Seat Leon Eurocup – Circuito di Monza 28 settembre

Fa tappa in Brianza il fortunato Trofeo monomarca

La cattivissima versione da gara della Seat Leon, al debutto quest’anno con un campionato monomarca dal grande successo, con un ottimo numero di iscritti e con tanto spettacolo in gara. Abbiamo avuto il piacere di vederla da vicino e di salire a bordo per un “hot lap” di quelli che non fanno rimpiangere di essere al volante, grazie alla guida aggressiva di Valentina Albanese, pilota ufficiale Seat.

In occasione della tappa italiana del campionato, una delle 6 insieme a Nurburgring, Salzburgring, Silverstone, Spa e Barcellona, abbiamo potuto assistere dal vivo alla gara, ma soprattutto vedere e salire sulla interessantissima vettura della casa spagnola. Durante l’evento Seat dava la possibilità di guidare la Cupra di serie, capace di prestazioni di tutto rilievo, ricordiamo ad esempio che è stata in grado di scendere sotto gli 8 minuti al Nurburgring, con un 2 litri da 280 cavalli abbinato a soluzioni che la rendono in grado di essere oggi una delle migliori vetture del suo segmento, come il sofisticato differenziale anteriore autobloccante elettronico. Nel breve test che abbiamo effettuato siamo rimasti sorpresi dalla facilità con cui si lascia guidare. Se non si cercano le prestazioni sembra una “innocua” auto da usare tutti i giorni, silenziosa e comoda, ma quando si è tra i cordoli si scatena, senza però richiedere doti da pilota per essere domata. Una ottima base da cui Seat ha creato un “mostro”.

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La Leon Cup Racer, è infatti un allestimento da gara del modello di serie. Si è scelta la 5 porte, perché i regolamenti lo impongono per restare tra le GT, e la trasformazione in auto da corsa riguarda tanto la meccanica quanto l’estetica. La maggior differenza, piuttosto evidente fin dal primo colpo d’occhio, è un allargamento delle carreggiate di quasi 40 centimetri che, come avremo poi modo di confermarvi, le conferisce una stabilità incredibile in curva. Le altre modifiche estetiche sono sviluppate per perseguire due obiettivi, l’efficienza aerodinamica, ed il raffreddamento ottimale della meccanica. Nel primo caso sia le grosse appendici aerodinamiche, incluso l’enorme alettone sul lunotto posteriore, che il fondo piatto con estrattore posteriore, assicurano una deportanza che incrementa ulteriormente la stabilità sui curvoni più veloci, mentre un frontale ridisegnato e le generose aperture sugli imponenti passaruota portano aria fresca a radiatori e freni. Chiusa la “bocca” sulla calandra frontale, è stato creato un flusso d’aria forzato che attraversa componenti diverse rispetto al modello di serie, di dimensioni maggiorate, proprio per incrementare il raffreddamento di motore e intercooler. Quest’ultimo proviene da un altro modello del gruppo ed è posizionato orizzontalmente, proprio sotto la grossa apertura sul cofano, da cui viene estratto tutto il calore imprigionato dall’aria nel suo percorso. All’interno l’auto viene completamente spogliata, dotata di un roll bar ed il posto di guida viene arretrato, per ottimizzare la disposizione dei pesi.

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Il volante è elemento centrale, vi trovano posto i paddle di serie, anche se riadattati, oltre ai tasti per comandare quasi tutte le funzioni, con poche eccezioni. Resta la leva del cambi stock, utilizzata però solo a vettura ferma. L’accensione avviene con una precisa sequenza da seguire, due pulsanti nei pressi della leva, poi si preme il tasto sul volante e si capisce di cosa sia in grado lo scarico aperto, privo di silenziatori ed altro. La meccanica è modificata, ma si è scelto di non stravolgerla completamente. Oltre a nuovi radiatori ed intercooler, gli interventi sono infatti limitati ed escludono sostanzialmente la parte più importante “dell’hardware”, cioè motore, cambio e differenziale, che restano quelli “stock”. Infatti il DSG a 6 rapporti è modificato solo per renderlo leggermente più corto, per favorire lo spunto, ma è il medesimo dell’auto stradale. Stessa cosa per il motore, dotato di elettronica modificata, oltre ad aspirazione e scarico rivisti, ma che non è permesso modificare in alcun altro modo. Se il nuovo filtro da corsa e lo scarico libero (da 102 Db) “regalano” da soli una trentina di cavalli, gli altri vengono dalla mappatura studiata per la Cup Racer. Ufficialmente si arriva a quota 330, ma c’è chi parla già di 350 e Gianpiero Wyhinny, brand manager Italia di Seat, ci ha anticipato che si sta lavorando su una ulteriore evoluzione, dato che il motore della Cupra potrebbe arrivare facilmente a potenze prossime ai 380 cavalli, senza alcun problema di affidabilità. Lo dimostrano le pochissime rotture in gara, ad oggi nessuna a carico di motore e cambio, che Seat prevede vadano utilizzati per 2 stagioni intere e con la sola incombenza di una verifica al cambio al termine della prima. L’ultimo elemento meccanico più importante, il differenziale elettronico autobloccante, è anch’esso quello di serie, abbinato ad una elettronica che permette di variarne il settaggio. Dal volante si possono selezionare le 3 modalità, in base al tracciato ed al meteo, con un intervento più o meno invasivo. Il successo della Cup Racer, alla prima edizione della Eurocup, è già andato oltre le più rosee previsioni. Grazie a regolamenti che ne fanno una vettura molto interessante, con prestazioni di livello assoluto, ma che le consentono di mantenere contenuti i costi. Parliamo di un prezzo pronto gara di circa 70 mila euro, pochi rispetto a quanto è in grado di fare, lo dimostra il fatto che sono ben 22 le auto iscritte alla Eurocup, che è quindi uno dei trofei monomarca di maggior successo. A Monza il numero dei partenti era addirittura di 27, grazie anche ai due posti “premio” riservati ai vincitori del campionato sulla Seat Ibiza lo scorso anno, Aku Pellinen ed il nostro Roberto Ferri. Con lo stesso regolamento valido anche per altre competizioni, in cui la Leon Cup Racer potrà quindi essere scherata. Dopo aver visto lo spettacolo della gara, con le vetture rimaste in competizione diretta dall’inizio fino agli ultimi metri, con tempi sul giro di tutto rispetto (2.02 a Monza è un “tempone”), abbiamo avuto modo di salire a bordo, per avere conferma di quanto sia valida questa formula. Grazie alle gomme slick Dunlop, alla carreggiata larghissima ed alle qualità della Cup Racer, la vettura ha una stabilità in curva eccezionale e Valentina Albanese ha saputo regalarci momenti di divertimento guidando apparentemente senza prendere alcun rischio. Dentro è un’auto da corsa vera, per salire sono d’obbligo la tuta ignifuga ed il casco, e la lamiera la fa da padrona. Si guida frenando con il sinistro e guardando Valentina la voglia di passare sul lato sinistro per una esperienza diretta al volante della Cup Racer, ora è davvero tantissima!

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