Dal 2011 ad oggi Joan Barreda ha costantemente timbrato il cartellino alla Dakar, inclusa l’edizione 2021 che sta per partire. Il veterano del Monster Energy Honda Team ha un curriculum in cui può vantare undici partecipazioni, 24 vittorie di tappa ma nessuna assoluta: il suo miglior risultato è stato un quinto posto nel 2017, mentre negli ultimi tre anni ha ottenuto in particolare due ritiri ed un buon settimo posto nel 2020, considerato il fatto che si era presentato al via con i postumi di un infortunio alla costola. Roba da far desistere chiunque, ma non lui.
“Vediamo come va quest’anno la mia Dakar”
Lo spagnolo, classe 1983, ha comunque una vasta esperienza nel settore rally raid ed enduro, con anche qualche soddisfazione come la vittoria al Merzouga nel 2018, solo per citare il successo più recente. Ma Barreda pare sia intenzionato non ad appendere il casco al chiodo, ma tutta la moto sì, almeno per quanto riguarda il discorso della Dakar. Ai microfoni di Motorsport.com l’iberico ha spiegato che le ultime tre edizioni sono state vissute da lui come una vera e propria gara di sopravvivenza, o meglio di sopportazione, tra infortuni, incidenti e sfortune assortite: «Nonostante sia stato davvero difficile con gli infortuni e tutto, ho cercato comunque di stringere i denti e tirare avanti. Ora vedrò come va quest’anno e come finisce questa Dakar», ha spiegato.
Barreda assicura: “Ho recuperato quella voglia di vincere”
Barreda ha poi raccontato: «Devo ammettere che in questi ultimi anni è stato molto difficile per me continuare a correre dolorante, infortunato… Arriva un momento che rappresenta una tensione psicologica molto dura, perché i rally raid sono fatti di molti giorni e tanti chilometri in sella alla moto. Non dobbiamo dimenticare che è uno sport molto pericoloso e che devi essere al 100 per cento delle tue capacità, e riuscire divertirti. Per fortuna ho recuperato da tutto [anche sfruttando il periodo di pausa forzata del lockdown, ndr], sono tornato ad allenarmi bene e con lo stesso entusiasmo come sempre, ho recuperato quella voglia», ha ammesso.
“Bisognerà essere concentrati sin dalle prime tappe”
A 37 anni Barreda però crede sia arrivato il momento di tracciare un bilancio della sua carriera alla Dakar, e decidere il da farsi per il futuro. Tutto dipenderà da come andrà questa edizione, ha spiegato, e tra l’altro «dopo questa Dakar tutti i piloti Honda esauriranno il loro contratto. La Honda deve anche decidere cosa fare dopo, perché optano sempre per progetti di tre o quattro anni». Il futuro è una incognita, perché lo spagnolo ha lasciato intendere che questa potrebbe essere la sua ultima volta alla Dakar con le moto. Intanto, per quest’anno l’obiettivo sarà di «entrare nei primi cinque sin dai primi giorni, anche se non sarà facile. La chiave è essere concentrati sin da subito e non fare errori di navigazione, o cadute che mi potrebbero penalizzare. Vedrò se mi sento bene con il ritmo e così via. Mi sento bene fisicamente, e sicuramente andrò avanti». Al di là della tanto agognata prima vittoria assoluta, e sarebbe l’ideale canto del cigno per Barreda che comunque punta al podio finale, un altro obiettivo più fattibile è battere il record di tappe vinte: se ne vincerà tre, scrive Motorsport.com, eguaglierà il connazionale Jordi Arcarons al terzo posto della classifica dei vincitori di tappa nelle moto alla Dakar, e con altre sei raggiungerà nientemeno che dei monumenti come Cyril Despres e Stéphane Peterhansel.