend GP2, in programma sabato pomeriggio, dura complessivamente un’ora, ma è divisa in due stint perché c’è un pit-stop obbligatorio per il cambio degli pneumatici. Dal punto di vista di un pilota è come avere due manches, tra l’altro da disputare con mescole differenti. Servirà una buona resistenza fisica, specialmente nelle corse che si disputano in condizioni climatiche più difficili. Il weekend del Bahrain sotto questo punto di vista sarà già un buon banco di prova».
Sei d’accordo con quanti indicano come un passaggio cruciale per gli esordienti l’apprendimento della gestione delle due differenti mescole di pneumatici?
«Per i piloti che arrivano da campionati minori in cui viene utilizzata una sola mescola di pneumatici, credo che l’ostacolo maggiore sia la velocità di adattamento. Mi riferisco in particolare a quelle fasi, sia in qualifica che in gara, in cui si torna in pista subito dopo un pit-stop. Quando si cambia la mescola degli pneumatici, bisogna cambiare la guida, e farlo appena si esce dai box. Guardando un Gran Premio di Formula 1 in televisione sembra tutto facile, ma quando un pilota esce dai box con mescole differenti rispetto a quelle utilizzate in precedenza, deve cambiare il punto di frenata, quello di accelerazione ed anche la velocità a centro-curva. E’ un passaggio che richiede molta preparazione».
Come cambiano le metodologie di lavoro per un pilota che, come nel tuo caso, arriva in GP2 dalla Formula 3?
«Ho corso in un team molto professionale in Formula 3, acquisendo un buon metodo di lavoro, ed anche in GP2 ho trovato una squadra con grandi qualità. Le problematiche sono diverse, ma il modo di interagire con i tecnici è molto simile».
Dovrai affrontare molti circuiti sui quali non hai mai corso?
«Le piste che non conosco in realtà sono meno del previsto. A parte quella di Sochi, che sarà nuova per tutti, per me ci sarà il debutto a Montecarlo, un tracciato decisamente atipico. Sul resto dei circuiti ho già corso».
Come giudichi il gruppo di piloti con cui dovrai confrontarti in questa stagione?
«Certamente è uno schieramento di grande livello. Ci sono nomi importanti, indicati come i favoriti della vigilia, poiché hanno già dimostrato nelle stagioni precedenti di poter vincere delle gare. Ma occorre fare attenzione anche a molti tra gli esordienti. Il rookie che mi ha impressionato maggiormente nei test è stato Stoffel Vandoorne, ma credo che non mancheranno altre sorprese».