WRC | Il bilancio finale sul primo anno delle Rally1 ibride

Stilato da Andrew Wheatley

Andrew Wheatley, responsabile del settore Rally in FIA, ha fatto il bilancio del primo anno delle Rally1 nel WRC e dell'introduzione della tecnologia ibrida
WRC | Il bilancio finale sul primo anno delle Rally1 ibride

È il momento di fare un bilancio finale sulla rivoluzione ibrida che ha interessato il WRC, con l’introduzione delle vetture Rally1 che hanno soppiantato le precedenti World Rally Car Plus, introducendo una unità elettrica e quindi una batteria in coabitazione con i motori termici.

Come si sono comportate le Rally1

Che poi parlare di rivoluzione è un tantino eccessivo: certo, le auto sono diventate più pesanti con effetti sulla maneggevolezza, hanno 136 cv in più grazie all’ibrido dell’unità fornita da Compact Dynamics, l’aerodinamica si è semplificata, i telai sono stati resi più robusti, il roll-bar più sicuro, il differenziale centrale è sparito ed il carburante, per la prima volta nella storia del WRC, non deriva più da combustibili fossili bensì da fonti rinnovabili e sintetiche.

Ma andando al sodo, il Mondiale Rally non ha subito chissà quale stravolgimento con questa piccola scintilla elettrica sfruttata pienamente solo in determinati settori fuori gara e, per quanto riguarda invece le prove speciali, come spinta extra senza però cambiare le carte in tavola più di tanto (e in determinati frangenti, come al Rally di Croazia dello scorso aprile con condizioni meteo difficili, alcuni piloti hanno persino disattivato la parte ibrida). Anzi, in alcuni casi creando anche diversi problemi, come ha vissuto sulla propria pelle Ott Tanak (in particolare al Rally di Svezia di febbraio, ma non solo).

In tutto ciò, tre costruttori avevamo e tre avremo anche per i prossimi anni (almeno sino alla fine di questo ciclo di omologazione che finirà nel 2024: in seguito non ci saranno rivoluzioni tecnologiche, hanno fatto sapere dalla FIA, e se ci saranno – parliamo di elettrico o idrogeno – entrerebbero eventualmente a regime nel 2029 o 2030), con la nuova tecnologia che al momento non ha attratto nuovi attori in campo. Il tutto mentre il WRC2, che ospita le Rally2 con motori termici, si sta invece popolando sempre più di marchi e piloti di alto livello.

Il bilancio di Wheatley per la FIA

Sulle pagine di Autosport il direttore del settore Rally in FIA Andrew Wheatley ha tracciato questo bilancio del primo anno delle Rally1 ibride: «La prima stagione con questa nuova tecnologia si sapeva sarebbe potuta essere difficile, ma dovremmo essere contenti dopo che abbiamo cambiato il telaio, il carburante, aggiunto l’ibrido e modificato il concept dell’auto, la trasmissione e aerodinamica, e con ciò abbiamo avuto ancora dei rally in cui si è lottato sul filo dei secondi. Penso che tutti siano d’accordo sul fatto che la sicurezza delle vetture sia stata davvero notevole poiché quest’anno abbiamo assistito ad alcuni incidenti piuttosto gravi. Si diceva inoltre che le auto Rally1 di nuova generazione sarebbero state un po’ più lente, ma ora sappiamo che le prestazioni sono di buon livello. Tutti e tre i costruttori hanno vinto rally nei primi cinque eventi. La competizione è stata molto serrata, un aspetto davvero positivo».

Wheatley ha poi proseguito: «Sicuramente ci sono state molte sfide nel corso dell’anno con l’unità ibrida e i ragazzi di Compact Dynamics sono stati messi molto sotto pressione in questa stagione. Ma nel complesso, i piloti hanno apprezzato un vantaggio prestazionale significativo. Ora i team stanno ragionando su altri modi di impiegare l’elettrico. Alcuni stanno pensando di utilizzare maggiormente l’energia elettrica sui tratti stradali in modo da trasportare meno carburante». Riguardo quest’ultimo, il successore di Yves Matton ha promosso il primo anno con il combustibile bio, aggiungendo inoltre: «Abbiamo fatto un passo in avanti significativo nella riduzione delle emissioni e ora i campionati di tutto il mondo vogliono imitare quanto fatto da noi».

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