Siamo ormai prossimi al redde rationem del Campionato Italiano Rally 2019, che prima di laureare il campione di quest’anno passerà sotto le forche caudine del Rally Due Valli, su asfalto, e del conclusivo Tuscan Rewind su terra.
Proprio in occasione del penultimo round del CIR di scena in Veneto, e che si correrà il prossimo weekend, abbiamo sentito uno dei quattro piloti attualmente in lotta per il titolo, ovvero Luca Rossetti. Il già campione nazionale rally nel 2008 (e tre volte europeo) ha fatto il suo ritorno nel nostro Tricolore come alfiere di Citroen Italia, che ha debuttato nel CIR con la C3 R5. Guidato alle note da Eleonora Mori, il pordenonese e la sua navigatrice si sono distinti quest’anno per una serie di piazze d’onore nel campionato a cui è seguita la prima vittoria stagionale davanti al pubblico di casa per il pilota, ovvero nel Rally Friuli Venezia Giulia, precedente appuntamento prima del Due Valli.
In questo modo Rossetti è in piena corsa per il titolo, giacché è attualmente secondo in classifica con 61,50 punti, tredici in meno rispetto al leader Giandomenico Basso. Ora il prossimo impegno nella prova organizzata dall’Automobile Club Verona, da lui vinta nelle scorse due edizioni: ecco cosa ci ha raccontato a circa una settimana da questo impegno cruciale nella lotta per lo scudetto rally.
Luca Rossetti: “Guidare la Citroen C3 R5 è appagante”
Il Rally Due Valli è un evento che hai vinto negli ultimi due anni, e capita proprio in un momento della stagione in cui sei reduce dal tuo primo successo nel CIR 2019 con la Citroen C3 R5: un pilota della tua esperienza avverte la pressione di chi è favorito, soprattutto alla luce del fatto che non sei molto distante dalla vetta del campionato piloti e sei inoltre chiamato a difendere anche la corsa al titolo per Citroen (che tra l’altro festeggia pure il centenario)?
«Come dici tu l’esperienza mi aiuta molto e di pressione ne avverto poca. So che devo fare al meglio quello che sono chiamato a svolgere ma non sento una particolare pressione. Quando l’avverto è più uno stimolo, una cosa positiva: sicuramente l’esperienza, le molte gare disputate mi aiutano nella gestione di questi momenti, quindi non vedo l’ora di iniziare la competizione a Verona. Alla fine è molto appagante guidare la Citroen C3 R5, un piacere».
Considerati i risultati, si può dire che il primo obiettivo di questo 2019 – ovvero trovare il miglior assetto sulla C3 R5 sui due tipi di fondo, asfalto e sterrato – sia stato raggiunto, o no?
«Su asfalto siamo a buon punto, considerato sia il materiale che abbiamo a disposizione che per quanto riguarda l’assetto e l’abbinamento della vettura con le gomme Pirelli. Perciò mi ritengo soddisfatto del lavoro svolto sino a qui. Mentre sullo sterrato, avendo corso solo una gara tra l’altro particolare, ho ancora qualche punto di domanda a cui dovremo sicuramente rispondere prima dell’ultima gara di campionato».
A questo proposito, non ti senti fiducioso riguardo il Tuscan Rewind, che chiuderà su terra il CIR 2019…?
«Sinceramente non ci sto pensando ora, sono concentrato sul Rally Due Valli, e dopo questa gara avremo più di un mese di tempo per preparare il Tuscan. Perciò adesso guardo all’ultimo evento su asfalto dell’anno: chiusa quella gara penseremo all’ultima di stagione».
Il lavoro svolto da te ed Eleonora come equipaggio in gara e al tempo stesso, se vogliamo, anche “collaudatori” della C3 R5 è un buon viatico per un impegno costante di Citroen nel nostro campionato?
«Non saprei, noi siamo un equipaggio di Citroen Italia, noi ci rapportiamo unicamente con l’equipe italiana (quindi da una parte gli uffici di Milano e dell’altra il team di Cesena che gestisce la vettura). Con Citroen Racing non abbiamo al momento alcuna relazione, almeno parlo per me, a differenza della divisione italiana. Noi siamo focalizzati sul tirare fuori il massimo che ci serve per il nostro campionato».
Rossetti: “In gare dal chilometraggio ridotto bisogna andare a tutta sin da subito”
Il Rally Due Valli non presenta enormi novità rispetto all’anno scorso, fatto salvo il ritorno della Marcemigo. La gara si deciderà sulla Cà del Diaolo, o c’è una prova speciale in particolare che può essere cruciale per le sorti della gara?
«Si è visto che la Cà del Diaolo, nonostante sia lunga ed impegnativa, non ha mai rappresentato una vera e propria svolta nel Rally Due Valli, quanto piuttosto prove come la Santissima Trinità, non tanto per la lunghezza ma per la sua insidiosità. Anche la PS1 e 2, la Erbezzo, è molto impegnativa e potrebbe già dare una direzione alla gara molto chiara. Quindi io considererei la Erbezzo e la Santissima Trinità le due prove alle quali bisogna prestare più attenzione per le sorti della gara.
Comunque in ogni rally dal chilometraggio corto ogni prova è buona, nel senso che guardando la gara nella sua totalità una lunghezza così contenuta non ti permette molte strategie, se non quella di andare a tutta dal primo metro».
Come hai dichiarato in una intervista ai colleghi di Motorsport.com, questa stagione è nata sugli impianti sciistici di Bormio, dove ad inizio anno ti sei incontrato con il responsabile comunicazione del Gruppo PSA Carlo Leoni: in quella occasione avresti potuto pensare ad un ritorno nel CIR che ti avrebbe visto tra i protagonisti in lotta per il titolo?
«Sinceramente ci avevo pensato! C’era una vettura nuova in arrivo, e sapevamo che avremmo pagato lo scotto iniziale rispetto a rivali con auto già rodate, quindi la mia impressione era quella che avremmo impiegato un paio di gare prima di riuscire ad adattarci alle strade del campionato italiano ed essere competitivi, e così è andata».
A due appuntamenti della fine si possono fare i primi bilanci: come hai trovato il CIR dopo alcuni anni di assenza? Il nostro campionato è in buona salute?
«Direi proprio di sì. Affrontiamo il penultimo appuntamento dell’anno con quattro piloti in lizza per il titolo, con dei team preparati e quattro vetture diverse. Ci sono stati cinque vincitori in sette gare diverse, perciò a mio avviso lo stato di salute a livello della competizione è buono. Ovviamente, come in tutte le cose, nella struttura del campionato c’è qualcosa che si può ancora migliorare, ma nonostante ciò non dobbiamo sottovalutare quanto di buono abbiamo.
Poi ho trovato nel CIR 2019 un ritmo di gara molto elevato e tanta competitività tra di noi, tra costruttori e fornitori di pneumatici: noi possiamo contare su Pirelli che ci fornisce un prodotto eccezionale, assolutamente all’altezza della missione che abbiamo. Le gare? Mediamente parliamo di eventi ben rodati nel calendario con organizzatori di esperienza, perciò è tutto come mi aspettavo. Ovviamente da pilota mi piacerebbe percorrere più chilometri in gara, però queste sono le regole del format che è stato impostato, perciò posso avere una opinione, ma comunque non è sicuramente negativa».
Il futuro di Luca Rossetti
È forse prematuro parlarne, ma avete già iniziato a discutere della prossima stagione con Citroen? Progetti per il 2020?
«Ancora non lo so, non ho ancora parlato con Citroen riguardo i piani del 2020. Mi piacerebbe continuare anche perché abbiamo intrapreso un cammino di crescita e di adattamento della vettura sui nostri tracciati. Vorrei perciò concretizzare ulteriormente il lavoro svolto quest’anno anche con gli assetti messi a punto, ma non sta a me decidere; perciò attendiamo almeno il Rally Due Valli, se non il Tuscan Rewind, prima di avere novità».
Tu comunque vorresti proseguire il campionato anche nel prossimo anno con Citroen?
«Sì, a me piacerebbe anche alla luce delle nostre prestazioni, la velocità che abbiamo tirato fuori eccetto al Rallye Sanremo, dove invece abbiamo disputato una gara opaca. Ma per il resto siamo sempre stati veloci in ogni gara. Si tratta solo di poter avere la possibilità di concretizzare il lavoro fatto nel 2019, anche se la stagione non è ancora finita. Ma sento che una eventuale ripartenza al Rally Il Ciocco 2020 ci vedrebbe molto più competitivi rispetto all’anno prima, e non siamo mica andati male al Ciocco 2019. Rappresenterebbe il giusto percorso ripresentarsi anche nella prossima stagione per un equipaggio “nuovo” e una vettura nuova per il Tricolore italiano. Penso sia uno sviluppo naturale delle cose, poi ovviamente le dinamiche interne delle aziende e dei team non sono di mia competenza: esprimo semplicemente il mio pensiero di pilota.
Inoltre il clima che sto vivendo in squadra è molto positivo e piacevole. Rifacendomi alla tua prima domanda sulla pressione che potrei sentire, secondo me quando senti di godere della fiducia delle persone che hai intorno non la avverti. Sai che semplicemente sei chiamato a fare il pilota, ad andare più veloce possibile e non fare errori, e l’ambiente intorno ti aiuta a non sentire pressioni».