Oggi è il giorno del Rally di Roma Capitale 2018, sesta edizione della prova che rappresenta il terzultimo round del Tricolore e, eccezionalmente per questo appuntamento del CIR, anche il quinto del FIA ERC. Oltre al fatto che si tratta di una delle prove più impegnative di stagione, almeno per quanto riguarda il Campionato Italiano, anche per via del livello competitivo che compie un balzo in avanti vista la presenza degli equipaggi europei in gara, il Rally assume un significato particolare anche per il ritorno sulle strade di Paolo Andreucci, reduce del pauroso incidente che giusto una settimana fa ha coinvolto il dieci volte campione del CIR.
L’incognita del nuovo navigatore per Andreucci e la “lezione di vita” secondo Scandola
Nell’intervista in testa all’articolo il pilota toscano su Peugeot 208 T16 parla di quello che ha comportato l’imprevisto avvenuto in Liguria, con il cambio del navigatore (il rientrante David Castiglioni al posto di Anna Andreussi, che deve smaltire l’infortunio subito mentre era alle note a fianco di Andreucci) e la necessità di giocare in difesa in una gara che non ha potuto preparare come era suo solito fare. E nonostante qualche difficoltà nelle prove e qualifiche di ieri il pilota della Garfagnana è sembrato riprendere il suo solito passo: ma da oggi vedremo come sarà il vero stato di forma di Andreucci (che poi, dopo quello che è successo, è già un trionfo poter correre regolarmente, fuor di ogni retorica).
Attualmente secondo nel CIR e deciso a gettare il cuore oltre l’ostacolo per cercare una rimonta a pochi round dalla fine (22 punti lo dividono dal leader Andreucci), Umberto Scandola offre una prova di fair play onorando l’avversario per lo straordinario recupero dopo l’incidente. Il pilota, navigato da Guido D’Amore sulla Skoda Fabia R5, esprime la sua ammirazione per la forza di volontà e la tenacia del toscano. Di seguito le sue parole.