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F2 | Red Bull sospende a tempo indeterminato Juri Vips per linguaggio razzista

Come un fulmine a ciel sereno, Red Bull ha deciso di sospendere a tempo indeterminato Juri Vips, membro del Junior Team e in forza ad Hitech GP in Formula 2. L’estone si è reso protagonista in una live su Twitch di Liam Lawson per l’utilizzo di un linguaggio razzista.

Cos’è accaduto di preciso?

Il fatto è accaduto lunedì sera, mentre Vips stava giocando in diretta sulla piattaforma Twitch con Lawson – anche lui pilota del Red Bull Junior Team) – al popolare videogame “Call of Duty: Warzone”. L’estone, in un momento concitato, ha utilizzato la “n-word”, venendo subito ripreso da un imbarazzato neozelandese.

In un altro momento, Vips si è rifiutato di indossare un cappello rosa della Red Bull perché «è gay», con connotazioni fortemente omofobiche. Sempre Lawson ha risposto lestamente dicendogli: «Non puoi dirlo».

La reazione di Red Bull

Il giorno seguente, martedì, le clip sono state condivise online e in serata Red Bull ha deciso di rilasciare una dichiarazione in merito alle azioni del proprio pilota junior: «Come organizzazione condanniamo qualsiasi tipo di abuso e abbiamo una politica di tolleranza zero nei confronti del linguaggio o del comportamento razzista all’interno di essa».

Anche Vips ha detto la sua su Instagram: «Desidero scusarmi senza riserve per il linguaggio offensivo utilizzato durante una sessione videoludica in streaming. Questo linguaggio è del tutto inaccettabile e non ritrae i valori ei principi che sostengo. Sono profondamente dispiaciuto per le mie azioni e questo non è l’esempio che desidero dare. Collaborerò pienamente con le indagini».

Anche Verstappen protagonista in passato

Non è il primo caso all’interno di Red Bull, perché proprio il campione del mondo di Formula 1 Max Verstappen diede del “mongolo” a Lance Stroll via radio durante le prove libere di venerdì del Gran Premio di Portogallo. Una parola dai toni razzisti che provocò una reazione durissima da parte di Mongol Identity e dal Governo della Mongolia. Anche Helmut Marko si arrabbiò parecchio, ma non ci furono poi altre conseguenze.

La simile storia di Kyle Larson

La storia sembra assumere gli stessi connotati di quella vissuta da Kyle Larson: l’americano (per metà giapponese) utilizzò la “n-word” durante un evento online di iRacing, rivolto al suo spotter e pensando fosse su un canale vocale privato. Il pilota venne sospeso a tempo indeterminato dalla NASCAR e licenziato da Chip Ganassi Racing, oltre a perdere tutti gli sponsor. Poi Larson tornò nel 2021 con Hendrick Motorsports a fine sospensione e vinse meritatamente il campionato.


AGGIORNAMENTO: nella serata di ieri, martedì 28 giugno, Red Bull Racing ha ufficialmente licenziato Juri Vips.

Luca Basso:
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