Faccia a Faccia: Mitch Evans

"La prima cosa da fare è ridare un suono migliore alle vetture di Formula 1"

Faccia a Faccia: Mitch Evans

Mitch Evans è un giovanissimo e promettente pilota che attualmente corre i Gp2 per la Russian Time. Nato il 24 Luglio 1994, il pilota neozelandese è ben presto diventato amico di Mark Webber e con il suo talento è riuscito a farsi largo fino a giungere in Gp2. Quest’anno ha ottenuto due vittorie finora, e, a Monza, dove lo abbiamo intervistato, ha conquistato un ottimo terzo posto in gara 1.

Tu sei neozelandese: non è comune trovare un pilota del tuo paese in questi campionati. In Nuova Zelanda vi sono molte strutture che forniscono piste di kart per fare crescere giovani piloti?

«Le strutture adibite al Karting sono parecchie in Nuova Zelanda, ma soprattutto ciò che conta è che il motorsport è molto seguito nel mio paese. Parecchie persone guardano la Formula 1 e le gare nazionali. Per quanto riguarda le serie europee invece sono conosciute solo quelle più prestigiose. Comunque è vero, sono uno dei pochi neozelandesi in questo ambiente, tuttavia in Nuova Zelanda c’è una lunga tradizione per quanto riguarda il Motorsport, specialmente per quanto riguarda Bruce McLaren.»

Attualmente sei quinto in campionato con due vittorie all’attivo: come giudichi la tua stagione finora?

«Di certo avrei sperato di essere un po’ più avanti in classifica. Le gare che abbiamo vinto sono andate bene, ma quelle tra una vittoria e l’altra non sono andate affatto come ci saremmo aspettati, per tante ragioni. Direi quindi che nel complesso è stata una discreta stagione, ma non sono del tutto soddisfatto.»

Cosa speri di poter ottenere entro la fine della stagione?

«Spererei almeno un altro paio di vittorie, sicuramente un podio. Non sembrerebbe ma al momento siamo molto competitivi. Se riuscissi ad ottenere altri podi e un’altra vittoria sarei sicuramente molto felice.»

Sappiamo che un aspetto importante di un pilota è la preparazione mentale. Tu come ti prepari per la gara?

«Faccio parecchi esercizi di visualizzazione per migliorare i riflessi, faccio anche degli esercizi fisici. Credo che per riuscire a vincere un pilota debba sempre pensare positivo e avere un ottimo feeling con la macchina.»

Dicci la tua su Monza: che posizione occupa nella tua classifica personale dei circuiti preferiti?

«Sicuramente tra le posizioni di testa per varie ragioni. È uno dei tracciati più veloci sul quale corriamo, e questo credo sia fantastico. Anche l’atmosfera è bellissima, con tutti i tifosi italiani che comunque seguono anche le categorie minori, non solo la Ferrari. Sicuramente Monza è uno dei circuiti preferiti per molti piloti qui nel circus.»

Qual è la tua curva preferita?

«Probabilmente la parabolica, perché è molto difficile essere veloci in quel punto, ma al contrario è molto facile commettere errori. Ovviamente ora è diverso, ma la difficoltà di quella curva rimane comunque.»

Cosa ne pensi dei cambiamenti effettuati alla via di fuga della parabolica?

«Possiamo analizzare la situazione da entrambi i punti di vista. Da un lato è meno rischiosa come curva, ed eviteremo di avere delle possibili bandiere gialle alla fine del tracciato che andrebbero ad annullarci il giro veloce, tuttavia penso che la difficoltà rimanga comunque, così come la traiettoria principale di inserimento e di percorrenza.»

Quanto ti ha aiutato nella tua carriera l’amicizia con Mark Webber?

«Parecchio. Siamo buoni amici, emi ha aiutato parecchio con la mia preparazione. Sono stato anche da lui in Inghilterra. Mi ha sempre aiutato nella guida più che poteva, quindi negli scorsi quattro anni sono stato avvantaggiato da ciò.»

Un grande problema di questi ultimi anni è di riportare i fan a seguire le corse automobilistiche del circus F1. Hai qualche idea a riguardo?

«La prima cosa da fare è ridare un suono decente alle vetture di Formula 1, dato che quest’anno il motivo per cui i fan non vengono a vedere le gare dal vivo è proprio questo problema. La tecnologia attuale è straordinaria, ed è perfetto per i team, ma in questo modo si è perso il cuore delle corse, che è il suono. Se le persone pagano tanti soldi per venire a vedere questo spettacolo è ovvio che pian piano si perdono fan. Bisogna anche curarseli i tifosi, bisogna dare qualcosa indietro, che sia un suono migliore che susciti passione. Come per noi piloti è fantastico stare in macchina a guidare, anche per gli spettatori deve essere fantastico stare sugli spalti a guardare le gare.»

Siamo arrivati all’ultima domanda: hai qualche portafortuna per la gara?

«Onestamente no. Vorrei certamente avere un porta fortuna che mi faccia vincere sempre, ma purtroppo non l’ho ancora trovato. Cerco solo di concentrarmi e fare del mio meglio.»

Matteo Bramati, Andrea Villa.

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