Il primo atto dell’Extreme E è andato in archivio lo scorso fine settimana sulle sabbie dell’Arabia Saudita, dove si è tenuto il Desert X Prix che ha inaugurato la stagione di un campionato che segna una nuova tappa nella storia del motorsport. E se da una parte abbiamo avuto l’effetto novità di una serie all’insegna delle nuove tecnologie e della sostenibilità ambientale, rendendo possibile uno spettacolo motorsportivo che possa al tempo stesso sensibilizzare (beh, più o meno) sul cambiamento climatico ed offrire pari opportunità a piloti uomini e donne, dall’altra la sfida principale ha riproposto una rivalità che avevamo lasciato al Mondiale di F1 del 2016, ovvero tra i team di Nico Rosberg (che ha vinto il Desert X Prix) e quello di Lewis Hamilton (attualmente diretto inseguitore, ma la classifica è comunque abbastanza corta ed aperta ad altri concorrenti).
Vincitori e vinti del primo round dell’Extreme E
Il Rosberg X Racing formato da Johan Kristoffersson e Molly Taylor ha conquistato la prima tappa dell’Extreme E, facendo mangiare la polvere – letteralmente – agli avversari, sebbene lo scorso fine settimana si siano rivelate altre forze che potranno essere dei seri contendenti al titolo, come il binomio Catie Munnings e Timmy Hansen di Andretti United, ed ovviamente il Team X44 di Hamilton, con Sébastien Loeb e Cristina Gutierrez, che han pagato sì il problema al servosterzo del loro e-Suv Odyssey 21 proprio nella fase cruciale della gara, cioè la finale, ma sicuramente si giocheranno una buona mano quando la serie riprenderà a maggio in Senegal.
Poi ci sono i delusi di questo avvio di Extreme E, categoria nella quale troviamo team che hanno affrontato problemi tecnici, sfortune, incidenti e prestazioni non all’altezza. Da Acciona Sainz al JBXE di Jenson Button, passando per Chip Ganassi Racing e Veloce Racing, questi ultimi gli unici a doversi ritirare prima di completare il fine settimana: in questo lotto inseriamo anche ABT Cupra XE, che ha sofferto un weekend da sudori freddi.
Gli incidenti di ABT Cupra
Nella Q1 di sabato infatti Claudia Hürtgen è stata protagonista di uno spettacolare incidente che ha fatto ribaltare più volte il mezzo dopo uno sbilanciamento in una curva veloce a destra. La pilota tedesca è uscita incolume dalla vettura («In quel momento, come pilota, ogni secondo sembra un’ora intera. Ho sentito che qualcosa si era rotto in macchina [c’è stato un problema all’anteriore, a quanto pare, ndr] e da quel momento ero soltanto una passeggera di quanto stava avvenendo»), ma il danno era ormai fatto: il team di meccanici di ABT Cupra ha lavorato senza sosta durante la notte per consegnare alla Hürtgen e all’altro pilota in gara, Mattias Ekström, l’e-Cupra ABT XE1 come nuovo per le sessioni finali di domenica.
Il team però non ha potuto far altre che partecipare allo shootout che avrebbe deciso le posizioni finali dalla settima alla nona (anche se l’ultima era già prenotata da Veloce Racing, in virtù del ritiro). Ma pure qui la sventura ha preso di mira ABT Cupra, e pure i diretti rivali di Chip Ganassi Racing: nel suo giro la Hürtgen ha subito l’impatto della vettura di un sin troppo arrembante Kyle LeDuc, ed ecco che è arrivata la seconda disdetta.«Penso che tutti abbiano visto chiaramente che questa mossa dei nostri concorrenti è stata un’autentica una sciocchezza», sono le parole di Ekström, autore di un bel vantaggio nel suo giro iniziale dello shootout, e che immaginiamo tutto il weekend saudita con gli occhi perennemente in gloria a chiedersi “ma perché?”.
“L’obiettivo di ABT Cupra resta sempre la vittoria”
Morale: ABT Cupra chiude la sua prima spedizione terzultima in classifica, con 13 punti. Chiosa finale affidata ad Ekström: «L’inizio era promettente e ora dobbiamo fare i passi successivi come squadra e come serie. Una volta a casa, i primi debriefing saranno all’ordine del giorno in modo da poter mostrare la nostra vera forza in Senegal. Il nostro obiettivo era, è e sarà sempre quello di vincere».