Si è conclusa nel migliore dei modi la vicenda che ha visto coinvolti Matteo Casuccio, centauro di Follonica al via su Gas Gas, e il pilota di quad Kees Koolen, nel deserto di Antofagasta durante la quinta tappa della Dakar.
I due si erano persi ritrovandosi in un sito archeologico cileno. Subito fermati dalla polizia e portati in caserma sono stati rilasciati alcune ore dopo una volta chiarito quanto successo.
“Non c’è stata alcuna intenzionalità e non è stato neanche un errore di navigazione – ha siegato al giornale il Tirreno l’italiano – In un tratto dove erano installate le segnalazioni, la carreggiata era ad una sola corsia, in mezzo alle delimitazioni poteva passare solamente un mezzo. Eravamo a fine giornata con i primi della categoria auto che ci stavano raggiungendo. Dovendo per regolamento lasciare strada, anche a causa della polvere, mi sono spostato attraversando le bande gialle di delimitazione del percorso per qualche metro. E’ stata una mera questione di sicurezza. Alla fine i resti qua non sono come quelli del Colosseo, si parla di qualche pietra non riconoscibile. Comnuque ci tengo a dire che non c’è stato un vero arresto”.
Invece, in merito alla corsa il motociclista ha concluso: “Le prime prove sono state durissime, al di là di ogni previsione. E’ un gioco di equilibri, se si seguono i propri ritmi non si sbaglia seppure un imprevisto può costarti l’arrivo in tempo al campo base notturno. Sono quindi contento di aver raggiunto Iquique. Ringrazio tutti dei messaggi di sostegno”.