Davide Rigon e il gradino più alto del podio, un binomio insolvibile. Cambiano i campionati, i team e gli avversari, ma non il risultato finale. Il titolo conquistato sul tracciato spagnolo di Navarra nel campionato Superleague Formula è solo l’ultimo dei tanti sigilli messi a segno dal talento veneto la cui bacheca personale vanta successi in tutti i campionati che ha preso parte, consolidando la sua figura nel mondo del motor sport internazionale. Dopo la vittoria nel campionato italiano di F. Azzurra nel 2005 e il titolo di vice campione l’anno successivo nelle fila della F.3 Italia, per Rigon arriva infatti il doppio successo nel 2007 con il titolo italiano ed europeo di F.3000.
Il 2008 è l’anno della consacrazione con la vittoria al debutto nella 24H di Spa-Francorchamps al volante di una Ferrari F430 nel Mondiale FIA GT e il titolo nel neonato campionato Superleague Formula con i colori del club di Pechino. L’approdo nel 2009 in GP2 nelle fila del team milanese Trident non è dei più facili, nonostante il podio sul tracciato Malese in GP2 Asia, il quinto posto sul tracciato di Spa e diversi altri importanti piazzamenti come in occasione del GP di Montecarlo. Per il 2010 Rigon e il suo management decidono quindi di tornare sui loro passi. La scelta si dimostra ancora una volta azzecca e con i colori bianco-viola del club belga dell’Anderlecht il ventiquattrenne conquista il suo secondo titolo nella SF dimostrandosi determinato e sicuro di se, guidando il team Azerti fino al loro primo successo nella categoria “La stagione in GP2 non è stata certamente positiva, ma ci sono dei motivi. Con il team Trident molto probabilmente non ci siamo fidati l’uno dell’altro e non sono riuscito a fare lo stesso lavoro che quest’anno ho svolto con il team Azerti, dove ho sentito intorno a me tutta la fiducia. Anche senza vincere il titolo si poteva fare certamente meglio di così. In aggiunta i problemi di budgets non mi avevano aiutato. Per tutta la stagione arrivavo il mercoledì sul tracciato senza avere la certezza di poter poi salire in macchina. In queste situazioni diventa impossibile fare dei programmi e sviluppare la macchina. E’ stata una stagione lunga e sofferta. Non mi era mai capito di stare così a lungo lontano dal podio” ricorda Davide Rigon.
Il 2010 non è stato certamente una passeggiata e bissare il successo nello stesso campionato non è certo cosa semplice. Dopo un inizio non facile sul tracciato inglese di Silverstone Davide ha preso per mano il team – giovane e alla sua prima apparizione nel campionato – indicandogli la strada giusta da seguire, lavorando e sviluppando gara dopo gara la potente monoposto da 750 cv. “E’ stata una stagione combattuta fino al photo-finish. Sinceramente dopo Silverstone non credevo più nel titolo. Con la squadra abbiamo deciso di provarci lo stesso e siamo riusciti a creare un ottimo gruppo di lavoro. Mi hanno dato molta fiducia e sono contento di averli ripagati con questo successo,” commenta Davide “Vincere per ben due volte lo stesso campionato non è mai facile, in particolar modo qui dove ci sono tantissimi campioni anche se la gente crede che vincere la SF sia molto facile. Purtroppo è anche l’idea di molti addetti al lavori che operano in altri contesti. Credo che vincere un titolo non sia mai facile soprattutto quando lo fai con un team che non è al top” racconta il vicentino. “La SF ha dei ritmi serrati. Devi dare sempre il 100% senza permetterti la minima sbavatura. Ogni errore viene pagato pesantemente. Secondo me questo è un grande pregio del campionato perché insegna ai suoi piloti a mantenere la calma e i nervi saldi, costringendoli a prendere decisioni importanti in pochissimo tempo. Anche in questo si avvicina ai ritmi da F1”
Appena archiviato il titolo i pensieri di Rigon sono già proiettati al 2011, anche se ad oggi non ci sono ancora delle conferme. Il primo pensiero è rivolto al grande circus della Formula 1 senza però disdegnare un impegno in GP2 o in Superlegue Formula “Ora mi voglio godere questo successo con la speranza che possa arrivare una chiamata dalla Formula 1. Dopo i successi del 2005-2007-2008, senza dimenticare il secondo posto in F.3 Italia, anche in questa stagione ho dimostrato di essere pronto sotto tutti gli aspetti. In questi mesi sto lavorando duro per cercare di raggiungere questo grandissimo obiettivo, anche se certamente non sarà facile. Se la F1 non mi volesse allora mi concentrerò su altro. Mi piacerebbe continuare in Superleague Formula. Per il 2011 il progetto è quello di crescere ulteriormente con tappe in Cina, Australia e Brasile. In alternativa mi piacerebbe correre, e vince, la 24 Ore di Le Mans con un prototipo LP1. Un mio ritorno in GP2? Solo se ci fosse la possibilità di correre nelle fila di un top team per puntare diritto al successo finale.”
Dello stesso parere anche le persone che hanno osservato da molto vicino il ventiquattrenne in questi anni, come Gian Carlo Minardi che nel 2005 lo fece esordire al volante di una sua monoposto, l’ing. Gabriele Tredozi e il suo manager Giovanni Minardi e che in tutti questi anni ha saputo seguirlo e indicargli la strada giusta grazie alla sua esperienza pluriennale nel mondo delle competizioni sportive, e ad un passato tra F1, F.3000 e Superleague Formula “Conosco Davide ormai da moltissimi anni. Sono orgoglioso non soltanto per il successo in se, ma per il tipo di lavoro che ha svolto durante tutto l’arco della stagione lavorando fianco a fianco con il team lottando fino alla fine, scendendo un pista con grande determinazione e sangue freddo. Anno dopo anno siamo cresciuti di categoria portando a casa vittorie e titoli, nonostante problemi di budgets non indifferenti che ci hanno impediti di partecipare a test privati o di poter disporre di materiale sempre nuovo. Nel 2007, l’anno del suo esordio e del suo titolo in F.3000 abbiamo lavorato fianco a fianco nello stesso team. In quell’occasione ho avuto modo di apprezzare veramente il suo talento, la sua metodologia di lavoro e la sua precisione. Nel 2008 invece siamo stati avversari, in quanto ero stato chiamato a lavorare per la Scuderia PlayTeam nel suo debutto in SF. Posso dire con assoluta tranquillità che è molto meglio avere Rigon nella propria squadra che come diretto avversario. Nonostante fosse al debutto con una monoposto così complessa e potente (V12 da 750 cv) ha portato ancora una volta il suo team al successo avendo la meglio su piloti che potevano contare su esperienze, anche pluriennali, nel mondiale di Formula 1,nel l’ex Champ Car e GP2. In quel momento lui invece arrivava solo dalla F.3000. Non riesco a capire come mai non possa trovare l’opportunità di provare per un team di F1. Oggi vedo in F1 molti campioni, ma anche tanti piloti mediocri che arrivano a guidare una monoposto grazie alla valigia piena di dollari. Mi fa molto piacere vedere che i media sia nazionali che internazionali stiano dando molto risalto alla vittoria di Davide e al suo talento. Mi auguro di cuore che anche altri si possano accorgere del suo valore” Commenta Giovanni Minardi.
Per il quarto anno consecutivo quindi un pilota gestito dal manager Giovanni Minardi firma l’albo d’oro del campionato. Oltre ai già citati successi di Rigon, nel 2007 Gabriele Lancieri e Luca Casadei avevano conquistato l’alloro rispettivamente nel Campione Italiano GT e nell’italiano Clio RS, mentre il 2009 è stato il turno del romano Daniel Zampieri con il titolo nella F.3 Italia, che gli è valso un posto nell’ FDA
Il successo di Davide non è passato inosservato neanche tra gli ingegneri e progettisti della Menard Competition Technologies Limited (MCT), la società che ha disegnato, progettato e creato il cuore della monoposto targata Superleague Formula, un V12 da 4.2 litri che eroga la bellezza di 750 CV.
Controllando la telemetria del MCT V12 della monoposto dell’Anderlecht, gli ingegneri sono rimasti particolarmente colpiti dalla pronta reazione del campione veneto al contatto con la monoposto bianco-verde del Beijing che durante le fasi iniziali della seconda gara sul tracciato di Navarra aveva colpito il leader del campionato Rigon mandandolo fuori pista, facendogli ammutolire il motore. A questo punto qualsiasi pilota avrebbe gettato con rabbia il volante fuori dalla monoposto abbandonando la corsa, ma non Rigon. Con grande prontezza di spirito è passato dalla modalità automatica a quella manuale e ha inserito la retromarcia, facendo riaccendere il propulsore. E’ bastato un leggero salto indietro per riaccendere le sue speranze e di tutto il team Azerti. Confrontando i secondi che sono passati dal contatto alla ripartenza con le numerose e complesse operazioni portare a termine da Rigon si può comprendere quanto sia stata straordinaria la reazione del pilota. In poco più di otto secondi Davide Rigon ha trasformato la sua giornata e salvato la sua stagione.