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Giorgio Cogni, campione Suzuki Rally Trophy: “Questo inverno lavorerò per provare il salto di categoria” [INTERVISTA]

Motorionline incontra uno dei prospetti italiani più interessanti del mondo dei rally, ovvero Giorgio Cogni. Il giovane piacentino è reduce dalla campagna trionfale del Suzuki Rally Trophy, monomarca dove ha conquistato il titolo di campione 2018 a bordo della Swift Sport 1.6 R1B (e nell’ultimo round anche con la Boosterjet RSTB), guidato alle note da Gabriele Zanni.

Cogni non è più solo una scommessa di Meteco Corse, la scuderia che da anni punta sui giovani talenti: dopo essersi classificato secondo assoluto nella categoria R1 del monomarca Suzuki del 2017, quest’anno si è preso la rivincita su Simone Rivia (campione 2017) mettendo a segno una stagione clamorosa, con ben sei vittorie su sette round. E pensare che sarebbe stato un clean sheet perfetto: peccato per la sfortuna patita al Rally del Ciocco, primo appuntamento del campionato vinto proprio da Riva, che ha impedito al piacentino di portarsi in quel contesto oltre il terzo posto. In ogni caso, il dominio di Cogni è stato indiscutibile, capace di aggiudicarsi con Zanni la quinta edizione del monomarca con una gara di anticipo.
Il futuro è quindi nelle mani del talento under 25, che in questa intervista che ci ha concesso ci parla di qualche retroscena della sua stagione e, per l’appunto, gli auspici per il suo avvenire, già a partire dalla prossima stagione.

Giorgio Cogni: “La vittoria al Rallye Sanremo mi ha dato la fiducia per lottare per il Trofeo”

Hai dominato la stagione del Suzuki Rally Trophy, ma c’è stato un momento in cui hai capito che avevi la carte in regola – sia per quanto riguarda la vettura, che per le tue capacità e sangue freddo – per conquistare il monomarca?

A parte il Ciocco dove non siamo riusciti ad essere molto costanti, nelle altre gare mi sono sempre sentito molto bene con la macchina, e sicuramente la vittoria di Sanremo mi ha dato la fiducia e quella convinzione di poter lottare per il Trofeo. Allo stesso tempo però non c’è mai stato un momento in cui ero davvero tranquillo sulla conquista del campionato, fino alla vittoria dell’Adriatico.

In questa stagione sei salito a bordo della Suzuki SwiftSport 1.6 R1B, mentre nell’ultimo appuntamento del Due Valli hai provato invece la Swift 1.0 Boosterjet RSTB. Anche se è stato un cambio dettato per divertimento e per testare la vettura, da pilota quale differenza corre tra il modello aspirato e quello turbo, in termini di prestazioni e di guida?

A mio parere sono due ottime macchine con i relativi pregi e difetti. La 1.6 R1B è sicuramente una macchina supercollaudata e questo è un bel vantaggio, da guidare è divertentissima e una volta trovato l’assetto giusto in discesa si vola. Per il resto è tutto proporzionato ad un vettura praticamente di serie: cambio e freni sono adatti alla (poca) potenza della Swift. La 1.0 RSTB invece è una macchina appena uscita che però ha dimostrato di avere un gran potenziale; non mi sento di giudicarla da un punto di vista di guida perché purtroppo ho utilizzato un esemplare con assetto monovia e quindi non al pari della “vecchia”. Sicuramente avere il turbo è un grossissimo aiuto e sulle prove larghe e veloci va fortissimo ma anche nelle ripartenze ti aiuta; i punti deboli penso siano i freni, non adatti a prove lunghe, e il posizionamento del paracoppa che tocca praticamente ovunque. Tutto sommato ci vorrebbe un ibrido tra le due ma con i nuovi regolamenti 2019 la 1.0 sarà sicuramente la più veloce.

Al Rally Adriatico, dove hai conquistato il titolo, ha impressionato la tua parabola vista la tua inesperienza sul fondo terra: partito non benissimo (per usare un eufemismo), hai nel giro di poche speciali risalito la china sino a primeggiare tra veterani dello sterrato. Concentrazione, talento innato, set-up ottimale della vettura: cosa ti aiutato di più nell’ottenere il successo in una prova come quella?

Prima di tutto è stata un super soddisfazione e per come è andata penso sia stato un mix di fattori. Devo ringraziare la Sportec che mi ha aiutato a trovare subito un assetto adatto e poi ho pensato solo a divertirmi, acquistando sempre più fiducia sul fondo sterrato, che è davvero una figata. Prima della gara non mi sarei mai aspettato un risultato simile ma era importante chiudere il trofeo prima possibile.

Hai dichiarato di voler salire di livello e passare alle R2: c’è in vista una possibilità che ciò si concretizzi?

Penso e spero proprio di si. Purtroppo c’è una grandissimo salto economico tra le due classi e questo di certo non aiuta, ma cercherò di fare un buon lavoro questo inverno per poter fare un campionato di livello con una vettura di classe R2.

Dal prossimo anno, per volere della FIA, le R1 presenteranno motori di serie ma in vetture con caratteristiche da vere auto da corsa: in pratica più performanti, ma con costi di gestione contenuti. Anche se la tua volontà si proietta verso le R2, ritieni che queste modifiche potrebbero essere un incentivo per continuare anche nel 2019 con le R1?

Ad oggi l’obiettivo è l’R2 e penso sia giusto dopo quattro anni di Trofeo provare a fare il salto di categoria. Ovviamente le evoluzioni delle R1 mi interessano molto e mi farebbe piacere provarne una il prossimo anno ma, a meno che non ci siano opportunità, questo non rientra nei piani.

Guardando molto più avanti, non al medio periodo ma, mettiamo, dieci anni, in quale serie o campionato si vede Giorgio Cogni? Quali sono i tuoi obiettivi da pilota?

Per adesso non mi pongo grossi obbiettivi perché purtroppo so che è un mondo difficile, e spero di avere un bel lavoro relativo a quello per cui sto studiando. Se dovessi sognare però mi piacerebbe togliermi altre soddisfazioni, come quella di quest’anno, anche con macchine più performanti e soprattutto correre all’estero, magari con una WRC del futuro…

Luca Santoro:
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