Pusceddu, una carriera nel sim-racing su Gran Turismo Sport [INTERVISTA]

Come funziona una stagione online

Alessio Pusceddu, uno dei sim-racing di punta italiani su Gran Turismo Sport, ci svela tanti dettagli sulla sua carriera da sim-racer.
Pusceddu, una carriera nel sim-racing su Gran Turismo Sport [INTERVISTA]

C’è un mondo nel panorama del motorsport poco conosciuto o che, in genere, molti appassionati bistrattano perché considerato diverso. Eppure, gli e-Sports hanno ormai preso piede da anni e, anche nell’automobilismo, non è un caso che ci sono diversi pro-gamer che hanno iniziato una carriera in pista.

Alessio Pusceddu, tra il quotidiano e il sim-racing

Tanti videogiocatori solcano le piste di “tutti i giorni”: nomi come Jann Mardenborough (vincitore della GT Academy e al via della 24 Ore di Le Mans con Nissan), Igor Fraga (già pilota in Brasile, ha trovato sbocco nelle formule europee grazie a Gran Turismo) o l’appena promosso James Baldwin (sarà pilota della McLaren del Jenson Team Rocket RJN). anche in Italia abbiamo nomi eccellenti (Enzo Bonito, David Tonizza e tanti altri), e noi ci siamo voluti soffermare su Alessio Pusceddu, un ragazzo nato e cresciuto in Sardegna diventato uno dei pilastri nostrani su Gran Turismo Sport. Assieme a lui – e da incompetenti in materia – abbiamo parlato di tutto: dagli allenamenti ai tornei, dalle proprie passioni alle occasioni in pista.

Sei nato e cresciuto a Cagliari, sicuramente una città ben lontana dalle gare su pista. Com’è nata la tua passione per il motorsport?

Probabilmente è nata grazie a Gran Turismo stesso, quando ancora era un semplice gioco per Playstation 1 e Playstation 2, non posso negarlo. Ero solito passare molto tempo da bambino di fronte alla TV ad ammirare le varie auto esposte all’interno del gioco, e spesso giocavo con mio padre ad una sorta di “Indovina il nome del modello” basandomi su auto casuali che lui sceglieva e che io dovevo riconoscere. Il nucleo familiare è stato un altro elemento chiave che ha fatto crescere la mia passione per l’automobilismo, nonostante sia una cultura molto distante nella città in cui vivo.

Quando hai deciso d’impegnarti seriamente nel panorama virtuale? Perché hai scelto Gran Turismo Sport piuttosto che altri simulatori come Assetto Corsa o iRacing?

Mi portavo sin da bambino il sogno di diventare un pilota reale, e quando venni a conoscenza del concorso GT Academy [in collaborazione con Nissan, che ha promosso tra gli altri Jann Mardenborough ndr] andai letteralmente fuori di testa. In quel periodo non avevo né i 18 anni richiesti per partecipare, né un volante che mi avrebbe permesso di essere competitivo come desideravo. Quando finalmente raggiunsi la maggiore età, il progetto era già stato accantonato da Nissan e Gran Turismo, ma ricordo bene di come venne annunciato Gran Turismo Sport assieme ai due Campionati FIA.  Mi accorsi di come due strade si stessero unendo e quindi colsi l’opportunità decidendo di allenarmi seriamente su GT Sport fino al 2018, in ottica campionato.  In sintesi, credo di aver iniziato da GT Sport perché è stata la piattaforma più accessibile che ho avuto a disposizione in quel periodo.

Come sono i tuoi allenamenti e com’è una tua giornata tipo? Ti dedichi al 100% nel sim racing?

Gran Turismo mi porta via davvero molto tempo dalla giornata, non tanto perché i giocatori necessitano di stare sempre in forma ma perché il campionato di qualificazione è molto lungo e soprattutto intenso. La stagione online ufficiale inizierà fra pochi giorni e durerà fino a settembre, quindi occuperà gran parte della mia giornata per molti mesi. Se poi vado ad aggiungere anche altre piattaforme, il tempo che dedico al simracing quotidianamente si allunga. Oltre alla guida virtuale dedico molto tempo all’Università, attualmente sono iscritto al primo anno in Scienze della Comunicazione presso la Facoltà degli studi Umanistici di Cagliari.

Come funziona una stagione per un pilota virtuale? Che campionati ci sono?

Essenzialmente su Gran Turismo Sport ci sono tre campionati virtuali: La Nations Cup, un campionato individuale in cui i finalisti rappresentano la propria nazione, la Manufacturer Series, con i partecipanti che decidono di rappresentare un marchio durante tutta la stagione, cercando di portarlo in finale grazie ad una classifica costruttori che viene stilata dopo ogni gara online, e la GR Supra Cup, un torneo monomarca con la Toyota Supra stradale. Quest’ultima è molto diversa in quanto ha una cadenza di una gara al mese per un totale di 8-9 gare (sono ancora da definire). Gli altri due tornei invece sono molto più intensi: inizieranno simultaneamente e avranno una cadenza di due gare a settimana, per un totale di 40 gare ciascuno, che si estendono da metà marzo fino a settembre. Fortunatamente il gioco conta solamente i 10 migliori risultati che ottieni da queste gare, quindi teoricamente non sei forzato a farle tutte, ma va detto che hai più probabilità di massimizzare il punteggio se fai più gare di quelle richieste.

Per qualificarsi ai vari eventi live programmati in questo 2020 è necessario mantenere una posizione tra i primi 12 in Europa, se si parla di Nations Cup e della Supra Cup. Per la Manufacturer Series la faccenda è molto più complicata, ma di norma bisogna cercare di essere tra i tre piloti più veloci a livello globale per il proprio costruttore.

Sei uno dei piloti più importanti sul suolo italiano da parecchi anni su Gran Turismo Sport e hai partecipato alla prima FIA GT Championship 2018 nella Manufacturer Series. Quali ricordi forti hai ancora? Io ho ancora nella testa quel sorpasso mozzafiato al Nordschleife…

Quel sorpasso al Nordschleife credo rimarrà uno dei migliori che abbia mai portato a casa, difficilmente rifarei una cosa simile in un evento live come quello! Oltre alla gara ho ancora dei ricordi vivissimi di quel fine settimana, probabilmente uno dei migliori di tutta la mia vita. Senza ombra di dubbio, l’aspetto migliore di quell’evento è stata la comunità che si è formata tra i giocatori lì presenti, si è creata una sorta di famiglia, ci sentivamo un po’ come dei fratelli che gareggiavano assieme seguendo lo stesso obiettivo.

Lo scorso anno ti sei preso un anno “sabbatico”, ma hai continuato a disputare gare e tornei. Hai corso anche le finali italiane della GT Sport e-Cup by Mercedes-Benz concludendo 2°. Quali sono i tuoi obiettivi ora?

Per la prima volta ho dovuto fare i conti con la gestione del mio tempo in un modo che non avevo mai fatto fino ad ora. Ho avuto davvero un’enorme difficoltà nel trovare il giusto equilibrio tra studio e simracing. La pausa che mi sono preso mi è servita per maturare sotto questo aspetto. Appena risolta la questione, è stata annunciata la Mercedes e-Cup 2019 e già in quel momento avevo chiaro l’obiettivo di arrivare almeno 2°. Anche se non ho vinto nonostante avessi avuto buone possibilità di riuscirci, sono comunque contento del risultato ottenuto. Per il futuro penso mi dedicherò molto di più sui simulatori per PC piuttosto che su Gran Turismo Sport.

Quali sono i tornei o i campionati più importanti nel panorama di Gran Turismo Sport?

Attualmente non sono tantissimi i campionati di rilievo su Gran Turismo Sport, di sicuro quelli più importanti rimangono le già citate Nations Cup e la Manufacturer Series, oltre che alla GR Supra Cup.  Esistono comunque altri tornei indipendenti come, appunto, la Mercedes e-Cup in Italia, ma anche altri di livello Europeo e Mondiale come il Mundo GT o lo storico GT Fusion. C’è da dire che però Gran Turismo Sport è la piattaforma utilizzata per i FIA Motorsport Games nella Digital Cup. Di sicuro quest’anno cercherò di dare il massimo per poter rappresentare l’Italia anche in questa competizione!

Hai mai avuto occasione di scendere in pista con un’auto reale?

Beh, se vogliamo essere pignoli non era proprio una pista ma un ghiacciodromo! L’unica volta che ho guidato una vettura reale è stato quando ho partecipato al corso di guida sportiva AMG Winter Sporting a Livigno nel 2018, dopo aver ottenuto il 3° posto nella Mercedes e-Cup dello stesso anno.  La guida reale è completamente differente da quella virtuale, e la prima esperienza è stata un po’ traumatica! Fortunatamente dopo alcuni minuti sono riuscito a prenderci la mano e mi sono divertito parecchio.

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