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L’era di Andrea Adamo nel WRC: il segno lasciato dall’ex team principal di Hyundai nel Mondiale Rally

Nessuno poteva aspettarsi che Andrea Adamo potesse lasciare improvvisamente tutti i suoi incarichi in Hyundai Motorsport, proprio mentre la squadra impegnata nel WRC – di cui era il team principal sino alla scorsa settimana – si stava impegnando nei test per la stagione 2022. Una annata che rappresenta l’inizio dell’era ibrida per il Mondiale, e che non vedrà in prima linea (almeno tra i team) colui che ha dato una scossa all’ambiente un po’ intorpidito del massimo campionato rally targato FIA.

I risultati dell’era Adamo

L’ingegnere che si è formato con gli insegnamenti di Sergio Limone infatti è stato una mina vagante nel WRC dal 2019 al 2021: subentrato ad un Michel Nandan che per quanto non fosse il primo dei parvenu non aveva mai dato a Hyundai Motorsport una chiara identità all’interno del Mondiale, mancando i risultati più importanti, Adamo fu piazzato dal marchio coreano sul ponte di comando con un obiettivo a cui si è consacrato con una dedizione incrollabile, ovvero conquistare quel benedetto titolo tra i costruttori che per Hyundai rappresentava una mano santa a livello di marketing, in modo da non diventare il vaso di coccio tra quelli in ferro di Toyota, M-Sport Ford e Citroen. 

Nell’era Adamo i rapporti di forza sono poi cambiati, con M-Sport piombata in un aurea mediocritas dopo i fasti di Sébastien Ogier, Citroen che intraprese una parabola discendente e Toyota unica seria rivale per il marchio coreano. Ma il team principal che aveva preso in precedenza le redini del reparto del Customer Racing lanciando le i20 R5 e le i30 N TCR verso traguardi notevoli, ha dato prova di avere le carte in regola per non sfigurare anche con le World Rally Car.

Il metodo Adamo e la sua personalità

Due titoli costruttori di fila tra il 2019 e il 2020 sono la prova della sua capacità, ma la parentesi Adamo nel WRC non la ricorderemo solo per i successi, ma anche per il suo famigerato metodo. Parliamo della sua abilità nello sfruttare le pieghe dei regolamenti, osando una rotazione dei piloti a tratti pure spietata (chiedere ad Andreas Mikkelsen, che nel 2019 vide la sua stagione in teoria a tempo pieno demolita per far spazio a Craig Breen, uno dei feticci di Adamo) ma tremendamente efficace, oltre a far uso quando necessario di ordini di scuderia per massimizzare i risultati nelle gare. Gli avversari, in particolare l’allora team principal di Toyota Tommi Mäkinen, storcevano il naso, ma il nostro andava dritto come un missile, e pazienza se il giocattolo si poi è rotto nel 2021, con una i20 Coupé WRC sì veloce ma meno affidabile rispetto al passato.

Ma c’è un altro motivo per cui sotto sotto rimpiangeremo l’era del piroclastico Adamo, ed è il suo carattere spiazzante tanto quanto le sue dichiarazioni. Ogni intervista con lui rischiava di trasformarsi un evento cult, un festival di dichiarazioni sorprendenti e sempre molto schiette, a tratti persino brutali. Ad essere sinceri, il già team principal non ha mai dato l’impressione di amare poi così tanto la categoria dei giornalisti, ma con classe sabauda ha sempre mantenuto una sorta di rispetto (chi scrive ricorda un Rally Italia Sardegna in cui alla fine di ogni giro, nella media zone del parco assistenza, Adamo era l’unico dei suoi colleghi a presentarsi per rispondere alle nostre domande). Nel bene e nel male, lui c’era, sia per ribattere a questioni più o meno azzeccate, che per addossarsi anche colpe non sue. Perché quando le cose in Hyundai Motorsport andavano per il verso sbagliato, il mantra era sempre quello: «La responsabilità è mia».

Come Andrea Adamo ha sferzato l’ambiente del WRC

E poi diciamocelo, l’ambiente del WRC contemporaneo avrà fatto passi avanti dal punto di vista dell’attrattività sportiva, ma è pure una immane palla. Se escludiamo qualche dichiarazione fuori dalle righe di Ogier, che tra l’altro il prossimo anno sarà al prepensionamento nel mondo rally, il Mondiale dal punto di vista mediatico non ha offerto poi così tanto. Ma appunto, la scheggia impazzita Adamo, pur evitando di rimanere invischiato in polemiche (soprattutto con Mäkinen), ogni tanto piazzava qualche fendente dei suoi, facendo notare ad esempio che il format andava rivisto per andare sempre più vicino ai fan, o scagliandosi contro i costi di un campionato che richiedeva sempre più sforzi da parte dei costruttori. Per non parlare poi della sua schiettezza nello sferzare i proprio piloti, fregandosene delle etichette di antipatico che qualche incauto gli affibbiava senza comprendere a pieno il personaggio.

Lungi dal fare l’agiografia di un uomo non esente da difetti come è logico che sia, ricordiamo inoltre che Adamo è riuscito a strappare alla concorrenza un fresco campione del mondo come Ott Tanak, e non pago ha realizzato anche il miracolo di farlo convivere in squadra con l’altra punta d’attacco quale è Thierry Neuville, mentre noi giornalisti ci arrovellavamo su come fosse possibile gestire due capitani votati alla conquista del titolo senza mandare a scatafascio gli equilibri del team. Ha inoltre svecchiato la squadra, puntando su un Oliver Solberg a cui sono state date in mano le chiavi della i20 N Rally1 che guiderà alternandosi con Dani Sordo (anche se quest’ultimo pare correrà meno del giovane svedese).

Insomma l’uragano Adamo ha travolto il WRC per poi improvvisamente salutare tutti senza un perché preciso, a parte quel generico “motivi personali” che ricorda un po’ quelle giustificazioni che usavamo a scuola in alternativa ai “motivi di salute”, che volevano dire tutto e niente (da una tragedia stile Macbeth alla sveglia che semplicemente non aveva suonato). Cosa sarà di Hyundai Motorsport in questo 2022 così importante per la disciplina e il WRC non è dato saperlo. Sui social qualcuno avanza un clamoroso addio di Tanak, ma per ora parliamo di fantascienza: l’unica cosa certa è che nel WRC mancherà uno come Adamo (l’interessato è autorizzato a fare ogni genere di scongiuro). Speriamo possa trovare un’altra sistemazione ad alto livello nel motorsport: se ci possiamo permettere, fossimo dalle parti di Maranello un profilo come il suo lo valuteremmo con una certa attenzione…

Crediti Immagine di Copertina: Hyundai Motorsport

Luca Santoro:
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