Continua il nostro approfondimento sul Campionato Italiano Rally 2019 e il punto di vista dei diretti interessati, ovvero i piloti. Dopo aver sentito Simone Campedelli oggi ascoltiamo il parere di Paolo Andreucci, fresco di undicesimo titolo Tricolore.
Nella nostra precedente intervista parlammo con il pilota navigato da Anna Andreussi oltre che del bilancio della sua trionfale, ed al tempo stesso sudata, stagione anche dei suoi auspici per il format del Campionato 2019. Il toscano si era espresso a favore di gare non ripetitive e quanto più possibili aperte e coinvolgenti per il pubblico. Un appuntamento molto popolare, in questo senso, è il Rally Italia Sardegna, che torna nel CIR dopo un periodo di assenza: Andreucci commenta così questo rientro nel calendario nazionale e la relativa suddivisione della prova in due gare: «Competere anche con gli altri piloti che corrono il mondiale è sicuramente una cosa molto stimolante. E la gara è bella anche se so già che sarà tosta. Speriamo che ci siano delle prove che non si rovinino, perché sono molto belle ed il rischio è quello. Sarà una gara dura per la quantità di km che andremo a fare e per il ritmo che terremo, senza considerare che le prove speciali saranno di per sé molto dure. In più, il partire dietro alle Plus comporterà la convivenza con un po’ di pietre tipiche della Sardegna. Il bello è che ci sarà il pubblico, quello caldo tipico dell’isola e le migliaia di appassionati che verranno dal continente attratti dal WRC potranno conoscere la realtà del CIR e questo fa molto bene al nostro campionato».
Il parere di Andreucci sulle esclusioni nel CIR 2019
Qual è il tuo punto di vista sugli esclusi, ovvero il Rallye Elba e il San Marino Rally, e l’ingresso del Tuscan Rewind? Scelta giusta da parte della Federazione?
Sai, la rotazione c’è sempre stata… Le gare di terra non sono facili da gestire per i costi di ripristino e di gestione. L’asfalto costa tendenzialmente sempre di meno. La conseguente riduzione del chilometraggio è diventata un po’ riduttiva per il CIR. Avendo la Sardegna un territorio così vasto e potendo offrire uno scenario così ampio, è venuto naturale sceglierla, forse. Rimane il fatto che anche le altre sono gare molto interessanti. Elba (dove abbiamo vinto con grande soddisfazione), e San Marino sono molto interessanti e credo che in futuro rientreranno. Mi spiace per l’Elba perché ha strade molto belle ed una storia fantastica. Tutti lo conoscono questo rally. Il San Marino può rientrare perché è anch’essa una bella gara ma in passato ha fatto correre troppe categorie come i rally raid.
Un calendario del genere aumenta il valore competitivo del Tricolore, oltre alla sua spettacolarità?
Il fatto di avere dentro gare come la Sardegna è sicuramente di prestigio! Il Campionato Italiano Rally ha belle gare, molto interessanti e complete per le caratteristiche delle strade che fanno da teatro alle varie prove speciali. La terra è bella, le regole un po’ meno. Chi parte davanti è sempre troppo penalizzato. Anni addietro si sceglieva il numero di partenza in base al tempo dello shakedown. Era più corretto secondo il mio parere…
Gli eventi su sterrato sono due, ma con tre gare previste per il 2019: la Federazione ha optato per una decisione prudente, per evitare che ci potessero essere forfait da parte dei team preoccupati per i costi?
Credo si sia tenuto conto anche dei rapporti ispettivi, perché so che la federazione ci sta mettendo tanta attenzione e badare alla sicurezza non basta mai.
Qui il nostro approfondimento sul format del CIR 2019.