CIRT | Andreucci ricorre in appello contro la squalifica ed offre la sua versione dei fatti

Dopo i fatti del San Marino Rally

Paolo Andreucci torna sulla sua squalifica al San Marino Rally ed offre in maniera circostanziata ed approfondita la sua versione dei fatti
CIRT | Andreucci ricorre in appello contro la squalifica ed offre la sua versione dei fatti

Subito dopo la conclusione del San Marino Rally, e precisamente all’inizio di questa settimana, Paolo Andreucci ha presentato istanza di appello in merito alle decisioni prese dai commissari di gara dopo le consuete verifiche tecniche a conclusione dell’evento.

La squalifica di Andreucci al San Marino Rally

Ricordiamo che il pluricampione italiano è stato squalificato per una presunta irregolarità della sua Citroen C3 R5, in particolare una anomalia riguardante il passaggio d’aria della flangia di aspirazione. Di conseguenza Andreucci ha perso assieme al suo navigatore Francesco Pinelli il terzo posto finale al San Marino, venendo momentaneamente escluso dai piazzamenti conclusivi e con il rischio di perdere i punteggi per il Campionato Italiano Rally Terra, nella cui classifica attualmente è primo sub judice con un punto di vantaggio su Simone Campedelli. Giacché è stato presentato l’appello dalle parti interessate, la vettura preparata dal team PRT è attualmente in custodia presso la Federazione Auto Motoristica Sammarinese, organizzatrice del rally, in modo tale che si possano fare le ulteriori verifiche (che dovrebbero tenersi entro questa settimana, e forse verso la fine della stessa avremo un quadro più chiaro).

Il CIRT riprenderà il 26-27 settembre dal Rally Adriatico, penultimo round della stagione: motivo per cui Andreucci (che la prossima settimana riprenderà la Peugeot 208 Rally4 assieme ad Anna Andreussi per il CIR, in occasione della Targa Florio) ha una certa premura affinché sia fatta luce, anche per tutelare la sua onorabilità. Ed è nell’interesse di tutti, campionato compreso, che si possa fare chiarezza e dissipare ogni dubbio.

La versione di Paolo Andreucci

Nel frattempo garfagnino ha divulgato ancora una volta la propria spiegazione dei fatti, dettagliando ulteriormente quanto è avvenuto e ricostruendo i fatti. Noi ve la riportiamo integralmente: «Provo a spiegare cosa ci è successo al Rally di San Marino per cercare di chiarire la vicenda con la massima trasparenza.

Durante le verifiche post gara i CCTT hanno controllato il turbo, la flangia e la valvola pop off, particolari che sono risultati perfettamente conformi alle specifiche tecniche previste dall’Allegato J. Quindi i CCTT hanno provato ad occludere la flangia per verificare che l’aria necessaria per alimentare il motore passasse esclusivamente attraverso la flangia stessa, così come previsto dall’art 261 304-2 dell’allegato J. Senza entrare al momento nel dettaglio della metodologia e degli strumenti utilizzati dai CCTT per detta operazione di verifica, posso solo far presente che detta operazione è stata svolta utilizzando una pallina da tennis e altri oggetti in plastica che avrebbero dovuto occludere ermeticamente l’apertura della flangia, impedendo totalmente il passaggio dell’aria e provocando, conseguentemente, lo spegnimento del motore. Purtroppo, dette operazioni non hanno portato allo spegnimento del motore e i CCTT, vuoi per mancanza di tempo, vuoi per la necessità di specifica strumentazione tecnica necessaria per eseguire più approfondite indagini finalizzate all’individuazione delle cause del mancato spegnimento del motore, si sono visti costretti a relazionare la riscontrata anomalia in asserita violazione di quanto previsto dall’art. 261 304-2 dell’allegato J.

A nostro avviso, la problematica potrebbe essersi verificata per una perdita di pressione nel sistema di aspirazione/giro aria intercooler, probabilmente dovuta ad un danneggiamento sofferto durante la gara, che comunque avrebbe fatto perdere potenza essendo dopo il turbo, o ad altri motivi che andremo ad analizzare nelle sedi opportune. Ci tengo comunque a precisare nuovamente che in sede di verifica non sono state riscontrate lavorazioni sui particolari meccanici analizzati, risultati totalmente conformi alle specifiche tecniche dell’allegato J, e che l’anomalia riscontrata in nessun modo avrebbe potuto comportare un vantaggio prestazionale, bensì una perdita di prestazioni».

Conclude Andreucci: «Essere stato squalificato mi rammarica moltissimo, soprattutto perché non vi è stata la possibilità di individuare con certezza il reale motivo della problematica emersa. Ho totale fiducia nello staff tecnico che mi assiste e sono certo che a seguito delle ulteriori approfondite verifiche sul veicolo che andremo a svolgere nella deputata sede di appello (il veicolo è stato preso in custodia dalla FAMS), potrà essere accertata l’assoluta conformità dello stesso alle regolamentazioni tecniche. Attenderò quindi con fiducia il verdetto dell’Appello».

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