Faccia a Faccia: Adrian Quaife-Hobbs

"un pilota che corre un AutoGp o in Formula Renault non ha più la speranza di essere quello giusto per la Formula 1"

Faccia a Faccia: Adrian Quaife-Hobbs

Adrian Quaife-Hobbs corre attualmente nel campionato Gp2 con la scuderia Rapax, la quale nel 2010 ha portato al successo nel campionato l’ora pilota di formula 1 Pastor Maldonado. Alla sua seconda stagione in Gp2, il giovane inglese ha già avuto modo di cogliere qualche successo, ma la sua esperienza in questa serie sembra essere giunta al termine.

Questo è il tuo secondo anno in Gp2: cosa ne pensi di questo campionato?

«Il campionato penso sia buono. Ovviamente prepara i piloti per la Formula 1, anche se quest’anno bisogna vedere come andranno le cose, dato che è già da qualche anno che chi vince non passa alla massima serie, e invece lo fanno i piloti che hanno più soldi. Probabilmente sarebbe una delle cose da cambiare, o che cambieranno in futuro

In questa categoria bisogna essere quasi perfetti per ottenere dei buoni risultati. Tu come affronti ogni weekend di gara?

«Hai ragione, il pilota deve essere perfetto durante il weekend, ma non solo. La vettura deve essere perfetta, e tutto deve andare come programmato. Penso che il livello con cui ogni pilota inizia il campionato sia quello che avrà per tutta la stagione, è difficile fare balzi avanti fenomenali così come retrocedere improvvisamente. Al momento noi stiamo avendo qualche problema, ma quello a cui dobbiamo pensare è solamente spingere al 100% dato che anche le altre scuderie stanno facendo così.»

Quanto tempo passi con gli ingegneri per avere un bilanciamento della vettura pressoché ottimo?

«Veramente tanto. Oggi ad esempio abbiamo avuto una riunione di quasi quaranta minuti. Andiamo a fare il giro del tracciato tutti insieme e poi vi sono numerose altre riunioni prima di qualifica e gara.»

Come giudichi la tua stagione finora?

«I risultati sono stati abbastanza deludenti, ma credo che tutto sommato io abbia guidato bene quest’anno. Le gare sono andate bene, ma sono state tutte compromesse dalle pessime qualifiche. È abbastanza difficile dare un giusto giudizio, perché in gara sono sempre stato costretto a rimontare e a spingere al massimo, arrivando alla fine con le gomme cotte. Ho sempre fatto bene nelle prove libere, male nelle qualifiche e bene in gara.»

Dicci qualcosa del tuo Team. Loro hanno già vinto un campionato in passato: credi di poter dare loro un’altra soddisfazione in futuro?

«Di sicuro non quest’anno, e non correrò più in Gp2 l’anno prossimo. Due anni sono stati abbastanza per me. Non puoi vincere un campionato se ti qualifichi ventesimo ogni weekend.»

Questa a Monza è la gara di casa per il tuo team, e credo sia anche una gara speciale per te, dato che qui hai già vinto con la AutoGp. Come vivi questo weekend particolare?

«Ho anche vinto l’anno scorso in Gara 2 della Gp2. Il circuito mi piace, e magari potremo riuscire a fare bene in qualifica finalmente. Qui si può superare più facilmente rispetto ad altri tracciati, quindi in gara potremo mettere una pezza più facilmente ad una cattiva prestazione in qualifica.»

Parliamo del tracciato: in che posizione lo metteresti nella tua classifica dei circuiti preferiti?

«Probabilmente è al terzo posto. Ci sono Spa e Silverstone ai primi due posti, grazie ai loro tratti complicati. Questa pista anche se non ha tantissime curve, conserva comunque le sue particolarità e le sue difficoltà».

Qual è la tua curva preferita?

«Dunque era la parabolica. Adesso sono costretto a tornare indietro all’Ascari (almeno finché non asfalteranno anche quella n.d.r) e dire che è attualmente la mia preferita.»

Appunto, cosa ne pensi delle modifiche fatte in parabolica?

«Credo che sia terribile, e non credo fosse necessario asfaltare la via di fuga. Se per esempio alla fine del rettilineo ho un improvviso guasto ai freni cosa ci sarà a fermarmi ora? Credo che l’unica cosa che si sarebbe dovuta fare fosse l’avere una piccola striscia di asfalto al di là del track limit, così se qualcuno fosse andato un po’ largo avrebbe avuto la possibilità di correggere, mantenendo comunque la forza frenante della sabbia. Sarà un bel lavoro per i commissari giudicare quale giro sia regolare e quale no.»

I famosi Track Limits…

«Esattamente. Le uniche volte in cui si hanno discussioni sui track limits sono quelle in cui vengono apportate modifiche del genere. Se ci fosse la terra non ci sarebbero queste dispute.»

Guardando al futuro in quale categoria ti piacerebbe gareggiare?

«Per quanto riguarda la mia carriera da pilota – ossia il guadagnare soldi grazie alle gare – non seguirò più il circus della Formula 1. Per esordire in Formula 1 dovrei disporre di parecchi soldi e di avere disputato almeno un buon anno in Gp2, cosa che non mi è capitata purtroppo. Non mi conviene neanche stare qui a spendere troppi soldi, preferisco cambiare ambiente e andare a gareggiare in campionati in cui io possa guadagnare qualcosa.»

Il Problema della Formula 1 e delle corse sono quindi i soldi che un pilota deve portare con sé?

«Il problema principale sta proprio negli eccessivi costi che un pilota deve affrontare per passare da una categoria all’altra. Questi infatti crescono esponenzialmente man mano che si sale, e un pilota che corre un AutoGp o in Formula Renault non ha più la speranza di essere quello giusto per la Formula 1, non crede più di potercela fare. Quello che sta accadendo al giorno d’oggi, infatti, è che le stesse scuderie di Formula 1 stanno cercando talenti sin da giovanissimi, prima che questi decidano di cambiare categorie e andare a gareggiare in campionati meno costosi come quelli GT.»

Siamo arrivati all’ultima domanda: hai dei portafortuna o sei scaramantico?

«No, non sono superstizioso, anche perché se poi avessi una cattiva gara rischierei di dare la colpa al mio portafortuna.»

Matteo Bramati, Andrea Villa.

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