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Extreme E | La serie approda in Groenlandia, tra questioni ambientali e bagni nelle acque gelide

Dal caldo delle regioni desertiche e tropicali l’Extreme E si sposta questo fine settimana tra i ghiacci della Groenlandia per il terzo appuntamento stagionale, l’Arctic X Prix di scena nella zona di Kangerlussuaq.

Lo scioglimento dei ghiacci e le possibili cause

Accanto alla lotta per il campionato degli eSuv elettrici, giunto al giro di boa, c’è quindi spazio per affrontare ancora una volta i temi legati all’ambiente e alla sostenibilità, che nelle zone polari esplodono in tutta la loro dirompenza: lo scioglimento dei ghiacci è in effetti uno degli effetti più visibili del cambiamento climatico. Solo pochi giorni fa ha creato un certo scalpore ed un certo dibattito la notizia di precipitazioni non nevose a quota 3.216 metri di altitudine proprio in Groenlandia, dove in questo periodo nella zona della gara le massime possono anche arrivare a 15 gradi.

Carlos Duarte, uno degli scienziati che l’Extreme E ha accolto per i propri progetti di ricerca ambientale, ha parlato ai colleghi di DirtFish del processo che influisce sull’albedo, ovvero la riflessione della luce da parte del ghiaccio: più questo è traslucido, più riflette la luce solare, ma al contrario se diventa opaco la radiazione viene intrappolata, sciogliendolo, aumentando la quota di acqua dolce riversata nei mari e liberando infine calore. Il ghiaccio diventa più scuro probabilmente per effetto di incendi boschivi nelle aree geografiche anche lontane dalla Groenlandia, e dai prodotti di combustione che vengono liberati nell’aria e trasportati anche a lunga distanza dai venti, oltre che per via dell’inquinamento atmosferico (ma non indugiamo su questi aspetti, essendoci al momento dibattito nella comunità scientifica internazionale).

Insomma, ecco spiegato in maniera brutale e senza pretesa di precisione scientifica perché i ghiacci di queste zone a volte non sono brillanti ma opachi, se non grigi, e come ciò possa essere legato agli sconvolgimenti del clima e avere come conseguenza lo scioglimento delle calotte. «Lo scioglimento del ghiaccio è un processo molto complesso – ha proseguito Duarte – , ed è un processo non lineare. Uno penserebbe che sia semplice: scaldi l’acqua sopra i zero gradi Celsius, e diventa liquida, poi la raffreddi sotto zero gradi, e diventa ghiaccio. Ma è un sistema fortemente non lineare e quando lo metti in moto è molto difficile fermarlo. Quindi questa calotta glaciale è stata destabilizzata».

Extreme E e Fondazione Enel assieme per la ricerca

Extreme E perciò prosegue nel suo lavoro di ricerca scientifica per studiare sia l’impatto delle modifiche climatiche sul pianeta che nel portare avanti una transizione energetica sostenibile. A tal proposito, assieme alla Fondazione Enel, la serie ha annunciato di recente un progetto nato in simbiosi e che verrà portato avanti nel paddock itinerante del campionato, a bordo della nave St. Helena: parliamo del bando di ricerca Racing for the Planet, aperto ai ricercatori che hanno fatto domanda per unirsi ai progetti di ricerca dell’XE.

In particolare, l’oggetto di studio riguarda l’impatto dei cambiamenti climatici sull’ecosistema marino, con un gruppo di lavoro guidato dal giovane scienziato belga Alexander Vanhaelen, assieme al collega greco Adam Pantelis Galatoulas, specializzato anch’egli in biologia marina presso l’Università dell’Algarve in Portogallo. 

«Sono da sempre un fan sia delle corse automobilistiche che della natura, quindi l’invito nel fare ricerca da parte di Extreme E e Fondazione Enel è stata l’occasione perfetta per unire le mie passioni e aiutare il pianeta», ha spiegato Vanhaelen. «Purtroppo, la natura sta soffrendo e siamo ben decisi a capire come sia possibile intervenire per migliorarla. Credo che Extreme E sia una piattaforma molto utile per mostrare al mondo come interpretare i segni che la natura ci ha dato e come agire su di essi. Spero che la nostra ricerca contribuisca alla corsa contro il cambiamento climatico globale confermando quali specie si presentano in quali regioni e come si sono spostate o addirittura scomparse. Il mio obiettivo finale è fornire questa conoscenza per migliorare la pesca, la conservazione e la gestione sostenibili».

Tuffo tra i ghiacci per Kristoffersson ed Hansen

Concludendo con una nota più leggera, due piloti svedesi della serie, ovvero i già rivali anche nel Mondiale Rallycross Johan Kristoffersson e Timmy Hansen, hanno approfittato della situazione per fare una cosa a cui a quanto pare gli scandinavi sono abituati, ovvero il bagno tra i ghiacci.

Scena alquanto surreale per chi proviene da altri latitudini, ma i due temerari dei team Rosberg X Racing ed Andretti United non hanno avuto né dubbi né esitazioni nel tuffarsi nelle acque alquanto fredde sullo sfondo del ghiacciaio Russell. «Sia io che Timmy facevamo questi bagni a casa [in Svezia]. Abitavo vicino a un lago ghiacciato, quindi a casa facevo il bagno nel ghiaccio», ha spiegato Kristoffersson, con il collega Hansen – fresco di rinnovo con Andretti anche per il 2022, assieme all’altra pilota Catie Munnings – che ha rivelato il fatto che questa era una delle cose da fare inserite nella lista dei suoi desideri.

Il percorso dell’Arctic X Prix

Dopo queste divagazioni, parliamo un po’ della gara che vedrà impegnati i piloti questo fine settimana fuori dalla città di Kangerlussuaq, nella zona del ghiacciaio Russell. Il tracciato è di 8,1 km (non più 6,68 come previsto inizialmente), partendo da un’area pianeggiante a 123 metri sul livello del mare, che condurrà poi ad un settore con fondo sabbioso ed alcuni dossi vero la prima ascesa. Segue lo scollinamento per riaffrontare quindi delle dune nella zona più a nord del circuito. Si entra successivamente in un tratto che costeggia un piccolo specchio d’acqua (ghiacciata, ovviamente) per poi affrontare un’altra salita, con pendenze che salgono sino a 180 metri, per poi ridiscendere verso una zona pianeggiante a tutta velocità, ma non completamente piatta. Si supera la zona di un alveo di un fiume per poi arrivare al Super Sector, ovvero una porzione del tracciato dove chi andrà più veloce otterra cinque punti extra per il proprio team. Il circuito poi si addentra verso l’estremo sud in una zona più lenta e tecnica, con alcune rocce disseminate sulla superficie, per poi approdare nella zona del cambio pilota subito dopo l’arrivo.

Come seguire l’Arctic X Prix

L’Arctic X Prix, che inaugura delle modifiche al format di gara, scatterà domani sera con lo shakedown dalle ore 21:00, visibile su Sportmediaset.it così come le Qualifiche 1 (dalle ore 13:30) e le Qualifiche 2 (dalle 18:00) di sabato 28. Domenica 29 le semifinali 1 e 2 dalle 12:00, trasmesse anch’esse su Sportmediaset.it, mentre la finale è su Canale 20 di Mediaset a partire dalle ore 16:00.

Luca Santoro:
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