Rally dei Nuraghi e del Vermentino fuori dal CIRT 2019: “Iniziamo a pensare di essere scomodi” [INTERVISTA]

Esclusione dal CIRT 2019, parla il presidente Taras

Il Rally dei Nuraghi e del Vermentino non farà parte del CIRT 2019: abbiamo perciò chiesto il punto di vista del presidente Taras, a capo dell'organizzazione dell'evento rally su Terra. Ecco la sua versione dei fatti con i retroscena
Rally dei Nuraghi e del Vermentino fuori dal CIRT 2019: “Iniziamo a pensare di essere scomodi” [INTERVISTA]

Come vi abbiamo annunciato, sono stati diramati gli appuntamenti ufficiali della stagione rallistica italiana per il 2019. Tra i vari campionati, quello Terra torna al format delle quattro gare in luogo delle sei degli ultimi due anni: inevitabilmente, perciò, qualcuno è rimasto fuori.

Il Rally dei Nuraghi e del Vermentino infatti non farà più parte, almeno nel 2019, del CIRT. L’evento nato nel 2002, partito su asfalto e poi convertito allo sterrato, esce dal calendario assieme al Liburna Terra; di conseguenza abbiamo interpellato Alessandro Taras, presidente della Rassinaby Racing (che organizza il Rally) al riguardo di questa esclusione, per farci dare il suo punto di vista. Il dialogo che ne è scaturito offre, tra l’altro, un interessante spaccato sulle gare rallistiche della cosiddetta provincia ma che rappresentano uno dei pilastri della disciplina in Italia. Ovviamente Motorionline, lungi dall’alimentare polemiche pretestuose quanto piuttosto di stimolare un dibattito costruttivo, è a completa disposizione di chi desiderasse replicare alle parole del presidente Taras, e per qualsiasi tipo di chiarimento da parte degli attori di questa vicenda.

Il Rally dei Nuraghi e del Vermentino è quindi fuori dal calendario del CIRT 2019. Come vi è stata motivata questa decisione?

Ad oggi non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione ufficiale. Lo abbiamo appreso dalla stampa. Venti giorni fa abbiamo inviato una comunicazione alle due sottocommissioni (Rally e Cross Country) molto articolate, dove abbiamo comunicato le date delle due manifestazioni e spiegato che, nell’ottica di crescita delle due competizioni, volevamo svolgerle in due date differenti. La Commissione del Cross Country ci ha risposto quasi subito, in maniera molto propositiva nei nostri confronti, comunicandoci peraltro la conferma della validità di Campionato Italiano Assoluto.
La sottocommissione rally invece nulla. Abbiamo chiamato per verificare l’eventuale ricezione della mail e la segreteria della commissione, dopo una breve ricerca, ci ha confermato di avere ricevuto il tutto e dopo averla ringraziata per la risposta ci siamo salutati. Qualche giorno dopo abbiamo appreso dalla stampa l’esclusione della nostro rally dal CIRT. E’ un atteggiamento che non tolleriamo, ma non siamo sorpresi e siamo ben consci che il livello dell’ambiente è questo.

Voi personalmente che spiegazione vi siete dati riguardo l’esclusione dal Tricolore Terra? Nel 2019 torna nel CIRT il Rally Italia Sardegna: due eventi nella stessa regione probabilmente avrebbero sollevato più di una critica da parte degli organizzatori degli altri appuntamenti…

Siamo una realtà che è sul territorio del Monte Acuto, attraversando il Logudoro e la Gallura dal 2001. In 15 edizioni abbiamo prodotto 13/14 gare differenti l’una dall’altra, con format differenti. Difficilmente abbiamo fatto il copia e incolla tra un’edizione e la precedente. Lo abbiamo fatto su asfalto, rispettando sempre i territori e i comuni dove siamo andati a correre. Abbiamo la fila di persone che vogliono il “Vermentino” nel loro territorio. Oramai ci siamo stancati di sentire osservatori che ci incensano dicendoci che la nostra gara è fantastica e che meritiamo piazze più importanti. Puntualmente, però, abbiamo sorriso nel vedere che la allora CSAI premiava altre gare e mai la nostra. Non ci siamo abbattuti, siamo andati avanti per la nostra strada, sempre soli e senza l’appoggio di nessuno. Poi, in una riunione fiume dell’ottobre del 2016, dopo una discussione abbastanza accesa, siamo andati a votare e abbiamo deciso quindi di trasformare il Vermentino in un rally su terra. Dopo 14 brillanti edizioni di asfalto, senza nessuna sbavatura di rilievo, abbiamo radicalmente cambiato pagina ed è iniziata una nuova sfida.
Siamo ben voluti da tutti perché dove passiamo seminiamo, i terreni prosperano, le persone ci sorridono, anche perché paghiamo sempre i nostri conti.
Al centro delle nostre attenzioni ci sono gli equipaggi, gli attori di questo sport e siamo convinti che le gare su terra devono essere molto più numerose, ne gioverebbero tutti.
Forse dobbiamo traslocare e organizzare le gare nella penisola? Iniziamo a pensare di essere scomodi.

Al di là della comprensibile delusione, a freddo pensate di poter fare qualche autocritica? Ovvero: c’è qualcosa che potrebbe non aver convinto chi di dovere riguardo l’organizzazione del Rally, qualcosa che avreste potuto migliorare in caso di riconferma per la stagione 2019?

Per la prima volta abbiamo fatto ciò che ci hanno chiesto, infatti non siamo delusi affatto.
Avevamo un osservatore, abbiamo ricevuto un rapporto ispettivo buono, malgrado le tante difficoltà atmosferiche nelle giornate pre gare, la pressione e la paura di sbagliare.
Noi siamo in grado, senza alcun tipo di problema, di offrire il format richiesto. Ci siamo assunti delle responsabilità. Lei parla di autocritica, ma noi siamo l’autocritica fatta persona e la dimostrazione è il lavoro che abbiamo fatto in questi anni.
L’unica responsabilità che ci sentiamo addosso, e ci dispiace, è l’essere passati da 78 iscritti dello scorso anno (con 60 sardi) ai 48 di quest’anno (con 6-7 equipaggi sardi). Questo è il dato che ci rende scontenti, ma che non ha nulla a che fare con la validità. Anche senza validità, stiamo lavorando in questa direzione, volta a favorire la partecipazione di tutti, soprattutto dei sardi.

Pensate possano pesare anche le difficoltà logistiche? In un evento come il Rally Italia Sardegna, per dire, a tratti i team partecipanti (anche quelli in lotta nel WRC) possono incontrare qualche problema con gli spostamenti verso l’Isola, figurarsi squadre con minor budget come quelle che partecipano al CIRT…

Ad un equipaggio correre una gara di CIRT con una R5 può costare €25.000 circa in penisola, al Vermentino può costare € 27.000, quindi circa € 2.000 in più. Sarebbe questa la difficoltà? Che poi con lavoro che stiamo approntando con gli operatori del settore del turismo, questa cifra si ridimensionerebbe notevolmente, ammortizzando i costi di viaggio per la Sardegna. Per il 2019 riserveremo condizioni favorevoli a tutti partecipanti, per passare con noi un fine settimana indimenticabile. Lo testimonieranno gli stessi partecipanti che leggeranno questa dichiarazione e che in passato sono venuti a correre il Vermentino.

Cosa significa perdere un palcoscenico nazionale per un evento come il vostro (che vanta anche il format storico, oltre al Baja Terra di Gallura) e per un organizzatore come la A.S.D Rassinaby Racing?

Niente. Se questa è la condizione stiamo serenamente senza il fregio di una validità. Pensiamo che il 60% lo fa il territorio della nostra Isola, le bellezze naturali, i colori i profumi, i chilometri di terra bellissima, sicura , priva di burroni o scarpate, e non solo. Il calore della nostra gente.
La gente è disponibile, è collaborativa, ma non vuole essere presa in giro. Ripariamo i danni creati dal passaggio delle auto, ci preoccupiamo di ripulire tutto. Tante volte la stessa gente in loco ci dà una mano.

E adesso quale sarà il futuro del Rally dei Nuraghi e del Vermentino? Come pensate di muovervi, e come programmerete la prossima stagione?

Intanto il futuro del Vermentino 2019 è iniziato il 14 maggio del 2018. Diciamo che ci son stati un po’ di cambiamenti fisiologici. C’è un nuovo direttivo, giovane e già attivo. Abbiamo un’eredità importante tra le mani che vogliamo consolidare e fare crescere in maniera importante. Sempre ascoltando anche il parere dei decani dell’associazione, che non mancano di dare il loro apporto in ogni argomento di discussione.
C’erano un po’ di cose da mettere in ordine. Come ad esempio ricomporre il gruppo degli ufficiali di gara che nel tempo si era un po’ disgregato. Ora è cambiato tutto, ci sono dei nuovi responsabili che hanno tante idee e voglia di fare, di costruire e guardare avanti. La Rassinaby Racing va alle gare col proprio gruppo e si mette al servizio delle altre manifestazioni, in un clima di cordialità e passione per questo sport.
Stiamo lavorando per settori con specifiche specializzazioni; è storia della nostra associazione aver perseguito questa strada, ovvero essere presenti, attivi e responsabili in ogni settore della manifestazione. E da sempre è un nostro cavallo di battaglia. Il nostro primo appuntamento è a calendario (in attesa di conferme) per il 5 aprile del 2019 con il Vermentino moderno, Historicu con vetture storiche e il neonato Terre del Monte Acuto, una regolarità sport.
A metà ottobre abbiamo il Terre di Gallura per il Rally Cross Country gara valida per il Campionato Italiano. Non mancheranno le partecipazioni con casco allacciato dei nostri Francesco Fresu, Andrea Menicucci e Fabio Aini nelle competizioni isolane. Abbiamo tante altre cose da raccontarvi, ma ci riserviamo di aspettare per renderle ufficiali. Seguiteci sul nostro sito ufficiale www.rallyvermentino.com.

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