Ormai manca pochissimo alla Dakar 2020, che per la prima volta nella sua storia scatterà dall’Arabia Saudita il prossimo 5 gennaio. E, sempre a proposito di prime volte, tra i nomi più attesi ci sarà quello di Fernando Alonso.
Alonso e Coma con Toyota alla Dakar 2020
L’uomo più irrequieto del motorsport moderno sarà uno degli alfieri del team Toyota e salirà a bordo dell’Hilux con un navigatore d’eccezione, il già pentacampione della Dakar nonché direttore tecnico della gara Marc Coma. Il duo negli ultimi mesi ha perfezionato la propria intesa (anche con il mezzo) partecipando ad alcuni rally raid di avvicinamento alla Dakar, come un complesso (per l’equipaggio) Rally Du Maroc, ma conquistando poi un ottimo terzo posto al Al Ula-Neom Cross-Country Rally corso in Arabia Saudita il mese scorso e vinto da un altro protagonista che vedremo correre alla Dakar 2020, ovvero Yazeed Al-Rajhi.
Tornando ad Alonso, l’ex Formula 1 e sempre alla ricerca dell’ultimo tassello utile per completare la Triplice Corona del motorsport è notoriamente un pilota fiducioso dei propri mezzi: non si spiegherebbe altrimenti la sua versatilità nel passare da un competizione su pista all’altra. Ma i rally, e in particolare i rally raid, sono tutt’altro mondo e tutt’altra caratura di competizione. L’asturiano, che è anche uomo accorto, lo sa bene, come afferma in una serie di dichiarazioni rilasciate alla tv spagnola.
“La Dakar sarà una esperienza unica”
«Sarebbe molto audace pensare a una vittoria», sostiene Alonso. «Persino Sébastien Loeb, il miglior pilota di rally della storia, non è riuscito a vincere [ci è andato vicino nel 2017, classificandosi secondo; quest’anno è finito terzo pur correndo da privato e senza il supporto del team ufficiale, ndr]; immaginate perciò me, che vengo dall’asfalto». Per l’ex campione del mondo in F1 la Dakar sarà un battesimo di fuoco nel multisfaccettato mondo dei rally, e lo stesso Alonso prevede che sarà una gara «unica, una esperienza unica». Tuttavia avverte di «non avere la testa» per tornare alla Dakar ogni anno a gennaio, ma l’obiettivo sarà quello di «affrontare l’evento come esperienza arricchente per noi. Affrontarlo con buon spirito e speriamo almeno ad un certo punto di poter essere competitivi, quello sarebbe il secondo obiettivo».
Infine lo spagnolo spende qualche parola per il suo copilota, Coma: «Anche per Marc è una novità sedersi al posto di lato. […] Dobbiamo cercare di sostenerci a vicenda l’uno con l’altro e avere problemi il meno possibile».