Formula E – “Pechito” Lopez: “La Formula E è un’auto molto difficile. Ho dovuto ripartire da zero”

Formula E – “Pechito” Lopez: “La Formula E è un’auto molto difficile. Ho dovuto ripartire da zero”

Jose Maria Lopez è il nuovo volto del Team DS Virgin di Formula E. Argentino, dopo numerosi successi in patria nel TC2000, ha conquistato tre titoli nel WTCC (il campionato del mondo turismo) con la Citroën C-Elysee. Quest’ultima al termine del 2016 ha deciso di concentrarsi sul WRC e di girare la loro punta di diamante al brand DS. Dopo tanti anni di competizioni nelle corse per auto turismo non è stato facile riadattarsi ad una monoposto, ma i costanti progressi fanno ben sperare per il finale di stagione.

Jose, le gomme di Formula E sono molto particolari perché hanno compound molto duro ed un intagliatura tale da poter essere utilizzate sia sull’asciutto sia sul bagnato, hai già avuto modo di testarle sull’asfalto umido?

“Sì, ho potuto testarle durante le prove pre-campionato di Donington, ma durante una corsa purtroppo non ha ancora piovuto. Trovo sia una soluzione molto intelligente perché in caso di uno scroscio improvviso l’auto perde aderenza, ma è abbastanza facile da prevedere, mentre con le gomme slick diventerebbe inguidabile”.

L’anno scorso correvi con un’auto a trazione anteriore e con motore termico, quest’anno corri con un’auto ibrida a trazione integrale e con una completamente elettrica a trazione posteriore. Riassumici in breve le principali differenze

“La Formula E è un’auto da corsa poco ortodossa: ha delle gomme non convenzionali, molto simili a quelle di una vettura di serie e un telaio molto pesante. È anche molto difficile da sistemare perché nasce sbilanciata: il motore e le batterie sono posti sul retrotreno e pesano diversi chili, mentre l’avantreno è più leggero. Quindi non è tanto il motore elettrico la vera difficoltà di questa monoposto quanto il resto dell’auto, che è completamente diversa da qualsiasi altra vettura abbia mai guidato in passato. Il prototipo LMP1 che guido nel Mondiale Endurance invece è molto più simile ad un’auto da corsa e per questo motivo ho impiegato molto meno tempo ad adattarmi”.

Quanto ti manca ancora per esprimerti al meglio con la Formula E?

“Poco: non mi sento ancora al massimo del mio potenziale ma ci sto arrivando. Il salto dal Mondiale Turismo a questo campionato è stato grandissimo, ho dovuto chinare il capo e ricominciare a lavorare partendo veramente da zero. Il livello poi è veramente altissimo, le squadre e i piloti impegnati nel campionato sono di grande caratura, ma questa sfida mi entusiasma e mi sto godendo molto queste corse”.

Quali sono le differenze tra un circuito stradale e uno cittadino?

“L’approccio è molto diverso: su un circuito cittadino devi trovare il limite procedendo per gradi, passo dopo passo; mentre in un circuito tradizionale puoi osare di più fin dai primi giri sfruttando le vie di fuga in caso di errore”.

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