King of Drift Monster Energy

Intervista con i maghi del traverso del team Monster

Drifting: in pochi anni da disciplina automobilistica poco conosciuta a moda dilagante. Merito indubbiamente dei vari film, che vedono protagonisti piloti che si esibiscono in gare tutte di traverso a ruote fumanti, e merito anche di Youtube, dove i video su questa disciplina sono di gran lunga i più visti nell’ambito motorsport. Che poi, riflettendoci bene, anche su Top Gear, durante una prova in pista, avete mai visto Jeremy & Co fare una curva non di traverso? Proprio per approfondire la nostra conoscenza di questo affascinante mondo ci siamo recati sul circuito di Castelletto di Branduzzo, dove si è tenuta la competizione “King of Europe”, che ha visto protagonisti, tra gli altri, i due piloti della squadra Monster Energy (marchio sempre presente quando si tratta di sport, meglio se estremi). Proprio con Steve “Baggsy” Biagioni e con Dmitry Illyuk, entrambi driver del team marchiato con la “M” verde del famosissimo energy drink, abbiamo avuto modo di fare una chiacchierata, per capire meglio come si diventa e come funziona una gara di drifting. Nel caso della pista di Castelletto, ma anche negli altri tracciati, viene individuata una “drift zone”, che i piloti cercano di percorrere più di traverso possibile, sia in curva che nei rettilinei che le raccordano. Ovviamente vince chi raggiunge i maggiori angoli di traverso, mantenendoli per più tempo possibile. Le vetture, per ovvie ragioni, sono praticamente tutte a trazione posteriore, anche se non manca qualcuno che utilizza, ad esempio, le Subaru Impreza a trazione integrale. Le modifiche alle vetture riguardano innanzitutto l’assetto, con gomme ed angoli di campanatura appositamente studiati per lasciar sbandare al meglio la vettura. Indispensabili poi il differenziale autobloccante ed il freno a mano idraulico, utilizzato per “iniziare” il traverso. Ma anche sotto al cofano non si scherza: entrambe le vetture avevano potenze “monster” da circa 600cv. Ma come si diventa un drifter? Nel caso di Dmitry e Baggsy quasi per caso, un po’ guardando la gente nei piazzali, ed un po’ abbandonando la disciplina del motocross. Ma sempre più gente si interessa a questo sport, e proprio per questo si approccia al traverso sin dai primi momenti alla guida di un’autovettura. Ma il drift diventerà ancora più popolare? Secondo i due piloti Monster Energy si, grazie ad un’arma in più rispetto ad altre discipline: il coinvolgimento del pubblico, dato che i piloti, come nel caso di Castelletto, si esibiscono a pochi metri dalle gradinate dove siedono gli spettatori. E poi, entrambi i piloti, non hanno mancato di sottolineare come sia fondamentale l’apporto di una compagnia come Monster Energy, che contribuisce a rendere ogni tappa più spettacolare. Insomma, non una semplice scuderia, ma quasi una grossa famiglia, che in occasione di ogni gara oltre a schierare in pista due tra i driver più forti, contribuisce anche ad animare il paddok con un hospitality di tutto riguardo, tra musica, belle ragazze, ed ovviamente le immancabili lattine Monster Energy.

Intervista a Steve Biagioni

Molte persone decidono di diventare piloti di formula uno, di rally, quando e perché hai deciso di diventare un pilota di drifting?

Steve: “Il merito credo sia di mio padre, correvo in go kart sin da bambino, poi ho iniziato a fare motocross, ma non ero molto bravo, non ero veloce, quindi abbiamo deciso di provare gare in circuito. Poi ho visto alcuni piloti fare burnout, e mi piaceva molto, così ho pensato che volevo fare questo. Abbiamo preso un’ auto a trazione posteriore, e poi ho iniziato con le competizioni di drift, in Italia, un paese bellissimo.”

Parliamo adesso della tua vettura: quali sono le sue caratteristiche? Quanti cavalli ha?

Steve: “È una vettura preparata in Inghilterra, ha 500 cavalli, ha un motore turbo, ovviamente è alleggerita, ha il roll bar, è una bellissima macchina.”

Quanto è importante per te lavorare con il supporto di un brand importante come Monster Energy?

Steve: “Non siamo solo uno staff, siamo una squadra che lavora in pista ma anche fuori dalla pista, per fare spettacolo, e poi ci “spingono” con il loro brand: è molto importante per noi lavorare con loro.”

Intervista a Dmitry Illyuk

Quando e come è incominciata la tua carriera da drifter?

Dmitry: “Credo di aver iniziato nel 2006/07 come professionista, ma i primi tentativi risalgono al 2001/02, parecchio tempo fa.”

Cosa ti senti di suggerire ad un giovane che vuole diventare un pilota di drifting?

Dmitry: “Pratica, pratica, pratica. È come il body building: più ti eserciti, più cresci. Devi lottare.”

Dicci alcune delle caratteristiche della tua vettura. Quanti cavalli?

Dmitry: “In realtà questa non è la mia auto, è la vettura di Luca Lora, un mio amico italiano che mi ha prestato la sua vettura perché durante il round 1 di King of Europe ho distrutto il motore, e adesso stiamo aspettando i ricambi da Modena, per ripararla. Oggi corro con una Bmw Serie 3 e30, è quasi un’ auto stock: motore della M3, 3.0, ha circa 300Cv, quindi è un’auto divertente da guidare, ma un pò sotto potenziata per questa pista, ed anche rispetto alle vetture di altri piloti. Ma possiamo comunque raggiungere degli ottimi risultati. Dovrebbe andare bene.”

Il drifting sta diventando sempre più popolare, pensi che in 10-15 anni sarà considerato una vera disciplina del motorsport come Formula 1 e Rally ad esempio?

Dmitry: “Al momento credo che che il drifting sia il solo tra gli sport più apprezzati, come ad esempio il WRC, o la Formula 1 o la Nascar, specialmente in Europa, a garantire il pieno coinvolgimento degli spettatori, offrendo uno spettacolo che intrattiene il pubblico. Credo che possa essere comparato solo con il rally cross: anche lì gli spettatori possono “vedere”. Altrove si può guardare soltanto una curva, se vai a vedere il drifting puoi vedere tutta la pista.”

In ultimo volevo chiederti quanto sia importante per te lavorare con un partner forte come Monster Energy

Dmitry: “beh, questo è il terzo anno che lavoro con Monster, siamo una grande famiglia. Lavoriamo insieme, facciamo feste insieme, ci aiutiamo l’un l’altro. È molto importante per me, e credo lo sia anche per loro.”

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