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Dakar | Il dominio di Al-Attiyah: “I nuovi regolamenti ci stanno dando una mano. Gli organizzatori non mi hanno mai favorito”

Poco prima della partenza della Dakar 2022, Carlos Sainz si era lamentato di regolamenti tecnici dell’edizione in corso per la nuova categoria T1 Ultimate, non poi così favorevoli a veicoli come il loro Audi RS Q e-tron a mobilità più o meno alternativa, gravati dal peso di un powertrain elettrico composto da tre MGU, e senza compensazioni in termine di prestazioni rispetto alla concorrenza.

Nelle edizioni precedenti chi invece aveva qualcosa da ridire in merito a regolamenti a suo dire non equi tra le varie tipologie di vetture in corsa alla Dakar era Nasser Al-Attiyah, che negli ultimi anni ha penato con il proprio Toyota Hilux 4×4 rispetto ai buggy, spesso più prestanti e decisamente meno tormentati dalle forature. Ma nel 2022 la musica è cambiata, con norme studiate per rendere più equa la competizione e che hanno convinto il qatariota di Toyota Gazoo Racing a tornare anche quest’anno in gara.

Nasser Al-Attiyah padrone per il momento della Dakar 2022

Ed in effetti questa decisione sta ripagando, visto Al-Attiyah con il nuovissimo GR DKR Hilux della altrettanto rivisitata categoria T1+ ha fatto sfracelli nella prima settimana, confermandosi in testa anche all’inizio della seconda metà della Dakar 2022. Il pilota che si è presentato con un inedito look in cui sfoggia dei baffetti da sparviero ha infatti svettato dopo ogni singola tappa percorsa sino ad oggi, quindi per il momento sette su dodici. Il suo vantaggio attuale è di 45 minuti sul più diretto inseguitore, cioè Sébastien Loeb, ed Al-Attiyah se continua così potrebbe mettere le mani sul suo quarto trionfo in questa gara dopo quelli del 2011, 2015 e 2019.

“Quest’anno siamo alla pari con i buggy”

Ad Autosport il campione uscente della Coppa del Mondo FIA Cross Country ha ammesso che i regolamenti gli stanno dando una mano nel raggiungere l’impresa: «Negli ultimi sei, sette anni abbiamo davvero lottato con l’auto T1 rispetto ai buggy. Ora siamo alla pari e questo mi semplifica la vita e mi permette di avere un buon vantaggio. Il regolamento del Gruppo T1 e dei buggy non era lo stesso, ma ora penso che siamo alla pari. Tutte le auto, l’Audi, la Toyota, la BRX, hanno le stesse dimensioni di pneumatici, la stessa escursione delle sospensioni, la stessa tecnologia. È una cosa che abbiamo chiesto a lungo. Se abbiamo questa tecnologia uguale rispetto ai buggy, possiamo vincere la Dakar».

Al-Attiyah difende i roadbook e l’organizzatore della Dakar

Ovviamente non basta un regolamento bilanciato (sarebbe sbagliato e malizioso definirlo “favorevole”) per vincere un rally raid imprevedibile sino all’ultimo metro, come riconosce lo stesso Al-Attiyah: «Non c’è tempo per rilassarsi alla Dakar, dobbiamo essere forti ogni giorno ed evitare ogni problema». E se qualche collega blasonato come Sainz accusa problemi di navigazione e punta il dito contro i roadbook, il qatariota ribatte rimarcando con sottile vis polemica il fatto che ci sono piloti che non sono abituati a questo tipo di competizioni e si presentano giusto per la Dakar. Inoltre l’alfiere di Toyota Gazoo Racing può contare su un copilota come Matthieu Baumel, con il quale fa coppia da lungo tempo e che lui stesso definisce «uno dei migliori navigatori al mondo nel cross-country». Poi, andando sullo specifico, ha aggiunto: «L’anno scorso abbiamo avuto lo stesso problema nella Tappa 10 della Dakar, ci siamo smarriti per 18 minuti e perciò abbiamo perso la Dakar. Qualche volta succede». Secondo Al-Attiyah non ci si deve confondere con le tracce delle altre vetture, ma attenersi al roadbook a loro disposizione. E ha rispedito al mittente le insinuazioni di Sven Quandt (a capo di Q Motorsport, team che collabora con Audi per la Dakar) secondo cui avrebbe ricevuto delle dritte di navigazione da parte degli organizzatori di ASO nelle scorse prove.

“Non basta partecipare solo alle Dakar”

«Mi rincresce davvero per Carlos e Sven Quandt, non è giusto dire che qualche pilota sia stato aiutato dall’organizzazione. Significa che l’anno scorso e prima ancora Sainz ha vinto la sua edizione ricevendo probabilmente un aiuto, ma ovviamente non è così. Dobbiamo rispettare tutti e questo è ciò di cui abbiamo bisogno per lo sport». E quindi Al-Attiyah affonda il colpo: «Abbiamo vinto l’ultima Coppa del Mondo qui ad Ha’il in Arabia Saudita, sapevamo cosa sarebbe successo alla Dakar. Le gare vanno fatte, anziché starsene a casa e passare da una Dakar all’altra. Stiamo lavorando molto duramente, abbiamo partecipato a quattro gare l’anno scorso vincendole tutte. Non è uno scherzo. Cerchiamo di lavorare sodo e di vincere questa Dakar. E ora a parità di condizioni, cosa che fa la differenza».

Luca Santoro:
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