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CIR | Peugeot ritrova la coppia Ucci-Ussi al Rally Adriatico [VIDEO]

Paolo Andreucci (ITA) - Anna Andreussi (ITA) - Peugeot 208 R/R5

È come se fosse finito un piccolo periodo purgatoriale per gli equipaggi di primo piano di Peugeot impegnati nel Campionato Italiano Rally. Parliamo del binomio dei record Paolo Andreucci ed Anna Andreussi, che torna nella formazione titolare dopo un’estate a tinte abbastanza fosche (ma poteva andare e peggio e così fortunatamente non è stato). Il pluricampione CIR e la sua navigatrice – che rientra in stagione al fianco del pilota toscano – sono pronti a salire a bordo della Peugeot 208 T16 per il Rally Adriatico, penultimo round del Tricolore. Ma per la casa francese ci sarà anche l’equipaggio impegnato nel Campionato Nazionale Junior, ovvero Damiano De Tommaso e Michele Ferrara sulla 208 R2B.

Il punto sul campionato di Ucci-Ussi

Con 57 punti la coppia Ucci-Ussi guida la classifica stagionale, ma dietro ai numeri si cela un 2018 con diverse sfaccettature, partito al meglio e con la possibilità di agguantare l’undicesimo titolo tricolore praticamente a portata di mano. Tuttavia questa estate, come ormai ben sappiamo, sono avvenuti una serie di imprevisti in un percorso abbastanza tranquillo, come il famigerato incidente che fortunatamente non ha avuto conseguenze gravi (se Andreucci è tornato in gara praticamente subito, per Anna Andreussi c’è voluto più tempo ma viviaddio è notizia di questi giorni il suo pieno recupero, pronta per riprendere il suo posto accanto al pilota occupato temporaneamente dal supplente David Castiglioni), o i due ritiri consecutivi del decacampione CIR nelle ultime due prove consecutive del San Marino Rally e del Roma Capitale. Sono 22 i punti che è chiamato comunque a difendere l’equipaggio Ucci-Ussi, che torna per la seconda volta stagionale sugli sterrati dopo la disgraziata prova sulle strade del Titano. «Ma, solitamente, ci sono poche buche e ci sono pochi sassi, motivo per cui lo stress meccanico è inferiore rispetto ad una gara come può essere il San Marino» puntualizza Andeucci, che assicura di non voler lasciare per strada neppure un singolo punto di vantaggio e che la Peugeot 208 T16, sulla quale in stagione si è svolta un’opera di rifinitura in particolare per renderla prestante sugli sterrati, «continua a dimostrare di essere l’auto da battere».

Il ritorno di Anna Andreussi e la promessa di Andreucci

In passato Peugeot al Rally Adriatico conquistò il podio con le 206 WRC di Renato Travaglia, salito sul secondo gradino e poi campione tricolore, ed Andrea Aghini, che chiuse terzo: era il 2002, anno di debutto della prova nel Campionato Italiano. Oggi la speranza di poter arricchire l’albo d’oro personale della casa francese nel CIR con Andreucci, che potrà contare sul ritorno della sua navigatrice, dettaglio che potrà aiutarlo ulteriormente dal punto di vista morale e motivazionale, oltre che con le note: «Sono davvero molto contento di poter avere al mio fianco Anna, in una fase così delicata del campionato. Saperla al mio fianco mi da tanta carica per affrontare un appuntamento molto impegnativo in ottica di campionato». E spiega: «Ci saranno tante prove speciali corte, molto veloci che ci impegneranno. […] Sia Anna che io ci siamo rimessi in piena forma ed abbiamo voluto preparare con meticolosità questa penultima gara di campionato perché vogliamo tornare a salire sul gradino più alto del podio».

De Tommaso: “Voglio ricambiare quanto ho ricevuto dal team”

Gli fa eco Damiano De Tommaso: «All’Adriatico dobbiamo entrare nel mood giusto per mettere il penultimo sigillo a questa stagione, ci teniamo particolarmente. È stata ed è tutt’ora un’esperienza unica quella fatta quest’anno in una squadra ufficiale e intendo ricambiare quanto ho ricevuto finora. L’Adriatico è sicuramente impegnativo, ma è anche una gara molto bella e con prove molto brevi e serrate. Non corte come quelle del rallycross, certo, ma sicuramente più corte della media delle gare di quest’anno».

Conclude Andreucci con una promessa: «Non intendo deludere i miei fan e tutta la squadra».  E non sembrano parole di circostanza.

Luca Santoro:
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