Quando i duri entrano in pista, Michela inizia a correre

INTERVISTA ESCLUSIVA a Michela Cerruti alla vigilia dell'avventura in F3

Questo fine settimana a Monza inizia la nuova avventura di Michela Cerrutti nel FIA European F3 dove guiderà una Dallara 312-Mercedes del nenonato team Romeo Ferraris.

Motorionline l’ha intervistata alla vigilia del suo esordio in una serie che lei stessa definisce “molto competitiva”.

“Mi confronterò con i migliori in giro in questo campionato che è impegnativo, tosto, ma non vedo l’ora. Sono molto emozionata anche perché ho trovato un team che crede in me, mi dà fiducia e questo è finte di serenità”, spiega Michela che  sarà impegnata nel corso della stagione anche con ROAL Motorsport per il campionato italiano GT. “Si tratta di una riconferma e ci tenevo molto che avvenisse questo – ammette a questo proposito -. L’obiettivo è essere una professionista. Cercherò di mettere a frutto quanto fatto e imparato lo scorso anno per non farli pentire della decisione”.

Biondissima e determinatissima, Michela ha ben chiari gli obiettivi; pensare che “mai avrebbe immaginato di diventare pilota”.

Figlia d’arte, suo padre Aldo era un pilota GT degli anni ’70, “Baronio” per gli addetti ai lavori, il mondo delle corse non era nei suoi programmi almeno fino a quando non ha preso la patente. “Ho seguito un corso di guida sicura e sportiva con Mario Ferraris che ha visto in me delle potenzialità e mi ha scelta – racconta Michela -. Ho avuto giusto il tempo di pensarci e poi abbiamo iniziato l’avventura”.

Da quel momento via con gli allenamenti intensi e tanto lavoro per adattare la guida a seconda della serie. “Faccio allenamento aerobico e potenziamento muscolare – spiega – . Con questo tipo di allenamento, di sopra sono aumentata di una taglia. Mi alleno in pista ma utilizzo anche i simulatori, utili sia sul piano fisico che mentale. Nel giorno di riposo invece mi concedo solo una corsetta”.

“In GT fa molto caldo nell’abitacolo ed è richiesta una grande sopportazione oltre che tanta forza per il freno e la parte muscolare è messa a dura prova – prosegue la pilota romana che si è laureata a Milano in psicologia -. E’ uno stress a livello fisico, e pensare che a 14 anni avevo problemi alla schiena e il medico mi aveva detto di evitare macchine e motorini. Nella Formula, invece, sono impegnati il collo, gli addominali, i glutei e poi non c’è il servosterzo”.

Non teme la fatica, però, Michela, abituata com’è a correre in un ambiente prevalentemente maschile. “Farsi rispettare non è semplice, i colleghi partono dal presupposto che tu vada piano, quindi devi mostrarti sempre aggressiva anche e soprattutto in pista e non mollare mai il colpo”, spiega Michela che lo scorso giugno al Mugello è stata la prima donna a vincere una gara del Campionato italiano di Gran Turismo.

Per ora Michela si concentra sulla nuova stagione appena iniziata e se le chiediamo i suoi progetti per il futuro, non ha dubbi: “Mi piacerebbe rimanere in questo settore”.

“Negli ultimi cinque anni la mia vita si è rivoluzionata e ho scoperto gradualmente le mie capacità – ha proseguito -. Mi piacerebbe correre in DTM, certo la Formula 1 sarebbe proprio l’apoteosi”. Magari insieme al suo pilota preferito, Fernando Alonso? “Adoro Alonso e mi auguro che vinca il Mondiale. Al di là di tutto secondo me rimarrà nella storia, è unico nel suo genere – commenta -. Non mi piace particolarmente Vettel che è indubbiamente forte, ha una vettura veloce, ma non mi dà emozioni. Preferisco piloti come Alonso, Hamilton o Raikkonen”.

“Quest’anno la Red Bull è la vettura da battere, ma la Ferrari se la può giocare. Mi incuriosisce la Mercedes, voglio vedere l’apporto di Hamilton, mentre trovo molto competitiva la Lotus”, aggiunge quando le chiediamo un pronostico sul Mondiale di F1 appena iniziato.

Questa è la Michela pilota e appassionata di corse, ma quando sveste i panni da driver, com’è Michela? “Sono una ragazza come tante altre, mi piace uscire con le mie amiche – risponde -. Prima le vedevo spesso, andavamo a ballare o a prendere l’aperitivo, mentre ora ho meno tempo, sono sempre in giro anche se appena posso cerco di vederle. Oppure cerco di vedere il mio fidanzato. E’ difficile conciliare i nostri impegni, lui lavora in questo campo anche se in un altro campionato. E’ tedesco e il suo team è a Barcellona, ma quando non è impegnato mi segue in gara”, conclude.

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