Sembra passata un secolo, eppure solo pochi mesi si chiudeva la prima edizione della Dakar in Arabia Saudita, culminata con il trionfo nella categoria Moto di Ricky Brabec: una vittoria che ha fatto a suo modo la storia.
Come Ricky Brabec è riuscito a diventare campione nella Dakar
Era dal 2001 infatti che un team diverso da KTM non vinceva il rally raid, e dopo tanta pazienza Honda Racing riuscì a conquistare il titolo, il primo dal ritorno nella competizione avvenuto nel 2013. E se l’edizione 2021 è permeata dall’incertezza generata dal coronavirus, quella di quest’anno è stata nel bene e nel male indimenticabile, anche per il team Monster Energy Honda Team. Il 17 gennaio scorso Brabec tagliò il traguardo dell’ultima tappa della Dakar 2020 in sella alla sua Honda CRF450 Rally per raccogliere il suo primo successo nel rally raid e laurearsi come primo statunitense ad ottenere questo prestigioso riconoscimento sportivo. Il 29enne californiano ha culminato una scalata in cui ha avuto un ruolo importante Johnny Campbell, leggenda delle competizioni Bajas (17 vittorie di fila nel Baja 1000) e suo mentore. «Ho incominciato con Ricky nel 2015», ripercorre Campbell. «È arrivato nel team e aveva bisogno di aiuto negli Stati Uniti con la Honda. Quindi abbiamo gravitato in maniera naturale l’uno con l’altro».
Per l’ex pilota Brabec era un potenziale cavallo di razza, ma con gli angoli da smussare, come «un bambino con molta energia che aveva bisogno di guida e di direzione». Il suo sguardo lungimirante lo ha portato quindi a formulare un piano, affiancando il giovane californiano a Jimmy Lewis, campione nell’enduro, nel Baja 1000 e sul podio della Dakar 2000. Assieme hanno iniziato a svolgere allenamenti di livello avanzato, in modo tale da trasformare Ricky Brabec da campioncino nazionale con qualche esperienza nelle corse nei deserti ad un fuoriclasse completo. Non è stato un percorso lineare, visto che Campbell rivela come il giovane pilota odiasse gli esercizi a cui lo sottoponevano. «Ma ha messo da parte quella esperienza, ha continuato a spingere e ha iniziato a vedere i risultati dall’allenamento e dalle differenti abilità che stava assimilando».
“Sono stato fortunato ad avere al mio fianco Johnny Campbell e Jimmy Lewis”
Con il tempo i risultati si sono visti, anche prima del 2020, visto che nella edizione precedente della Dakar Brabec avrebbe avuto serissime chance di vittoria se non fosse stato per il ritiro, da leader della corsa, nella ottava tappa. Dopo il successo di questa stagione, il californiano non si è dimenticato di coloro che lo hanno plasmato sì come novelli pigmalioni. «Vincere la Dakar è stato grandioso», racconta. «Molti pensavano che un americano non potesse vincere. Ma è davvero bello essere il primo. Sono molto fortunato ad avere Johnny al mio fianco e ad allenarmi con Jimmy Lewis, e anche ad avere Kendall (Norman, il meccanico) come parte del team. Lavoriamo tutto l’anno per questo e alcuni giorni non vogliamo trovarci lì, lavorare e allenarci, ma è quello che serve per fare ciò che va fatto ed ottenere la vittoria». Brabec però non ha intenzione di fermarsi assieme al team, anzi. «Speriamo di poterci ripetere l’anno prossimo e rimanere sul podio per i prossimi due anni, che sarà l’obiettivo finale. Abbiamo già vinto la Dakar, quindi ora credo che tutti sappiamo cosa serva per vincere. Speriamo che, come team della Honda, saremo in grado di rimanere gli stessi e lavorare duro come abbiamo fatto in Arabia Saudita».
“La Dakar non può cambiarti”
Nel frattempo, nulla è cambiato per lui, come ammette lo stesso pilota. «Mi alleno proprio come l’anno scorso, vado ancora in palestra e in bicicletta. La Dakar è sicuramente una gara leggendaria che vogliamo vincere e finire ogni anno. Ma non puoi lasciarti cambiare. Non puoi lasciare che ti faccia montare la testa. Non puoi lasciare che la Dakar ti faccia sentire più grande di te. Devi rimanere umile, concentrato e lavorare sodo in ogni gara». Chiosa Campbell, che resta sempre al fianco di Brabec: «L’anno dopo l’edizione 2019 le sue quotazioni erano in calo. È stato davvero dura per lui mentalmente. Ha scavato in profondità. Lo voleva parecchio. Ha persistito. Questo è ciò che rende un campione. Ricky è un campione. Continuiamo a lavorare con lui. Passeremo al livello successivo per la Dakar del 2021. Vedrete un lato completamente nuovo di Ricky».