WRC | Per Wheatley della FIA il Mondiale Rally va bene anche con tre costruttori

E con un campionato WRC2 forte

Andrew Wheatley, responsabile del settore rally in FIA, sostiene che un WRC con tre, massimo quattro costruttori sia perfetto. E sottolinea la forza crescente del WRC2
WRC | Per Wheatley della FIA il Mondiale Rally va bene anche con tre costruttori

Dal 2020 nel WRC competono solo tre grandi marchi, ovvero Toyota, Hyundai e Ford che però è presente in maniera semiufficiale con la sua realtà sportiva di fiducia M-Sport. In questi anni si è aperto un dibattito se questo numero fosse troppo esiguo, e se il campionato potesse andare avanti senza calamitare l’interesse di altre realtà del mondo automobilistico.

Tre costruttori nel WRC, pienone nel WRC2

Una situazione che si è venuta a creare recentemente dopo che Citroen decise di abbandonare il Mondiale alla fine della stagione 2019, e se vogliamo pure esacerbata con l’introduzione dell’ibrido per le vetture Rally1 (ex World Rally Car Plus) da quest’anno. Il tutto mentre il WRC2, sino a poco tempo fa terra di nessuno e in crisi di identità, oggi raccoglie l’interesse di marchi a partire da Skoda, sebbene non abbia più un team ufficiale nel campionato, le stesse Citroen, Ford, Hyundai e via dicendo, sia con team clienti che in vesti ufficiali. Complice il fatto che da una parte ci sono le Rally1 forse un po’ complesse da produrre, e dall’altra – nel WRC3 – c’è stata la trasformazione in Mondiale sperimentale per le nuove Rally3, le Rally2 stanno conquistando uno spazio preminente grazie ad un WRC2 praticamente rinato.

In pratica, ad un costruttore conviene impegnarsi più con le vetture un tempo note come R5, che dover implementare la tecnologia ibrida impegnandosi con un auto di alto livello? DirtFish ha interrogato in merito il direttore del settore rally in FIA Andrew Wheatley, e se il WRC necessiti di più realtà ufficiali. Per dire, lo stesso presidente della Federazione Internazionale Mohammed ben Sulayem, appena insediatosi quest’anno, aveva dichiarato: «Penso che dobbiamo andare a bussare alle porte delle case automobilistiche ed assicurarci di rendere il nostro sport attraente per loro», asserendo la necessità di avere quindi più costruttori.

Wheatley: “Siamo in una fase di revisione, ma tre costruttori sono sufficienti”

Anche Wheatley è d’accordo sul fatto di rendere il rally più attraente e sperare che ciò possa aiutare a calamitare più realtà ufficiali, ma ha anche spiegato il fatto che il momento che si sta vivendo nella disciplina è di una decisa revisione, con la volontà di confrontarsi con tutti i portatori d’interesse («le case automobilistiche coinvolte, i promotori, i media, i tifosi, gli spettatori») «per capire quali sono gli ingredienti fondamentali di ciò che dovrebbe essere un’auto da rally». «E poi da questo possiamo capire quale dovrebbe essere la fase successiva», ha proseguito il dirigente. «Ma onestamente guardo anche alla posizione che abbiamo in questo momento, con tre costruttori che hanno vinto eventi, vetture estremamente spettacolari e anche una fantastica categoria cadetta con la WRC2», citando la presenza di una quarantina di iscritti in quest’ultimo contesto al Rally di Portogallo dello scorso maggio.

Proprio perché il WRC2 sta assumendo una tale forza, Wheatley non crede ci sia bisogno di spingere i costruttori a spostarsi al livello superiore, perché «invece di avere due campionati forti, ne avremmo solo»: invece così c’è maggiore varietà e una offerta più ampia. Per quanto riguarda perciò il WRC delle Rally1, il responsabile del settore in FIA sostiene che la situazione vada bene così com’è.

Il bilanciamento ideale del WRC secondo Wheatley

«Ci sono sempre costruttori che esprimono interesse per il Mondiale perché è una serie globale ed è competitiva, [ma] penso che ciò di cui dobbiamo essere consapevoli è che averne tre sia una cosa positiva. Per me personalmente, quattro rappresenterebbe l’ideale perché ho lavorato durante il periodo in cui avevamo sei, sette costruttori e ho partecipato a discussioni molto complicate ed è molto difficile avere sempre successo. Più costruttori hai in qualsiasi campionato, più gente finirà seconda, terza, quarta, quinta», illustra Wheatley. «Quindi […] penso che uno voglia ritrovarsi nella posizione di avere cinque, sei costruttori ma la realtà è che per il benessere del campionato, tre/quattro sono perfetti». Già il predecessore nel ruolo di responsabile del settore rally in FIA, ovvero Yves Matton, aveva lasciato intendere che per ora tre realtà ufficiali andavano bene nel WRC, vista anche la necessità di assestarsi con il nuovo regolamento ibrido, e con la possibilità di un nuovo ingresso di un costruttore decisamente non fattibile né per quest’anno, né per i prossimi due, in cui si concluderà il ciclo di omologazione delle attuali vetture Rally1.

 

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