WRC | Hyundai fa la storia all’Acropolis, ma tiene banco la questione degli ordini di scuderia

La nostra riflessione sui fatti dell'Acropolis

Facciamo il punto sull'Acropolis Rally di Hyundai Motorsport, divisa tra il trionfo storico con il podio occupato dai suoi piloti al dibattito sugli ordini di scuderia, con il convitato di pietra Tanak sullo sfondo
WRC | Hyundai fa la storia all’Acropolis, ma tiene banco la questione degli ordini di scuderia

Per la prima volta nella sua storia, Hyundai Motorsport ha monopolizzato tutte e tre le posizioni del podio di un evento del WRC: è successo all’Acropolis Rally valido come decimo appuntamento stagionale, con Thierry Neuville vincitore (ed è il suo primo successo quest’anno, nonché il primo sulla nuova i20 N Rally1), seguito da Ott Tanak e Dani Sordo.

“Abbiamo scritto una pagina della nostra storia”

Una bella soddisfazione per il vicedirettore Julien Moncet, sorta di team principal ad interim che ha sopportato con animo mansueto le mille voci su una sempre incombente sostituzione al timone della squadra. «Stiamo scrivendo molte pagine della nostra storia quest’anno, e spero di averne ancora di più», ha spiegato a DirtFish subito dopo il successo in Grecia. «Sicuramente è un momento magico, un momento storico per il nostro team, per il nostro brand. Dal 2014 [anno di nascita di Hyundai Motorsport e della sua avventura nel WRC, ndr] non abbiamo mai conquistato un podio nella sua interezza. Non credo che qualcuno ci avrebbe scommesso un euro ad inizio stagione. Ad essere onesti, ne avrebbero avuto ben donde. Ma sapevamo a che punto eravamo e cosa volevamo ottenere. Sapevamo che la squadra era ancora al suo posto, era la stessa squadra. Sono le stesse risorse. Non c’era motivo per cui non saremmo stati in grado di recuperare. La domanda non era se, piuttosto quando. Anche io non mi aspettavo di tornare in gioco così presto perché eravamo davvero lontani, abbiamo avuto giorni di test limitati, ci sono stati molti problemi per ottenere nuove parti e così via. Sono molto impressionato da ciò che abbiamo ottenuto. Si può dire che la prima vittoria conquistata quest’anno sia stata un colpo di fortuna, la seconda passi, ma quando iniziamo ad avere quattro vittorie e sono state tre di fila, dobbiamo iniziare anche ad essere un po’ più sicuri ed orgogliosi di noi stessi».

Ed in effetti questa seconda metà della stagione ci sta restituendo una Hyundai diversa da quella fallosa e piegata da mille imprevisti della prima: segno di una i20 N Rally1 che sta recuperando sul fronte dell’affidabilità, nota dolente dei primi mesi del WRC, ma da qualche gara a questa parte non sta più tradendo da questo punto di vista. Per la precisione il Rally Italia Sardegna dello scorso giugno potrebbe essere il punto di svolta della stagione 2022: vittoria di Tanak e vettura in crescita, e da lì pochi drammi ed altri successi, come gli altri due primi posti dell’estone in Finlandia ed in Belgio.

Finalmente è arrivata la vittoria per Neuville

Neuville inoltre si è tolto la soddisfazione di vincere una gara dopo i tanti rospi dovuti mandare giù nei mesi scorsi, soprattutto nella prima parte dell’anno in cui la sua i20 spesso lo ha tradito, trascinandolo in una spirale negativa di prestazioni spinte al limite e dettate più dalla frustrazione che altro. Poi ha recuperato lucidità, di pari passo con il miglioramento della vettura, ed il resto è storia. «Questa è una vittoria speciale e un risultato storico», ha commentato il belga. «È stata una stagione difficile per noi, quindi ottenere la vittoria, soprattutto dopo un weekend difficile nel nostro evento casalingo in Belgio, è una grande liberazione. Penso che l’aspetto più importante sia l’1-2-3 per la squadra, risultato che meritiamo totalmente dopo gli sforzi profusi. Possiamo essere immensamente orgogliosi di questo risultato. Sono nella squadra dall’inizio della sua storia, so quanto tutti abbiano lavorato duramente, soprattutto nei momenti difficili, ma abbiamo sempre reagito e questa è una perfetta dimostrazione. Sapevamo venerdì, partendo quarti sulla strada, che avremmo avuto la capacità di andare più veloci. L’obiettivo del secondo giorno era spingere di più e recuperare il gap. Siamo stati in grado di passare in testa ed aumentare il vantaggio per essere un po’ più a nostro agio oggi. Sono contento della vittoria, sapevamo che sarebbe arrivata. Abbiamo ancora del lavoro da fare ma è chiaro che stiamo andando nella giusta direzione».

Il caso Tanak e gli ordini di scuderia

Tutto bene quindi? Insomma. Perché se da un lato Hyundai ha ottenuto questo successo storico, ha subito beffardamente dall’altro lato il contrappasso di una polemica strisciante che ha visto al centro, tanto per cambiare, Ott Tanak. L’estone è praticamente l’unico che può frapporsi tra Kalle Rovanpera di Toyota e la vittoria del titolo Piloti, essendo secondo in classifica, ma pur trovandosi alle spalle di Neuville (che non ha più ambizioni di trionfo mondiale) nelle fasi conclusive dell’Acropolis non è arrivato alcun ordine di scuderia da parte della squadra per farlo passare avanti. Anzi, lo stesso presidente di Hyundai Sean Kim nella giornata decisiva di domenica, in cui Tanak stava spingendo per insidiare Neuville, ha stabilito che le posizioni sul podio si sarebbero dovute cristallizzare. Quindi vittoria al belga, di sicuro più uomo squadra rispetto al compagno di team, e pazienza se Tanak ha perso l’opportunità di guadagnare altri punti per avvicinarsi ancora di più in classifica a Rovanpera, nel frattempo sprofondato di posizioni nell’Acropolis per via delle difficoltà di aprire la strada nella prima giornata e per un impatto contro un albero il sabato. E neppure Dani Sordo ha voluto cedere il posto all’estone nella prima giornata di gara, quando quest’ultimo ha lottato contro un problema all’unità ibrida finendo alle spalle dello spagnolo (che si è giustificato dicendo di non aver letto il messaggio della squadra arrivatogli sul cellulare, ma che comunque difficilmente avrebbe rallentato, e pazienza se l’ex Toyota se la sia presa).

Insomma, logica avrebbe voluto che venissero imposti ordini di scuderia per rosicchiare altri punti per la classifica Piloti, ma così non è avvenuto. Cosa dobbiamo dedurre da tutto ciò? Con Tanak c’erano già stati degli attriti al precedente Ypres Rally in Belgio dello scorso agosto, in particolare una incomprensione con Neuville, e poi le improvvide e poco eleganti dichiarazioni dell’estone che a fine gara aveva praticamente “licenziato” il povero Moncet dicendo che doveva tornare ad occuparsi del powertrain e lasciare quindi il ruolo di team principal ad altri. Forse questo sarà stato il punto di rottura, dopo mesi in cui Tanak non aveva perso occasione per criticare la i20 (e lo stesso Moncet ci disse ai nostri microfoni che sarebbe stato meglio evitare certe sparate in pubblico), e sarà per questo che Kim in persona, rappresentando il vertice di Hyundai, abbia di fatto commissariato il pilota (e pure il vicedirettore del reparto Motorsport) facendogli capire chi comanda, e pazienza se è l’unico in squadra ad aver vinto un titolo mondiale (nel 2019, con Toyota).

Queste crepe si chiuderanno o si allargheranno sempre di più sino a far crollare tutto? Tanak ormai è l’elefante nella cristalleria, quasi una presenza scomoda nel team? L’estone ha risposto “obbedisco”, ma ha lasciato intendere che a parti invertite le cose sarebbero andate diversamente, ma ancora una volta Neuville non si è detto d’accordo, in quella che è ormai una guerra fredda tra i due (e meno male, avevamo bisogno di un po’ di pepe in un WRC sin troppo buonista), oltre a spazientirsi davanti all’ennesima domanda sul perché non sia stato fatto uno scambio di posizioni – che non avrebbe cambiato la sostanza del trionfo Hyundai – fattagli da Colin Clark di DirtFish (e in questo caso è difficile dare torto a Neuville, conoscendo quanto a volte possa essere complicato digerire il simpaticissimo collega giornalista).

È comunque emblematico il fatto che Hyundai abbia preferito sacrificare un pochino la corsa al titolo Piloti pur di far vincere Neuville, o pur di non far vincere Tanak se vogliamo vederla da un altro punto di vista. Emblematico che l’ordine di lasciare tutto così sia partito non da Moncet, ma dal presidente Kim in persona (con il precedente team principal Andrea Adamo, forse, avremmo visto un altro spartito, chissà). Forse ha ragione Tanak quando dice che il marketing ha avuto il sopravvento, con la preservazione della tripletta e la vittoria del ben più affabile, simpatico e soprattutto bandiera di Hyundai (mentre l’estone si è passato un po’ tutte le squadre) Neuville. «Il mio punto di vista è che voglio lottare per il campionato, ma è un peccato che non siamo riusciti a farlo in una lotta leale», ha sentenziato l’estone.

La situazione nelle classifiche del WRC di Hyundai Motorsport

Sia come sia, il team del marchio coreano è ancora in pista per i titoli con solo tre gare – una su sterrato e due su asfalto – prima di chiudere la stagione. Nella classifica Piloti Rovanpera resta primo, ma il suo vantaggio su Tanak è passato da 72 punti a 53, mentre Neuville è terzo a 76 lunghezze;  in quella Costruttori Toyota è prima con 63 punti in più rispetto a Hyundai Motorsport, ma prima dell’Acropolis la differenza era di 88.

 

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